Un monumento unico nel suo genere e peculiare della Liguria. Si trova a Bardino Vecchio per iniziativa dell’Amministrazione Comunale e della Confraternita di San Carlo. Una bella storia diventata realtà. Il monumento al Cristezzante è illuminato: si conclude così la riqualificazione dell’area che l’ha resa pienamente fruibile a tutti. Ci sarà poi tempo per l’inaugurazione e per fare festa insieme, annuncia il sindaco Oddo.
IL POST DEL SINDACO Alessandro Oddo –
Mi piace raccontarvi di come questo piccolo, ma affascinante spazio urbano racconti ben di più di quello che gli occhi possono vedere. Non è solo una nuova piazza, ma un insieme di racconti, tradizione, storia e amore per il proprio territorio….
L’area nel 2016 era abbandonata, ricoperta di rovi e a volte usata anche per abbandoni: partendo dalla necessità del Comune di ripristinare l’impianto drenante realizzato anni prima per sostenere il versante, da subito si svilupparono diverse idee di come “riempire” quest’ansa sulla provinciale e la principale delle quali fu quella della Confraternita San Carlo di Bardino Vecchio.
L’area infatti, fino al periodo napoleonico, come più volte aveva scritto il geom. Lino Folco, era il luogo dove sorgeva l’antico Oratorio (già in rovina nell’800 e demolito nello stesso periodo) e c’era quindi la volontà da parte dei confratelli di valorizzare quello spazio magari con un monumento, il primo ed unico in Italia e nel Mondo dedicato alla tradizione dei “cristezzanti”, dei portatori dei crocefissi lignei durante le processioni religiose.
Si partì da quella idea, seguita per l’Amministrazione da Luciano Cesio, e venne realizzato il nuovo muro in pietra e posizionata la bellissima statua realizzata in pietra locale per conto della Confraternita dallo scultore Cesare Oneda.
Poi, lo scorso anno, di concerto con la famiglia Bergallo e Grossi che stava realizzando un intervento edilizio in zona, si è deciso di completare l’area creando una vera e propria zona pedonale utilizzando a scomputo parte degli oneri di urbanizzazione.
E siamo ai giorni nostri con la nuova illuminazione che da questa sera rende ancora più suggestiva l’area … ma il racconto non è finito.
Mi piace sottolineare che le due panchine in pietra del Finale che abbelliscono la piazzetta hanno una loro storia: queste infatti vennero recuperate da un intervento edilizio ad Albenga, oltre trent’anni fa, in quanto erano destinate ad essere distrutte in discarica (si buttava via tutto anche le cose più preziose): furono così portate a Tovo e accatastate nell’area di Sant’Eligio in attesa di un loro utilizzo. Le panchine finalmente sono state pulite e posizionate e le loro “gambe” utilizzate come dissuasori contro la sosta selvaggia.
Ma i racconti proseguono: come quello che riguarda Emanuele Folco di Bardino Vecchio che, non molto tempo fa, ricordandomi della secolare quercia che fino agli anni 2000 dominava l’area e che, purtroppo pericolante, venne a malincuore tagliata, mi ha detto: “Sindaco, perché non mettiamo una targa per ricordare a tutti di quel bell’albero maestoso che dominava quel tratto di strada?”.
E come non ricordare con affetto il cartello scritto in dialetto ligure dai compianti Giacomo Accame e da sua moglie Bruna Bianco che accolsero con piacere l’invito del nostro vicesindaco Luigi Barlocco a lasciare una testimonianza anche nel nostro idioma?
Concludendo: se è vero che spesso nel piccolo, si nascondono le cose più preziose, allora questa piazzetta davvero racchiude più di quello che ognuno di noi possa immaginare!
COMMENTI FACEBOOK – Stefano Parodi: Famosa quercia mi ricordo mio padre operaio comunale con i vvf di notte a tagliate i rami che toccavano i camion che percorrevano lungo la statale. Risponde Eligio Accame (ex sindaco)- Si Stefano, ma non è vero che c’era l’oratorio ! Non è possibile li c’era una quercia di oltre 5 secoli che tuo padre e altri curavano per il Comune e di proprietà della famiglia Nario, acquistata dal Comune negli anni 80 per salvaguardarla come monumento naturale …. poi rovinata e infine abbattuta dalle successive amministrazioni comunali … poi area abbandonata e infine recuperata. L’antico oratorio era nelle vicinanze ma non li.