Per ‘Vetrine d’artista’ (sede Banca Carige, ex Carisa, corso Italia a Savona) espone Fiorenza Ferrari dal 1 Aprile al 4 maggio 2021. Curatore la Dr.a Silvia Bottaro presidente Associazione “Aiolfi” no profit, Savona e critico d’arte. Leggi anche la lettera di Elena Palese mamma di una bimba che ha scoperto i pregi dell’educazione col Metodo Montessori e propone una scuola: sarebbe un fiore all’occhiello per Savona.
di Silvia Bottaro
Fiorenza Ferrari ha frequentato il Liceo Artistico savonese “A. Martini”. La lezione dei Maestri R. Bertagnin , G. Parini e G. Pollero è stata la base su cui la sua sensibilità innata verso il disegno, la raffinata e difficile tecnica dell’acquerello (percorsa soprattutto dagli anni ’90 del secolo scorso) ha trovato “lievito” da cui progredire fino ad oggi. La sua prima mostra personale è stata realizzata nel 1974, nella Galleria S. Lorenzo di Cairo Montenotte sul tema prevalentemente naturalistico. E’ stata una delle molte giovani “voci” del panorama artistico ligure esplicitata attraverso la vetrina della Galleria Sant’Andrea a Savona, direttore Luigi Pennone, era il 1979.
Sono numerose le partecipazioni a mostre di rilievo tra cui: “Under my skin “ galleria la Vaccarella di Roma 23/30 gennaio 2016; Mostra “Italia e Americhe attraverso le migrazioni “ Biblioteca Universitaria di Genova, a cura delle Fondazione Casa America e Fondazione De Ferrari dal 7 dicembre 2016 al 17 dicembre 2016.
Con l’Associazione “R. Aiolfi” no profit, Savona ha aderito a diverse esposizioni presentando sempre il suo “occhio” rivolto dall’io al Mondo. Il critico Luciano Dresda ha identificato il suo fare arte (sempre con un tratto molto garbato e raffinato)come “Simbolismo immaginario”. Certo è che il naturalismo è per la Nostra fonte di ispirazione: il suo sguardo personale diviene universale. Così dall’albero maestoso, alle corolle delicate dei suoi fiori in un “carosello” di colori delicati, mai gridati, come versi di una poesia intima, a volte gioiosa, altre molto riflessiva. Il suo abbraccio all’umano (morbidi, leggeri i suoi nudi dalle forme sinuose e qui, mi sia consentito, ritrovo la lezione dello scultore Bertagnin, genero di Arturo Martini) ed al mondo diventa il nostro abbraccio ricco di pathos. Come in uno specchio ci sono molti incroci di sguardi tra uomini e animali (i cavalli), incontri rivelatori: la Natura prima di parlare, guarda!
Il suo disegno, la sua tavolozza (ricca di sfumature, trasparenze intime, financo spirituali, luce rasentante) sono una pratica per creare scenari di memoria mai banali e sempre rivolti al domani. Così l’intricata presenza delle vele ci riportano alle radici di questa Terra percorsa dagli esploratori per mare, ma, pure, alle sue città costruite sulle banchine (Savona ne è un esempio), fino alla ricerca della luce, dei riverberi lasciati dalla velocità delle due ruote di una bicicletta (un tema retaggio dal futurismo) passando nella pozzanghera del lastricato di una strada: percorsi ispirati dalla natura e trasferiti sulla tela col cuore quale, pare di poter dire, in un certo senso, morbida denuncia del contemporaneo che non ha rispetto per l’altro, per la Natura. Fiorenza Ferrari si fa portavoce di una verità, solo in apparenza ovvia, ovvero Natura e Cultura sono inscindibili, inseparabili, inestricabili.
Silvia Bottaro
LETTERA APPELLO AL SINDACO DI SAVONA
‘DA MAMMA HO CONOSCIUTO E PRATICATO IL ‘METODO MONTESSORI’
PERCHE’ NON APRIRE UNA SCUOLA AD HOC CHE SAREBBE UN FIORE ALL’OCCHIELLO
Gentile Sindaco, premetto che non sono originaria di Savona, mi sono trasferita qui a inizi 2016 perché un savonese mi ha rubato il cuore e mi trovo molto bene. A fine 2016 ho avuto una bimba che è nata al San Paolo. Da lì mi si è aperto un mondo ed è iniziato il mio interesse per il Metodo Montessori. Desiderando far frequentare alla mia bimba una realtà Montessoriana ho cercato un pò nei dintorni, ma mi sembra che qui non ci sia nulla del genere.
Avendo solo avuto un’infarinatura generale sul Metodo, mi sono meravigliata davanti alla vita di questa donna spettacolare: una delle prime donne a frequentare la facoltà di medicina, ha coniato un Metodo all’avanguardia (considerando che stiamo parlando di 120 anni fa) improntato sullo sviluppo dell’autonomia di ogni singolo bambino e che ancora oggi è attualissimo e molto usato. E’ veramente affascinante!
E per quel poco che sono riuscita a praticare a casa è davvero utile e ha divertito molto anche me! Avevo visto che qui a Savona intorno al 2015-17 sono stati organizzati dei corsi per insegnanti sul Metodo e, a detta di qualche giornale, c’era in progetto di aprire qualche scuola a Metodo Montessori. Mi chiedevo, se ciò fosse vero, dove si è arenato il progetto e perché.
E mi domandavo se ci fosse la possibilità di riprenderlo in mano in qualche modo e farlo diventare cosa concreta.
I bambini sono il cuore pulsante della società, e sono sicura che Lei che ne ha 3 (mi sembra di ricordare, è corretto?) mi capirà sicuramente. Se ci preoccupiamo del loro futuro, di sicuro ne gioverà l’intera città!
Oltre a ciò che una scuola di questo tipo potrà essere il fiore all’occhiello di una città che è già molto bella.
La ringrazio per veramente per avermi dedicato il Suo tempo, e mi auguro veramente con tutto il cuore che ci possa essere anche solo uno spiraglio.
Le mando un abbraccio e un bacio anche ai suoi bimbi.
Elena Palese
COMMENTI SOCIAL –
Angela Lariccia-
Maria Montessori diceva che i capricci sono aspetti di un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende.
I capricci sono un modo di comunicare dei bambini che reclamano un bisogno non soddisfatto di aiuto, di attenzione, che segnalano paura o fatica a tollerare le regole imposte dagli adulti.
Il capriccio è un bisogno inespresso, non qualcosa di sbagliato. Non riusciamo a vedere il bisogno perchè ci fermiamo all’etichettamento del capriccio. Cerchiamo di capire cosa c’è dietro a quel comportamento. Usiamo empatia. Cosa sta cercando di dirci con questo comportamento?
E’ i loro modo di esprimere sentimenti di rabbia, frustrazione, impotenza, stress, sovraccarico sensoriale, etc. Il sistema nervoso del bambino non è ancora sviluppato quindi non riesce a controllare queste emozioni. Il messaggio da passare è che “il no rimane no, ma ti aiuto a superare la frustrazione”.