La politica pratica soprattutto gli annunci (ma il presidente Draghi ripete ‘non voglio promettere nulla che non sia realizzabile in tempi certi’). Dalla Valle Arroscia un modello di buon esempio di imprenditoria privata e senza echi di stampa. E’ la bellissima storia della giovane ‘Azienda Agricola Gualtieri’, sede e cantina di ultima generazione a Rezzo, quasi due ettari di vigneto (oltre 12 mila piante) e una piccola produzione di extravergine tra Pornassio, Chiusavecchia, Imperia dove si trova anche la Tenuta Il Serro in regione Monade, nel bosco.
di Luciano Corrado
Trucioli.it nel recente passato ha dato notizia di alcuni avvenimenti, diciamo così, che hanno segnato la storia di Pornassio: dalla chiusura della ‘Cantina di Case Rosse‘, alla vendita dei vigneti dello storica ‘Azienda fratelli Guglierame‘, ai vigneti venduti da Marcello Denegri. Negli ultimi due casi a comprare è stata la Peq Agri di Andora di Marco Fausto Luzzati. La famiglia deteneva la maggioranza nelle quote della Centrale del Latte di Torino e un Luzzati fu vice sindaco di Genova, con Sansa sindaco.
Luzzati jr ha fama di imprenditore serio, determinato, coerente nei suoi progetti (con un resort a Tovo San Giacomo) e nella priorità alla produzione biologica. Nel luglio 2020 aveva acquisto l’Azienda di Massimo Lupi, a Pieve di Teco, nata nel 1960. E nella zona di Andora e Testico ha reso nuovamente fertili molte migliaia di mq. anche in zone impervie.
Oggi un altro personaggio che non è alla ricerca di visibilità mediatica e non ha ancora notorietà da esibire: Roberto Gualtieri, un giovane che ha scelto di seguire, con grande dinamismo, passione, volontà e perché no fatica, le orme del padre. E sta coronando un sogno via via sempre più realtà. Quasi a piccoli passi.
Papà Gualtieri, origini calabresi, il nonno Anselmo idem e migrante in cerca di lavoro era arrivato a Pieve di Teco per poi andare in sposo a Cosio d’Arroscia. Papà Gualtieri, seconda generazione, ha fatto il suo esordio di viticoltore con un piccolo vigneto a Ponti di Pornassio. E un passo dopo l’altro, con tre amici di Rezzo, ha acquisito, ora comprando, ora in affitto, terreni ricoperti di rovi ed abbandonati. Ha messo a dimora piantine di Ormeasco di Pornassio che iniziano a produrre per la vinificazione al quarto, quinto anno. Ha proseguito a cercare terreni varcando i confini di Pornassio e Rezzo dove vive ed ha sposato Patrizia Amulio, impiegata di banca in pensione, figlia unica. Il padre, Carlo, è stato tra i benemeriti fondatori della Pro Loco di Rezzo e presidente per 25 anni, collaborando con il compaesano avv. Gabriele Boscetto, personaggio conosciuto nel ponente ligure e che era stato eletto senatore della Repubblica.
Mamma Patrizia racconta: “Ho due figli, Cristian marinaio con la Carnival Crociere e quando torna a casa non si tira indietro per dare una mano al fratello. Roberto si è innamorato del lavoro manuale nei vigneti, oliveti e in cantina. Con lui collaborano un cinquantenne di Cenova, Massimo, la cui famiglia è stata la più danneggiata dal movimento franoso e un secondo ragazzo. Per me sono sempre ‘ragazzi’. Diciamo che i sacrifici sono molti, ma anche le soddisfazioni. Il mio compito è occuparmi di incombenze burocratiche nella gestione amministrativa dell’azienda famigliare. Chi non è pratico non può credere cosa comporti la burocrazia. Non ci sono solo le fatture, tenere in regola due dipendenti, seguire i corsi di aggiornamento, il registratore di cassa che pochi mesi dopo l’acquisto, a settembre 2020, deve già essere adeguato. C’è il ‘quaderno’ di campagna per l’uso dei ‘prodotti’, c’è la lotteria degli scontrini, la dichiarazione dei redditi. Altrimenti bisognerebbe affrontare anche la spesa del commercialista. La mia seconda incombenza dopo i lavori di casalinga e cucina nostrana. Che aggiungere se non che la parte più difficile è anche la vendita del prodotto. Compensata dalla gioia di vedere Roberto ricco di passione, felice lavoratore, soddisfatto di fronte ad un impegno gravoso che affronta volentieri. Quasi una sfida laddove c’è chi si arrende. Vedo tre giovani orgogliosi di ciò che realizzano nei campi e in cantina con l’assistenza dell’enologo Alex Berriolo e della Cia”
La prima significativa tappa era iniziata nel 2006. Inizialmente produzione di uva Ormeasco di Pornassio conferita alla Cooperativa Viticoltori Ingauni. Poi con l’acquisizione di terre e coltivazioni si è passati pure all’Ormeasco Superiore, al Vermentino, Pigato e Sciac-Trà. E non meno importante farsi un’esperienza, non illudersi, non cullarsi, confrontarsi con i risultati e la concorrenza di chi ha ormai raggiunto livelli qualitativi senza i quali il successo non è affatto scontato. Il ‘modello dell’azienda Gualtieri’ rappresenta più di una speranza sul futuro delle nostre valli montane che hanno sofferto e soffrono l’assenza di un ‘modello politico di sviluppo’ fino ad oggi improntato a tante promesse, alla mancanza di strategie di pianificazione territoriale. Gli avi avevano reso con il sudore terreni fertili fino alle zone più scoscese, i paesi erano popolati, con un’economia silvo-pastorale frutto del dinamismo. La corsa alla città, al posto di lavoro sicuro, al clientelismo del politico di turno, lo spopolamento, hanno dato i frutti amari degli ultimi decenni. Ecco perchè anche l’Azienda Gualtieri può rappresentare un altro granellino verso l’attesa ed auspicata ripresa dell’economia agricola collinare e della sinergia.
La cantina di Rezzo ulteriore esempio da gioiellino: 15 botti ed un’attrezzature completa, grazie anche ai contributi Europei. Lo stemma dell’azienda è semplice e significativo: una vigna dominata dal campanile della chiesa parrocchiale di Pornassio. E la prima vinificazione con etichetta propria è della vendemmia 2020.
Le olive taggiasche invece sono per ora vendute ai frantoiani.
Luciano Corrado