Spotorno fu visitata e abitata da due grandi nomi della letteratura: Lawrence e Camillo Sbarbaro, ma cosa resta oggi del poeta, traduttore e studioso di licheni ? La tomba nel cimitero accanto alla sorella Lina e alla zia Benedetta e una lapide sulla casa di abitazione, oggi di proprietà privata.
di Danilo Bruno
Il primo merita attenzione poichè dopo una diagnosi di tubercolosi capitò con la moglie Frieda a Spotorno, nel novembre 1925, alloggiando prima a Villa Maria, oggi Hotel Miramare e successivamente prese in affitto un alloggio a Villa Bernarda, una grande costruzione di colore rosso di proprietà della moglie del tenente dei bersaglieri Angelo Ravagli.
Qui Lawrence e Frieda alloggiarono fino a marzo del 1926 e si sviluppò la storia d’amore fra il proprietario e la moglie di Lawrence che, secondo la tradizione, gli avrebbe ispirato uno dei suoi maggiori capolavori: L‘amante di Lady Chatterley, ove naturalmente le figure e i personaggi mutarono tanto che la figura dell’amante fu identificata con un fattore.
In realtà alla morte di Lawrence Ravagli raggiunse Frieda, di cui divenne il terzo marito, per poi tornare in Italia alla sua morte. Oggi Angelo Ravagli riposa nel cimitero di Spotorno.
Evidentemente in queste poche righe diviene difficile comprendere la portata della visita di Lawrence a Spotorno e soprattutto il rapporto intessuto con l’Italia ( ” Il sole brilla, ‘eterno Mediterraneo è celeste e giovane,le ultime foglie stanno cadendo dalle viti nel giardino.I contadini sono gentili.” tratto da http://www.spesturno.it) .
Purtroppo di questo fatto non rimane praticamente nulla se non due modeste lapidi: una a fianco dell’entrata dell’attuale hotel Miramare e l’altra vicino a ciò che rimane dell’antica Villa Bernarda, oggi trasformata in abitazioni private senza che un solo intervento pubblico vi sia stato quando ancora si poteva impedire la trasformazione in appartamenti.
La cosa è veramente curiosa poiché il rapporto fra il ponente ligure e il Regno Unito è stato nei due secoli precedenti molto intenso dalle presenze da Alassio a Bordighera passando per i giardini della Mortola, ricordando la presenza di Bicknell, fondatore dell’omonimo museo nonchè primo studioso scientifico delle incisioni del Monte Bego oltrechè botanico, esperantista,…, dei suoi nipoti Edward e Margaret Berry che documentarono tutto l’entroterra e lo stato dei monumenti in un libro di grande interesse come “Alla Porta Occidentale d’Italia” , della famiglia Hanbury che diede origine all’omonimo giardino di acclimatazione.
Villa Bernarda avrebbe quindi potuto costituire un punto di sicuro richiamo e di studio sulle relazioni italo-britanniche in cui si poteva tranquillamente inserire la vicenda del Transylvania che vide proprio Spotorno tra le città protagoniste.
A questa vicenda di poca considerazione per la propria storia e cultura si può ben associare Camillo Sbarbaro.
Qui la storia è leggermente diversa poiché il Comune ne ha onorato la memoria con un convegno storico nel 2017 in occasione del cinquantesimo della morte mentre l’omonimo Centro Studi è ospitato presso la biblioteca civica.
Bisogna però indagare bene poichè Sbarbaro trascorse gran parte della propria vita fra Genova e Spotorno dopo che il padre, alla morte della madre, per ragioni di lavoro lo affidò, con la sorella Lina, alle cure della zia Benedetta ma l’omonimo Centro Studi deve essere l’unico al mondo dedicato ad una persona di cui non conserva neppure un manoscritto.
Bisogna in primo luogo fare due precisazioni:
a) Sbarbaro non conservava mai nulla dei propri manoscritti tendendo a distruggere tutti gli appunti una volta che le proprie edizioni erano state stampate;
b) Egli fu poeta, traduttore e studioso di licheni tanto che spesso le persone in tutto il mondo lo conoscevano solo per un aspetto della propria vita ed egli per molto tempo contribuì al proprio mantenimento tramite la vendita di erbari. Anzi, durante la propria attività scientifica battezzò pure alcune specie di licheni che scoprì proprio nelle proprie escursioni nel territorio spotornese.
Il materiale scientifico fu poi donato dal poeta al Museo di Storia Naturale di Genova dove è conservato in un armadio appositamente collocato nel Laboratorio del Museo.
Nel 2016 si cominciò a lavorare al convegno scientifico sulla figura di Sbarbaro mentre il sottoscritto, allora comandato al Comune di Spotorno, curò il riordino dei libri e del materiale vario (soprattutto appartenente alla sorella Lina) conservato nel Centro Studi e di cui oggi è possibile avere traccia sul sito comunale (www.comune.spotorno.sv.it) .
In quel periodo proposi alcune attività propedeutiche che furono realizzate in collaborazione con la casa editrice S.Marco dei Giustiniani di Genova la Scuola del Teatro Stabile e la locale Associazione Pontorno indi riuscì a portare a parlare del poeta tutte le persone che in qualche modo lo avevano conosciuto o avevano per ragioni diverse (studio,ricerca,amicizia,…) interloquito con la sua figura.
Ricordo ancora che nella “mia modesta figura” di semplice appassionato proposi al Comitato scientifico di tentare di dare una immagine completa del poeta sia come letterato ma anche come traduttore (si dice che traducesse dal greco Antico senza vocabolario) e come scienziato naturalista.
La proposta fu accolta dagli studiosi di storia della letteratura italiana che facevano parte del Comitato scientifico ma il Comune di Spotorno (Sindaco Fiorini e assessore al personale Spotorno) decise di non rinnovare il mio comando e io me ne tornai mestamente a Noli.
So che il convegno fu tenuto ma purtroppo la dimensione complessiva della figura di Sbarbaro non fu forse colta poi, a quanto ne so, come in tutte le storie: la porta fu chiusa, il Centro studi pure, il busto di Sbarbaro è sempre nel Palace Hotel e della poesia, dei licheni o anche semplicemente di un traduttore che, emigrato a Borsana per i rischi legati alla seconda guerra mondiale, passava il tempo traducendo dal Greco Antico I Ciclopi di Eschilo nulla rimane se non la tomba nel cimitero di Spotorno accanto alla sorella Lina e alla zia Benedetta e una lapide sulla casa di abitazione, oggi di proprietà privata.
Danilo Bruno