Ho letto sull’Albo Pretorio del Comune di Noli (pub. 299/2021) l’autorizzazione N. 2/2021 (vedi autorizzazione ripascimento 2021) del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Lavori Pubblici Geom. Cinoglossa che riguarda un ripascimento in Zona Chiariventi, dove, tra l’altro, si certifica che:
di Carlo Gambetta
”Ravvisata la necessità di procedere alle operazioni di rimozione del materiale stoccato sul piazzale sopraelevato del “Nereo” risultato, a seguito di specifiche analisi che hanno evidenziato quantitativi di pelite superiori ai limiti consentiti e quindi non idoneo alle previste operazioni di messa in sicurezza e ripascimento per quel tratto di arenile”… e di conseguenza ho fatto un salto dalla sedia.
Ecco che la memoria mi ritorna a ciò che avevo scritto sui numeri 38 (vedi……..) e 39/2020 (vedi…..) , in particolare il 39, laddove il Geom. Cinoglossa , concludeva così il suo intervento: “Invito pertanto la redazione di trucioli ed il firmatario a
– rettificare immediatamente quanto riportato (parziale rettifica solo su un punto del progetto di ripascimento)
– pubblicare copia della presente (cosa fatta)
– porgere pubbliche scuse al sottoscritto che non ha per niente gradito l’etichetta di bugiardo (cosa non fatta).
E ho fatto bene; non avevo motivo, non erano dovute, ecco il perché.
Scrivevo e contestavo al geometra sul N. 38 … “La realtà è che non è vero!!! perché a maggio (2020) lo Studio Gaggero di Savona ha presentato una “relazione per ripascimento stagionale delle spiagge in località Chiariventi: 2600 mc di materiale terroso, di cui 1300 mc provenienti proprio dall’ex cava Mazzeno” (motivo della contestazione).
I fatti: in data 14/05/2020 viene depositata a protocollo (5594) questa relazione, dove nella premessa del tecnico si legge: “Nell’ambito delle operazioni di Protezione Civile sul territorio, l’Amministrazione del Comune di Noli ha previsto di ripascere la cella litoranea 265 (da terrapieno ex discarica Nereo a terrapieno ex discarica Serra) con materiale proveniente da disalveo dei corsi d’acqua Rio Noli – Acquaviva e Rio Mazzeno, nonché con la ridistribuzione del materiale nella stessa cella previa eliminazione degli elementi più grossolani”.
Certificava la provenienza del materiale: ….”circa 1300 mc di materiale proveniente da operazioni di ripristino di officiosità idraulica del Rio Noli/Acquaviva, mediante svuotamento di una briglia selettiva e manutenzione dell’alveo; circa 1300 mc di materiale proveniente dalla pulizia ed escavazione del Rio Mazzeno”. Certificava altresì che “ le analisi, per ambedue le provenienze, sono visibili in allegato”.
Queste analisi incluse nel “progetto di ripascimento a carattere pubblico a firma dell’Ing. Gaggero inviate via pec dal Comune ad ARPAL di Savona ( Agenzia Regionale Protezione Ambiente Liguria) al fine di ottenere il prescritto parere ambientale di competenza” (come da autorizzazione comunale N.04/2020 del 25/05/2020) (autorizzazione ripascimento 2020) hanno avuto dalla stessa parere favorevole a tavolino, burocraticamente, secondo la normativa, in data 22/05/2020 con prescrizioni.
Quindi operazioni sempre senza nessun controllo sul sito di interesse, come successo nel giugno di quattro anni fa con un ripascimento in zona Ziggurmare con le acque ed il fondale color giallo, con danno ambientale, senza penalizzazioni. ARPAL non si è vista.
L’Ing. Gaggero descrive il materiale con le caratteristiche chimiche e microbiologiche, granulometriche, tessiturali.
Per le modalità di sversamento : “per il materiale proveniente da Rio Mazzeno tal quale”. Si certifica inoltre che “ Le operazioni di ripascimento stagionale sono finalizzate alla gestione della balneazione. Pertanto non sono, per definizione, strutturali. Peraltro, nel caso in esame, all’utilità temporanea per le attività turistiche si aggiunge la opportunità sinergica di gestione territoriale dei sedimenti, auspicata dai centri di osservazione scientifici ed Amministrativi”.
Il ripascimento non ha poi avuto attuazione perché da giugno e per il periodo balneare l’operazione è interdetta; e meno male, altrimenti si sarebbe riversato, su un sito “particolarmente sensibile di interesse comunitario”, materiale non idoneo. Con tanto di certificazione ARPAL!!!
Non si ha notizia di cosa sia successo in seguito, quali le cause di “specifiche analisi” che hanno portato all’annullamento dell’operazione.
E allora cosa dire di tutto il costo dell’operazione andata in fumo, progetto incluso? Con sostanziale riduzione area di parcheggio a pagamento l’estate scorsa? Paga pantalone? E certo, oltre il premio di produttività a fine anno…a chi coordina! E certo, con il benestare dell’amministrazione !!!
Ricordo di essermi attivato, da comune cittadino, presso ARPAL denunciando una possibile evidente non conformità. La risposta, in sintesi: ARPAL deve eseguire il controllo della documentazione di progetto, che deve comunque contenere le analisi previste dalla legge, relative al materiale che sarà utilizzato, e che solo il Comune può chiedere un controllo… (su se stesso).
Il che significa, così come stanno le cose normate da Regione Liguria: no prevenzione, nessun controllo, cioè no protezione!!! (che dovrebbe essere invece compito specifico dell’istituzione). Legge che non prevede più neanche il monitoraggio; più truffa ambientale di così!!
Il valore di questa area di posidoneto così ben monitorato a suo tempo nel libro/raccolta di Coppo – Diviacco oggi ce lo scordiamo a causa di errori strutturali del recente passato, che proseguono, goccia dopo goccia, con quelli odierni stagionali. Chissà cosa ne pensano gli estensori? Dagli “Atti del Convegno di Spotorno in data 15 dicembre 2002 organizzato dal Gruppo Consiliare della Regione Liguria di Rifondazione Comunista sul tema: Porto Turistico Spotorno – Noli, un esempio di sviluppo insostenibile”, un non “certo” sprovveduto Prof. Giorgio Matricardi, docente presso il Dipartimento di Biologia Sperimentale dell’Università di Genova, al termine del suo intervento nel convegno, affermava: “E’ noto che il ripascimento non protrae il suo effetto per più di una stagione a causa dell’azione del mare agitato che, progressivamente, movimenta il materiale depositato sulla spiaggia trascinandolo in acqua. Quindi si ripresenta il problema di depositi terrosi sui fondali, con le conseguenze (negative) sulla pianta (poseidonia) di cui si è parlato”.
Su questa cella 265 è cominciato da lunedì 22 lo sversamento di circa 2650 mc di materiale proveniente dal Piemonte. Motivo? “Erosione”. Per chi conosce la zona, è vero o falso?
Facile prevedere cosa continuerà a succedere al termine della prima mareggiata sui fondali di quel sito che è un SIC (sito interesse comunitario) qualificato come “particolarmente sensibile”, che “non deve essere disturbato” per legge.
Tutto ciò in barba a coloro che si definiscono nel loro programma elettorale “ecologisti”, sensibili alla protezione dell’ambiente (marino in questo caso).
P.s. Al convegno ci sono state relazioni del Prof. Giorgio Matricardi : “La prateria di Posidonia di Noli – Spotorno: un caso emblematico nella gestione dei Siti di interesse comunitario (SIC)”; Dott. Geologo Giampietro Filippi : “ Dinamica delle spiagge lungo la costa del ponente Savonese”; seguiti dagli interventi di Bruno Marengo, Marta Pisano, Isabella Roncheri, Prof. Maurizio Wurtz, Stefano Sarti, Mario Lorenzo Paggi, Giuliano Moggio, Carlo Gambetta, Matteo Ravera, Franco Zunino, e con la collaborazione tecnica del fotografo Roberto Croce.
Carlo Gambetta