In Costa Azzurra doppio binario sulla ferrovia storica costiera, in Liguria stazioni lontano dal mare. Nel ponente savonese si bucano montagne e si distrugge l’entroterra per lo spostamento della ferrovia e per la nuova autostrada Borghetto-Predosa.
di Gabriello Castellazzi*
Con i miliardi del “Ricovery fund” anche per l’Italia si riaprono le speranze di una ripresa economico-sociale, ma nello stesso tempo sorgono preoccupazioni circa il razionale utilizzo delle quote destinate a progetti classificati come eco-sostenibili, ma che tali non sono. Tutta la Liguria soffre per l’accentuarsi del problema trasporti (sia stradali che ferroviari), ma come verranno impiegati i capitali che dovrebbero contribuire a risolverli?
Per il ponente savonese la Regione Liguria ha già manifestato un preciso orientamento: completamento del raddoppio, con spostamento all’interno, della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, sulla tratta Andora-Finale Ligure, e la costruzione della nuova bretella autostradale “Borghetto-Predosa”.
I due progetti, nelle linee generali, sono già noti da anni al grande pubblico e hanno sollevato molte perplessità. Infatti – se realizzati così come presentati – secondo tutte le associazioni ambientaliste, porteranno in prospettiva più danni che benefici.
Mentre sulla “Costa Azzurra” la ferrovia storica (che raggiunge Nizza e prosegue oltre anche con il TGV) ha visto realizzato da molto tempo il secondo binario, con l’eliminazione dei passagi a livello (con sottopassi e sovrappassi), garantendo un servizio ottimale per tutte le attività turistiche delle comunità costiere, sulla “Riviera Ligure” di ponente prosegue la disastrosa politica di allontanamento delle stazioni ferroviarie dal mare.
L’attraversamento della piana di Albenga (con distruzione di vaste aree agricole) e il traforo delle colline fino a Finale Ligure causeranno danni incalcolabili al territorio, oltre a disagi per turisti, lavoratori e studenti. Paradossalmente verrà incentivato l’uso dell’auto quando i finanziamenti dovrebbero al contrario essere usati per agevolare spostamenti senza gli incubi del traffico che attualmente soffoca la nostra Riviera.
Dagli Assessori della Giunta Toti giungono, inoltre, periodiche dichiarazioni circa la precisa volontà di realizzare anche la bretella autostradale Borghetto-Carcare-Predosa (nuove lunghe gallerie e viadotti con distruzione del delicato territorio del Finalese). I collegamenti con il Piemonte si possono migliorare con lavori sulle attuali linee ferroviarie Savona-Torino e Ventimiglia-Cuneo e controllando il pericoloso traffico dei TIR, che intasa l’ “Autostrada dei Fiori” ( dovrebbe essere in gran parte dirottato sull’ “Autostrada del Mare”con navi ecologiche a basso consumo energetico).
Su tutto questo quale è la reale opinione dei cittadini? Sono stati presi in seria considerazione tutti i pareri tecnici? Si spera forse di poter bypassare le regole costituzionali (art.9) di tutela dell’ambiente e del paesaggio ?
Secondo i Verdi savonesi la Giunta Regionale non sta rispettando la legge relativa alle procedure riguardanti la progettazione e l’approvazione dei due devastanti progetti.
In Francia, grazie alla legge “Barnier” del 1995, esiste un sistema che regola la partecipazione di tutti al processo decisionale riguardante la realizzazione di infrastrutture importanti. L’organizzazione di questo “dibattito pubblico” segue procedure precise che coinvolgono i soggetti detentori di interessi inerenti l’opera da realizzarsi.
Ma questa non è solo una prerogativa della Francia, perchè la procedura è stata introdotta in conformità alla normativa europea sulla trasparenza degli atti amministrativi “ per migliorare la qualità e l’efficacia delle decisioni pubbliche mediante la più ampia partecipazione dei cittadini e delle Amministrazioni locali interessate alla realizzazione di opere con un significativo impatto ambientale”.
La procedura viene attivata nella fase iniziale della progettazione in relazione alla fattibilità, quando il proponente è ancora nelle condizioni di poter scegliere se realizzare l’opera e, eventualmente, quali modifiche chiedere di apportare al progetto originale.
La stessa Regione Liguria si era formalmente uniformata con la propria legge del 16 febbraio 2016: “Misure per il rafforzamento delle fasi di progettazione e finanziamento di opere pubbliche di particolare rilievo” e all’ art. 18 ha precisato che “al fine di individuare le soluzioni ottimali, di assicurare maggior certezza dei tempi di realizzazione nonché di promuovere l’accettazione sociale da parte delle collettività locali interessate, la Regione definisce le procedure per una esaustiva forma di “dibattito pubblico” sulla base di un adeguato livello di progettazione”.
Ma questa procedura obbligatoria, e vincolante per la stessa Regione, nel savonese non è mai stata attivata pur essendo ben note le problematiche relative alle due delicate opere pubbliche. Come sulla “Costa Azzurra”, anche in Liguria si può completare il raddoppio della ferrovia costiera e i tecnici possono trovare soluzioni compatibili con la “transizione ecologica”, base di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.
Gabriello Castellazzi*
Il portavoce della Federazione dei Verdi della provincia di Savona.