Io formai il primo circolo di AN a Savona e comincio’ il periodo più entusiasmante. E tanti come me hanno vissuto e vivono non di politica ma di lavoro. Con onestà, con dignità. Con tenacia. Riflessione piuttosto lunga ma necessaria sul “ torcicollismo “ e sul “ folklorismo nostalgico” secondo “Giorgia” (Meloni).
di Antonio Benedetto (Nino) Chirò
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Nel fare questa operazione di trasformismo (che di questo si tratta) per far dimenticare il suo passato, ci definisce sprezzantememte “ affetti da torcicollismo” e tendenti “ al folklore nostalgico “.
Il “torcicollismo”! ? Neologismo brutto e sbagliato.
Dovrebbe significare che quelli come me camminano con lo sguardo rivolto al passato e, quindi, per non cadere, restano immobili di fronte al mondo che invece cammina e cambia di continuo.
È evidente che la signora dimentica, o non li conosce affatto, alcuni fondamenti che hanno caratterizzato la storia del “ neofascismo” dalla fondazione del MSI ad Alleanza Nazionale, alla situazione odierna.
Quando misi piede nella sede missina di Campobasso, nel 1958, avevo 15 anni e l’indignazione per la repressione nel sangue della rivolta di Budapest, trovai un certo numero di simboli ma mi colpirono tre parole ricamate sul labaro del Raggruppamento Giovanile Studenti e Lavoratori : Italia, Repubblica, Socializzaziome. Mi spiegarono che non erano slogan ma il riassunto del programma del partito. Ed erano, quelli, la Patria, la Res Pubblica, la Socializzaziome, , i cardini sui quali girava il nostro universo. Erano cioè, i riferimenti ai valori universali,: coerenza, onore, fedeltà.
L’azione politica non tendeva al restauro del passato regime, ma all’evoluzione del sistema, all’alternativa al sistema e non alla sua conservazione. Fu detto e scritto che il fascismo non era più proponibile. Mancavano tutte le condizioni personali, economiche, sociali per una sua rinascita.
Fu su queste basi, sotto la guida di Giorgio Almirante e del gruppo dirigente del partito, che si affronto’ il problema del “ chi eravamo” e del “cosa volevamo”. E fu dopo aver litigato e discusso su chi eravamo, che concordammo che eravamo gli eredi non di un regime ma di uno stile di vita e non altro. E fu studiando e litigando su quel che volevamo che nacque “lo Stato Nazionale del Lavoro” quale prosecuzione e coronamento dello Stato Sociale costruito dal Fascismo nel corso del ventennio e in gran parte ancora in vigore a dimostrazione della sua validità e modernità. Non c’era niente da restaurare.
Questo è “torcicollismo”?
Quando nacque Alleanza Nazionale molti di noi erano perplessi sulla trasformazione del MSI. Stavamo vincendo ovunque, perché cambiare ? Ricordo la telefonata di Pinuccio Tatarella, ( l’inventore assieme a Fisichella, Ramponi, Rasi, Armani, di AN) che esortava me e quelli come me ad accettare il cambiamento: vuoi continuare a sognare o vuoi provare a realizzare i tuoi sogni? Repubblica presidenziale, Socializzaziome dell’economia: non più operai ma produttori di ricchezza partecipi della vita economica delle aziende , governo affidato all’aristocrazia del lavoro.
Mi convinse; formai il primo circolo di AN a Savona e comincio’ il periodo più entusiasmante. E contrariamente a quello che sostengono gli scontenti di sempre i nostri sindaci, presidenti di provincia e di regione, i nostri ministri e sottosegretari diedero, quasi tutti , buona prova di se’ e delle nostre idee. E, sopratutto, non rubavano.
Era la ricerca della “terza via”; la ricorda Signora?
Poi il pallino passo’ al dottor Berlusconi e non fummo più noi il fulcro del centrodestra. All’interno di AN entrarono in azione quelli che chiamavamo “i Berluscones”, un nucleo che faceva capo ai deputati Gasparri, La Russa, Matteoli e attorno ai quali (convegno di Assisi della componente Destra protagonista) volteggiava già con le idee chiarissime sul suo futuro, una giovanissima Giorgia Meloni.
E la terza via si perse nelle catacombe romane.E i sogni finirono. Scomparvero nel calderone delle leggi “ad personam” del liberismo aziendalista esasperato al cui servizio di piegato lo stato. Addio alla prosecuzione della costruzione dello Stato Sociale.
Anche questo è torcicollismo? O è guardare ai fatti del passato, con amarezza certo, ma con fredda lucidità per capire il presente, riprogettare il futuro e non ripetere errori?
Quanto al “folklore nostalgico” non è certo un’accusa rivolta a chi come me non ha mai espresso rimpianti per stivaloni, orbaci, uccelli vari sul berretto.
Per la verità fino a qualche anno fa indossavo la camicia nera tre volte l’anno: il 23 marzo: fondazione dei fasci contro il bolscevismo, il 21 aprile: Natale di Roma farò di civiltà, cultura, integrazione e non vuoto nazionalismo , il 28 ottobre: il potere passa dalle mani di pochi alle mani del popolo,. Certo agli occhi di molti, ero brutto, sporco e cattivo e nella Liguria rossa ero un Paria. E la mia era una provocazione aperta e chiara. Non l’ho più indossata negli anni di AN quando mi sono accorto che per gli italiani non ero più “brutto, sporco e cattivo”. Anzi! Quelli che prima mi guardavano in tralice o si giravano dall’altra parte, iniziarono a sorridermi! Pacche sulla spalla, era ora! E allora….
Ma la marea sta cambiando e allora ho chiesto a mia moglie, alcuni giorni orsono, di mettermela indosso quando me ne andrò. Perché la mia gabbana è di una stoffa che non si può rivoltare.
È “torcicollismo”? No, Signora è coerenza.
Certo, abbiamo rispetto e affetto per inostri caduti.
È forse folklore nostalgico ricordare l’assassinio a pochi passi da me di Ugo Venturini? Di Sergio Ramelli?, dei fratelli Mattei? E di tutti gli altri che hanno pagato con la vita la loro coerenza. O è folklore nostalgico andare, da solo, senza clamore quando posso, a salutare i ragazzi della San Marco sepolti nel cimitero delle Croci Bianche ad Altare? Io credo che si tratti di rispetto per chi poteva defilarsi ma ha preferito combattere a viso aperto per le proprie idee e morire per questo. E mi pare giusto ringraziarli del loro esempio.
Di una cosa però devo ringraziare la signora Meloni e i suoi parenti d’Italia, per aver finalmente chiarito che gli “uniamoci uniamoci” perché altrimenti vincono i “ gomunisdi” era ed è solo un mezzuccio per prendere voti e per salvare i soldi di chi ce li ha, e tanti.
Come e’ un mezzuccio con il quale fa il paio “ il pericolo fascista” agitato dai parenti di Stalin con lo stesso scopo: voti e soldi e potere e pretende e privilegi. Anche se parlare di pericolo fascista è semplicemente ridicolo. E lo sanno anche loro, ma conviene, rende, e allora dalli al fascista.
Concludendo: Lei è Giorgia” e io sono il “terrone neofascista di scuola almirantiana.”
Il mio mondo non è quello di chi vive , spesso da sempre, e alla grande, con i soldi della politica senza aver lavorato per davvero un solo giorno. E che non deve mai chiedersi: ma me lo posso permettere?
Io ho vissuto e vivo del mio lavoro di Avvocato da oltre 50 anni.
E tanti come me hanno vissuto e vivono non di politica ma di lavoro superando e vincendo ansie, difficoltà e problemi a volte pesantissimi. E costruendo, spesso con grandi sacrifici e rinunce il loro futuro e quello dei figli. Con onestà, con dignità. Con tenacia .
Il mio mondo è guardarsi allo specchio al mattino senza arrossire. Orgoglioso del mio passato. E senza provare vergogna per quello che sono stato e che continuo ad essere.
Diceva Almirante: siamo caduti tante volte ma ci siamo sempre rialzati. Ci rialzeremo anche stavolta, Signora, e per andare avanti . Ci conti. Buon viaggio.
Antoniobenedetto (Nino) Chirò
(dalla pagina Facebook)