“Perché a Loano sia bello vivere occorre migliorare l’andamento economico, elevare la qualità della vita, promuovere la crescita culturale. Non abbiamo ricette in tasca, ma abbiamo idee e ve le proponiamo. Questi sono i nostri candidati. Partito Comunista elezioni amministrative del 26 – 27 giugno 1983”. E il 14 giugno dello stesso anno la clamorosa retata antitangenti che scosse la Liguria e l’Italia, con l’arresto del presidente della Regione Teardo, della Provincia di Savona, di sindaci, assessori, tecnici, imprenditori e ‘cassieri’ del clan.
Tutto iniziò dall’esposto di un loanese acquisito, Renzo Bailini, corrispondente del Lavoro e ‘massone’ in una loggia di Imperia e da articoli su sospetti finanziamenti al Savona Calcio, le prime comunicazioni giudiziarie, perquisizioni, del cronista di giudiziaria Luciano Corrado, finito nei guai anche per pubblicazione di notizie coperte dal segreto istruttorio, diffamazione aggravata ai danni dell’intoccabile e del riverito, da alcuni quotidiani con cronaca ligure inclusi, fine a quel momento.
Loano fu appena sfiorata per via di consorterie massoniche, nessun avviso di reato. Il Pci loanese fece benissimo a non strumentalizzare e comunque raggiunse un risultato senza uguali.
Nota di cronaca qualche anno dopo emergerà, nell’ambito di inchieste sul Depuratore consortile di Savona, ruolo delle Cooperative rosse di Reggio Emilia, sulla ‘gestione calore’ del Comune di Savona che era proprio un esponente di Loano (Vener Costa) della Federazione provinciale ad esercitare il ruolo di custode (segretario amministrativo- cassiere) dei ricchi bilanci miliardari del partito, arrivato ad avere oltre una trentina di dipendenti nella sede di Via Paleocapa. Il compianto iscritto, indagato, fu scagionato dalle accuse, non si arricchì ed il suo ruolo era unicamente quello di intestatario e fiduciario della ‘cassa’. Emerso tre conti bancari ed una dozzina di libretti al portatore, mai utilizzati da Costa a fini personali. Un galantuomo, forse non scelto casualmente (solo in una ristretta cerchia si sapeva), educato, rispettoso e moderato, allineato agli ideali comunisti. Vener Costa, piccolo albergatore, all’epoca capogruppo uscente e capolista alle comunali di Loano del 26 e 27 giugno 1983. E quando, ripetiamo, nulla era emerso sul suo conto nell’ambito di inchieste giudiziarie.