Per gli amici era Piero il presidente, all’anagrafe Antonio Cerruti, nato e cresciuto a Varazze. Non ancora ventenne diventato cittadino di Loano, al seguito dei suoi impagabili genitori che hanno creato, in uno stabile di corso Europa, l’albergo Il Veliero: 2 stelle, 14 camere, 25 posti letto. Papa e mamma in cucina, il figlio collaborava ai tavoli per la pensione completa. Anni in cui il tessuto economico cittadino poteva contare su 72 esercizi alberghieri tradizionali (ora meno 15).
Piero che negli ultimi tempi era alle prese con la preoccupazione che il Comune di Loano (ufficio urbanistica) non accogliesse in tempi ragionevoli la richiesta di trasformazione da residence in alloggi de ‘Il Veliero’ di corso Europa. Una sorte di ritorno alle origini tra i palazzoni realizzati dall’Impresa Prato- Strumia di Vado Ligure e che costò la vita allo stesso Prato colpito in via Stella dalla fucilata di un acquirente che si riteneva ‘truffato’. Corsa Europa: un’operazione immobiliare maledetta che ha sfregiato e deturpato, ferito, la città appena a ridosso del suo centro storico. E come trucioli.it aveva raccontato al centro di una procedura fallimentare che ha battuto il record di lungaggine al Tribunale di Savona prima che fosse chiusa: 34 anni.
Con Piero avevo condiviso, assieme a Piero De Giovanni, gli anni della prima gioventù , a volte si univano Giuseppe Attanasio, pistrastrellista ed artigiano edile e il funzionario di banca Domenico Bollorino. Anni di turismo straniero a gonfi vele; la nomea giovanile dei latin lover lungo le spiagge della Riviera, le sale da balle; non c’era ancora le discoteche. Una storia di vita descritta da settimanali patinati e inviati speciali. Come non ricordare quella copertina: “Loano profumo di mare e di vacanze sexi. E’ sabato: arriva il treno dei mariti cornuti“.
Anni spensierati, di impetuoso sviluppo turistico, benessere diffuso. Posti di lavoro per tutti e prosperità. E Piero (Antonio) era il meno vivace della compagnia, il più restio all’avventura con affascinanti e biondissime turiste tedesche, francesi, belghe, olandesi, inglesi, scandinave. Arrivano con il Riviera Express, treni speciali, aereo, aeroporto di Villanova d’Albenga incluso.
Con le giovani loanesi deluse: “d’inverno ci taccheggiano, d’estate ci ignorano”.
Piero carattere riflessivo, poche parole, sensibile, quel pizzico di permalosità che lo accompagnava nel cammin di vita. Gli piaceva vestire firmato all’inglese soprattutto. Senza rincorrere la moda. Non era uno spavaldo arrogante, non un esibizionista, non sfidava l’avventura, anche se pur sempre conscio di essere un fortunato figlio di papà e in tasca i soldi non mancavano per svaghi, divertimenti, hobby, l’auto nuova.
Piero persona seria, profondamente onesta con se e con gli altri, forte del suo carattere esistenziale coerente e alieno all’illusionismo.
Del resto era testimone della dedizione e dei sacrifici dei genitori, persone irreprensibili, stimati, assai schivi, sempre premurosi con la clientela che a volte è incontentabile.
Piero che con il matrimonio, il ruolo di papà, erede dei beni di famiglia (a Varazze avevano venduto le proprietà, in eredità restava un grande alloggio in Toscana dato in affitto), ha saputo amministrare con saggezza, pur con crescente apprensione il ruolo di albergatore. Si è lavorato bene, ammetteva, con una clientela affezionata. Poi l’inesorabile crollo del turismo alberghiero in primis. Da qui la scelta di spendere ed investire nella ristrutturazione in residence, camere, servizi e angolo cucina. Per un periodo è andata bene, ben presto altra crisi e perdita di clienti abituali. La stagione invernale ridotta al lumicino, anziani e famiglie sempre di meno. Telefonate tante, confidava, chiedono i prezzi e alla fine privilegiano dove costa meno. Poco importa la qualità della struttura che li ospita.
La sorte della vita ci ha divisi per lunghi anni. E col sopraggiungere della terza età, della pensione, capitava di ritrovarci in qualche occasione di incontri ed assemblee pubbliche nei locali della biblioteca del Kursaal. Una passeggiata lungo il porto, tra ricordi e nostalgia, riflessioni sulla città, sulla sorte del turismo alberghiero.
Felice di abitare in una villa indipendente nella zona di Santa Libera, felice dei traguardi raggiunti dall’unico figlio Alessandro, ingegnere aeronautico alla Piaggio e con brillanti traguardi pure in campo aerospaziale, tra i primi della classe in azienda. Come il papà, con l’hobby della pittura. Ma Piero non sceglieva le tele ma tavolazze, persino oggetti di scarto per le sue creazioni a pennello. Piero felicemente sposato con Rita, donna saggia, riservata, premurosa, attenta, una sorella morta poco tempo fa. Non è forse casuale se nel manifesto funebre, cosa rarissima, non compaiono i loro nomi. E che, forse anche per il Covid in agguato, al termine della funzione religiosa, con la benedizione del feretro, sulla piazza, hanno scelto di non ricevere condoglianze; raggiungere subito in auto il nuovo camposanto della Berbena ed assistere, rinchiusi nel dolore profondo, al rito dell’acqua santa.
Piero che al di là di quanto si è letto sui media locali post mortem, non riusciva a capacitarsi del fatto di trovarsi un residence che, anche con un minimo di personale (pulizie e prime colazioni, almeno inizialmente), era diventato ormai un ‘debito’. “Ho sbagliato a non aver venduto, è vero non mi offrivano molto, ma almeno non ci avrei più rimesso, tra tasse comunali, regionali e nazionali, tra Imu, Tari, Tv, dichiarazione dei redditi.. e immancabili preoccupazioni. Non voglio lasciare grane e problemi a mio figlio”.
Piero che non alzava mai la voce, con quel comportamento e modo di presentarsi educatissimo e di stampo signorile. Per la prima volta lo ascoltammo, quasi emozionato e meno che meno abituato, intervenire in occasione di un saluto a nome della sua creatura e da presidente dell’Associazione Marinara Lodanum, che gestisce il Museo del Mare e della Marineria di Palazzo Kursaal.
Tralasciamo, perchè forse non avrebbe voluto, la sua testimonianza sugli anni in cui l’Associazione ed il Museo del Mare dovevano non solo tirarsi su le mani, ma mettere mano al portafogli, oltre che volontari quasi a tempo pieno. Finanziamenti zero dal Comune, almeno per parecchio tempo. Locali angusti per un’esposizione ricca di reperti e bisognosa di nuovi spazi, di essere valorizzata come avrebbe meritato, a vanto della comunità tutta. Tra i visitatori molte scolaresche accompagnate dagli insegnanti. E Piero che riusciva ad indossare pure l’abito del Cicerone, che non si stancava di ricordare l’opera encomiabile e taciturna di Giovanni Lauretta, altra anima dell’Associazione Culturale Marinara Lodanum. Giovanni, persona semplice, buona, affabile, disponibile, dedito al ‘lavorar tacendo’ per un patrimonio inestimabile della città da lasciare ai posteri.
Piero che da amico sincero consigliava: “Luciano non scrivere sempre le cose come stanno – si parlava dell’Amministrazione comunale e di associazioni di categoria- . Ti fai altri nemici e credo ne hai già troppi. Criticavano persino quando eri al Garden Lido…” Si dava lavoro fino a 55 dipendenti in stagione, 25 in altri mesi. Il colosso della vacanze Tui aveva inserito l’hotel tra i 5 ‘consigliati speciali’ in Europa con tanto di opuscolo in milioni di copie. Ancora l’amico Piero: “Tu sei rimsto pur sempre un giornalista d’assalto…. Anzichè goderti la pensione continui a combattare, ma ti illudi. A Loano non cambierà nulla. Comandano sempre gli stessi e i loro fedelissimi ed interessati seguaci. Con interessi personali, ovviamente”. E con questa franchezza che ti ricordo caro Piero, sempre propositivo, mai polemico per partito preso, mai supponente nonostante la tua vicinanza al mondo della sinistra e che si condivideva.
Piero ci ha insegnato il valore e la virtù dell’altruismo e dell’impegno civico. Senza in passerelle, prime donne, tantomeno meno smanettare sui social per accreditarsi. Non ne aveva bisogno grazie alla sua cultura di uomo del fare e l’umile scelta di non apparire anche di fronte ai risultati raggiunti con concretezza.
Il tempo, come accadrà per moltissimi di noi, finirà per spazzare via come un fuscello le tante attestazioni di stima di loanesi che hanno affidato ad internet la loro ammirazione e cordoglio per la perdita di un amico concittadino.
Piero riposa in eterno nella silenziosa zona collinare, lontano dai ‘rumori’ e dallo stress della vita moderna, dalle ingiustizie imperanti di una società da tempo malata in gangli vitali della stessa democrazia. Dove alla competenza, alla meritocrazia, a chi ha dato la vita per gli ideali del lavoro, del buon cittadino, di una società più giusta, hanno preso il sopravvento gli ‘innominabili’. Tra arrivismo, affarismo, corsa alla clientela elettorale e ‘mance’ a pioggia.
Tu nella pace dei giusti delle Berbene, io ho già scelto il paese che mi ha dato i natali. E se ci sarà un’altra vita, sarò felicissimo di ritrovarti, ancora uniti nei nostri ideali. Tu con il vessillo della Marinara Lodanum – Museo del Mare. Anzi, dopo Lauretta e Arecco, con un posto d’onore nella recente storia loanese, lo meriti senza pietismo e panegirici. Tra i testimoni in vita: Italo Elice e Riccardo Ferrari semplici e sinceri tuoi estimatori loanesi. Io non ho lacrime, ma il cuore gonfio di tristezza. E se l’anima non muore, aspettami… caro Piero !
Luciano Corrado
LA BENEDIZIONE DEL FERETRO