Giorgio Maria Marengo non ha fatto in tempo a commentare su Facebook: “…Idem per la strada Mendatica S.Bernardo che è veramente allucinante e specchio di una provincia uguale !” Ecco la nota del Comune di Mendatica: L’Amministrazione Provinciale comunica che per l’esecuzione di un attraversamento stradale, provvederà alla chiusura della SP 74 a monte dell’abitato di Cian Prai al km 5+200 a far data dal 28.06.2021 fino a fine lavori. Si precisa che per raggiungere San Bernardo, Monesi, Valcona e Le Salse, occorrerà percorrere la SP 100 con ingresso dalla frazione Nava di Pornassio”. Solo qualche decina di km in più, basta farci l’abitudine.
DA REZZO- Una giornata importante per Rezzo.
IL SECOLO XIX CRONACA DI IMPERIA
CHIUSA PER LAVORI LA PROVINCIALE MENDATICA – SAN BERNARDO
L’arteria tra Mendatica e San Bernardo si presentava, lungo buona parte del tragitto, alla stregua di una strada ‘bombardata’, asfalto dissestato e buche, ottimo rodaggio per ammortizzatori e coppa dell’olio, gomme e cerchi, un ‘salto dopo l’altro facilita anche la digestione’. Meglio sorridere perchè anche all’indipendente trucioli.it (unico blog ligure che non ospita pubblicità alcuna e non ha obblighi riverenziali) da mesi arrivano proteste, segnalazioni, foto dello stato in cui si trovava la provinciale. Hanno ragione a rimproverarci di non aver sbattuto in prima pagina immagini e testimonianze di chi transitava sulla provinciale e viveva un’esperienza che spesso in Tv vediamo in località abbandonate del Sud Italia. Ora, con la stagione estiva, le giornate lunghe, grazie alla Provvidenza ‘divina’ della Provincia di Imperia inizia il cantiere e lavori, senza una data di fine opera. Lavoreranno di notte come accade e si vede spesso in altre province, come in Alto Adige. O almeno faranno due turni: dalle 6 alle 20, con la piena luce del giorno. Affidiamoci alla buona sorte, alla bontà di chi si preoccupa dei disagi ai cittadini. E chi tace va sano e va lontano, anche in Alta Valle Arroscia. C’è chi si rassegna (i più) e chi mette nero su bianco che il ‘terzo mondo’, quanto a opere pubbliche, qui è di casa. Anche se di soldini pubblici ne sono già stati spesi tanti causa ripetersi di alluvioni e frane. E molti di più dovranno essere spesi per mettere in sicurezza la vecchia Monesi di Mendatica (oltre 6 milioni e mezzo stimati da tecnici) ed in attesa che i ‘danneggiati’ delle seconde case possano accedere ai lavori e poi dietro presentazione fatture essere parzialmente risarciti. Con un necessario ‘obolo’ professionale al lavoro dei tecnici. Ci sono i geologi, ingegneri, geometri, ditte artigiane. Per tutti loro il lavoro proprio non manca. Accrescere il benessere collettivo, facendo gli spergiuri contro Giove pluvio e che il sottosuolo non tradisca ancora. Non lo meritano gli ultimi guardiani resilienti. Per loro il futuro è già domani.
MONESI – LIMONE RIAPERTA CON NUOVE LIMITAZIONI E NUOVI PREZZI DI PEDAGGIO
(DA LA STAMPA CUNEO) – Quaranta fuoristrada e 70 moto erano già prenotate per la riapertura di ieri (19 giugno) dell’Alta Via del Sale Limone Monesi, ex militare in quota tra Italia e Francia, definita come «la più bella strada bianca d’Europa» dalle più importanti testate giornalistiche internazionali che si occupano di turismo outdoor. Sarà percorribile anche dai veicoli a motore fino a al 17 ottobre, tutti i giorni, esclusi martedì e giovedì (riservati a ciclisti e pedoni), al prezzo confermato di 15 euro con un ingresso regolamentato e a numero chiuso: 80 auto e 140 moto o quad al giorno.
Previsti il limite di velocità a 20 km/h, il divieto di percorsi fuoristrada e di parcheggio su prato, di accensione fuochi, abbandono di rifiuti e utilizzo del drone. La rotabile sarà percorribile dalle 8 alle 20 (ultimo ingresso alle 18) fino a domenica 12 settembre, mentre da lunedì 13 settembre alla chiusura del 17 ottobre si potrà circolare dalle 8 alle 18 (ultimo accesso alle 16).
Gli accessi principali sono al casello di località Cabanaira a Limone e dal bivio «Le Navette» di Briga Alta (lato Monesi), che l’anno scorso hanno registrato rispettivamente 5.873 e 1.372 passaggi da giugno a fine settembre, prima dello stop forzato di ottobre a causa dell’alluvione. Numeri forniti dalla segreteria del Conitours, consorzio degli imprenditori turistici della Granda, presieduto da Giuseppe Carlevaris: «Sono già numerose le prenotazioni, in particolare di italiani, ma anche tedeschi, francesi, austriaci, svizzeri per un inizio di stagione che fa ben sperare. L’alluvione ha rallentato alcuni progetti, ma la strada è stata ripristinata, migliorando i collegamenti con la porta di Briga Alta. Va ringraziata la Regione per lo stanziamento di fondi per gli operai forestali che si occuperanno della manutenzione del tracciato insieme agli addetti del Parco del Marguareis».
Da quest’anno, l’Alta Via del Sale rientra in un progetto di monitoraggio per valutare le ricadute turistiche sul territorio e a breve, sul sito ufficiale, si potranno registrare anche i ciclisti. Insieme ai proprietari di veicoli a motore, riceveranno via mail un questionario sul gradimento dei servizi offerti. «Per incentivare le prenotazioni on line – conclude Carlevaris – a fine stagione saranno sorteggiati soggiorni omaggio». Oggi, intanto, per lo svolgimento di una gara di mountain bike, la porta di Limone sarà chiusa dalle 10,30 alle 14,30. Circolazione vietata ad auto e moto nelle giornate di sabato 10 e domenica 11 luglio per l’evento di e-bike «Wild-E-Side» organizzato dalla Bosch.
MENDATICA: C’ERA UNA VOLTA POILAROCCA ‘RICCA’ DI MADRE NATURA
FRAZIONE DOVE OGNI FAMIGLIA ‘BENESTANTE’ DEL PAESE SI TRASFERIVA PER LAVORO
QUI NELLO STRAORDINARIO VIAGGIO DI ENRICO PELOS CHE COLLABORA CON TRUCIOLI PER RACCONTARE I LUOGHI ABBANDONATI E DIMENTICATI DELLA LIGURIA DEI NOSTRI MONTI, DELL’ENTROTERRA, DA LEVANTE A PONENTE.
Il ricordo dello chef internazionale mendaighino Renato Grasso che nel settembre 2020, in una lunga intervista, ricordava anche la ‘sua Poilarocca’: ….” Renato sta trascorrendo un periodo di relax nell’antica casa paterna di Mendatica paese natio al quale è legato non soltanto dai ricordi d’infanzia e gioventù, da mamma Maria, ‘regina di Poilarocca‘, che qui ha resistito fino a 104 anni e le sue medicine predilette erano erbe selvatiche (vedi……….): tra pastorizia, estate in malga, vita e tradizioni d’altri tempi. Renato vorrebbe lanciare iniziative originali. “Per ora non posso anticipare nulla, stiamo ideando e progettando con un’affiatata squadra di mendaighini”.
C’è un piccolo sogno nel grande cuore di Renato: contribuire al rilancio di Mendatica senza essere magnati: ‘Sono anni che non si vende una casa a foresti, in compenso fa piacere rivedere la presenza di bambini. Sarà duro e difficile prevedere cosa accadrà nei secoli a venire. C’è una squadra di amministratori comunali ricchi di iniziative e buona volontà, ovvio, non basta. Rivedo Poilarocca un’unica rovina, prima era toccato a ‘U Bausu’“.
Si andava, con i carri, nella bella stagione per tenere gli animali (mucche, capre, pecore), coltivare segale, grano, patate, rape, raccogliere castagne e funghi da essiccare per l’inverno, il mugnaio del paese e la farina. Castagne non solo caldarroste: bollite, spellate e cotte nel latte. Poilarocca era un paese vero, con le famiglie più ‘benestanti’ e possidenti di Mendatica. La chiesetta, case in pietra, tetti in ‘ciappe’, servizi igienici in stalla, stradine, vicoli, la fontana, i forni per il pane, le piccole aie. Non c’era luce, né acqua potabile, si andava alla fonte con i secchi. A Poilarocca, a 1400 metri d’altezza, le montagne che guardano maestose il Mar Ligure hanno l’aspetto di veri colossi. Qui si dimorava da maggio a settembre, tutti insieme.
IL PROFESSIONALE REPORTAGE DI ENRICO PELOS GIORNALISTA