Tra Savona e Albissola Marina si trova lo scoglio della Madonnetta con una piccola edicola collocata sulla roccia e che fu edificata nel 1653 da Francesco di Nicola Grossi come indica una piccola lapide posta alla base. Meritano interesse ancora due notizie:
di Danilo Bruno
a) Matteo Vinzoni nella propria descrizione cartografica della Repubblica di Genova annotò proprio lo scoglio e l’edicola fra gli elementi rilevanti del paesaggio nel 1722;
b) Nel 1897 l’edicola fu oggetto di un restauro propiziato da Bernardino Gervasio insieme ad altri uomini cattolici di Albissola Marina. Egli fu capitano marittimo dal 1851 al 1890 quando si ritirò dall’attività proprio nella cittadina albisolese.
Lo scoglio presenta poi una particolarità botanica poiché il vento vi ha trasportato terriccio e soprattutto la Anthyllis Barba – Jovis , pianta, che si ritrova più facilmente sulla costa mediterranea africana e comunque più a sud della Liguria.
Vi sarebbero anche altri aspetti da rammentare dalla presenza di relitti di poseidonie fino ai coralli accertati alla base dello scoglio ma ciò che merita attenzione è l’intera area poiché essa rappresenta una salutare pausa, quasi un prendere fiato fra l’abitato continuo delle Albissole e quello di Savona.
In questa zona infatti in vista del Rio Termine si riesce a ritrovare un tratto di spiaggia libera e soprattutto priva delle colate di cemento, che contraddistinguono purtroppo quasi tutta la nostra regione.
In questo contesto assume un importante rilievo la battaglia condotta dai comitati civici affinché la spiaggia possa tornare finalmente libera e soprattutto l’Autorità Portuale tolga tutti gli impedimenti e i rischi ad un godimento adeguato e privo di rischi della zona.
Qui infatti, da quando fu sconfitto il fronte del porto, che voleva edificare l’ennesimo inutile porto turistico con annesse abitazioni, pare quasi che l’Autorità Portuale e il Comune vogliano vietare l’accesso ad una spiaggia che dovrebbe essere adeguatamente ripulita di tutti i rottami e di ciò che non vi è pertinente per essere restituita alla pubblica fruizione.
Tutto ciò avviene nonostante i continui interventi del Difensore Civico Regionale, che allo stato attuale, paiono assurdamente disattesi.
Riportare la spiaggia alla libera fruizione e demolire anche, se necessario, i volumi inutili vorrebbe dire conquistare uno spazio autonomo per savonesi, turisti e turiste ma soprattutto riconquistare completamente un’area, che proprio per la presenza della Madonnetta dovrebbe anche essere ricondotta ai valori umani, spirituali e di accoglienza verso tutte le genti a cui il Mediterraneo si presta culturalmente fin dai tempi più antichi.
Si tratta quindi di una azione di recupero al contrario, permettendo finalmente alle persone di godere di uno spazio oggi senza alcuna ragione inibito alla pubblica fruizione.
Si potrebbero poi proporre attività di snorkeling, di studio e ricerca sulla vegetazione costiera,…ma questo potrebbe essere il futuro di un’area, che oggi vuole solo essere riaperta perché la spiaggia e la Madonnetta non meritano di essere inibite alle persone.
Danilo Bruno