Oggi vorrei parlare di Villa Zanelli e del progetto di progressiva privatizzazione in corso. Il restauro è inserito in un ampio piano di opere finanziato parzialmente dal Ministero delle Infrastrutture,che lascia molti dubbi e perplessità almeno sulla progressiva cementificazione del lungomare e sulle soluzioni di mobilità ipotizzate. Su queste ultime in particolare rimando agli scritti pubblicati dall’ing.Paolo Forzano in questi anni e che ha evidenziato le palesi difficoltà di un intervento discusso e soprattutto discutibile.
di Danilo Bruno
Tornando alla villa, che deve essere considerata un capolavoro del Liberty, essa fu fatta costruire nella piana di Legino dal capitano di lungo corso Nicolò Zanelli direttamente sul mare con un accesso separato da un giardino.
La villa fu progettata dagli architetti Gottardo Gussoni e Pietro Fenoglio, uno dei più importanti architetti del Liberty italiano, che progettò a Torino nel 1902 Casa Fenoglio, debitrice della lezione dei maestri francesi e belgi (informazioni tratte dal sito http://www.italialiberty.it).
Essa nacque in una particolare stagione della storia cittadina savonese quando in città operò ,tra gli altri, l’arch. Alessandro Martinengo, che progettò numerosi palazzi a Savona e dintorni (Villa Bordoni ad Altare, la facciata della chiesa parrocchiale di Valleggia) ma qui espresse particolari soluzioni architettoniche,di cui si ricordano: palazzo Delle Piane dinanzi al San Paolo, Palazzo dei Pavoni in via Paleocapa, la Casa dei Gatti di via Luigi Corsi nonche’ il proprio palazzo di residenza in fondo a via Paleocapa.
L’architetto intervenne poi in altro modo progettando il loggiato dell’hotel Miramare in via Famagosta e prima ancora il Seminario Vescovile, la casa dei canonici,…
Savona quindi conobbe una stagione importante,che meriterebbe di essere studiata e conosciuta e quale migliore occasione di Villa Zanelli dove creare un museo e un centro di dcoumentazione proprio su Liberty e sul periodo dell’architettura di fine ottocento e primi novecento ? D’altronde si pensi che proprio in quel periodo, ad esempio, a Genova operava un grande nome come Coppedè.
Io, come tante persone, abbiamo avviato una raccolta di firme in tal senso, sostenuto ipotesi alternative ma la Regione e il Comune di Savona hanno proceduto in altro modo.
Gli enti predetti hanno infatti avviato un restauro filologico insieme al reale e odierno proprietario di ARTE Genova ( divenuto tale grazie ad operazioni contabili volute dalla Giunta Burlando) per portare l’immobile a divenire un hotel di charme con dieci stanze, un bar, un ristorante, un solarium e uno spazio pubblico, che il Comune di Savona ( o meglio la sua Sindaca) vorrebbe destinare a museo del turismo estivo ovviamente senza alcun progetto di ricerca o proposta progettuale alle spalle e senza pensare che a Spotorno un museo del turismo esiste già.
La cittadinanza savonese ci avrebbe “guadagnato” l’accesso diretto al mare passando accanto a quelli che dovrebbero essere i futuri parcheggi dell’albergo, oltre alla definitiva sistemazione idraulica del tratto terminale del rio Molinero, che dovrebbe già essere stata fatta visto che confina con le aree dei Vigili del Fuoco.
Ora in questi anni si sono sprecate le ironie sulla redditività di un hotel di dieci stanze con vista piattaforma Maersk e soprattutto su quale “sceicco” sarebbe venuto a Savona in un hotel con pretese di esclusività ove il ristorante sarebbe accessibile a chiunque come il bar e così l’accesso alla spiaggia, che dovrebbe passare accanto ai parcheggi dell’albergo secondo un disegno riportato nel tempo – se non sbaglio – dalla stampa.
Nel contempo poi chi vorrà un hotel esclusivo con uno spazio dedicato a pubbliche manifestazioni? Queste sono alcune domande che entrano nel merito del progetto e delle scelte di una amministrazione, che ha sempre guardato solo al cemento e alla privatizzazione degli spazi pubblici come soluzione ideale per i problemi della città.
Vi è poi una domanda ben più importante: che senso ha spendere soldi pubblici per destinarli al recupero di una opera da indirizzare ad un uso privato ed esclusivo? Non sarebbe meglio ripensarci e pensare a quel progetto di museo e centro di documentazione del Liberty, che non esclude certamente il bar e il ristorante ma garantirebbe un uso pubblico della villa e soprattutto una destinazione di tutto il complesso a scopi ben diversi di quelli di privati investitori, negando ancora una volta alla città una importante struttura pubblica e lasciandoci solo una sala destinata forse ad un museo di asciugamani e costumi da bagno?
Danilo Bruno
————————————————
SAVONA, 26 FEBBRAIO 2021, COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA –
VILLA ZANELLI, REGIONE LIGURIA, PRESIDENTE TOTI E ASSESSORE SCAJOLA:
L’ANNO PROSSIMO SARA’ A DISPOSIZIONE DELLA CITTADINANZA DOPO 20 ANNI DI ABBANDONO.
SAVONA. Sono in corso i lavori di recupero del complesso di villa Zanelli in via Nizza, a Savona, gioiello liberty da anni abbandonato. Regione Liguria, mettendo a disposizione le risorse del Fondo strategico regionale, ha permesso di anticipare i tempi di realizzazione e finanziato integralmente la progettazione per avviare, tramite Ire e d’intesa con gli uffici del Comune e della Soprintendenza, i progetti di recupero che riguardano l’immobile di proprietà di Arte Genova.
I lavori, eseguiti dall’Associazione Temporanea di Imprese costituita da CESAG srl, Crocco Emanuele srl e Centro Restauro srl. sono iniziati nel mese di settembre e la fine lavori è prevista entro il mese di gennaio 2022.
Il finanziamento complessivo ammonta a 6 milioni e 663.847 euro di cui 4 milioni e 855.787 a valere sul bando periferie e i restanti 1.441.397 euro tra fondo strategico messo a disposizione dalla Regione Liguria e autofinanziamento di ARTE Genova.
Il progetto, redatto da IRE Liguria con l’intento di strappare al degrado uno degli edifici storici più belli di Savona, circondato da un ampio parco a due passi dal mare si articola su tre livelli: restauro delle facciate e degli ambienti interni, nuove destinazioni d’uso degli ambienti della villa, recupero del parco storico.
Il cantiere è entrato ormai nella fase operativa e, in particolare, sono state già in buona parte completate le demolizioni interne che hanno fatto venire alla luce alcune parti strutturali ancora ben conservate soprattutto relativamente alla copertura lignea della villa e della torretta. Sono ad oggi in fase avanzata le opere di rinforzo strutturale e sono stati avviati con la costante supervisione dei funzionari della Sovrintendenza i restauri delle facciate. Procedono, inoltre, le opere di restauro interne che stanno riportando alla luce decori e coloriture originarie.
I lavori permetteranno quindi di individuare, recuperare e mantenere, valorizzandoli, i numerosi elementi dell’immobile come pavimenti, infissi, controsoffitti e finestre, oggetti originali di grande pregio artistico. Una volta concluse le opere si procederà con il bando per individuare il gestore che si occuperà di tutto il complesso: l’albergo, lo spazio museale, il ristorante e lo stabilimento balneare.
“Abbiamo lavorato molto – spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – per restituire alla città questo capolavoro liberty e dopo aver trovato i finanziamenti siamo a buon punto con i lavori. La villa ospiterà una struttura ricettiva con annesso ristorante e in questo modo la proposta turistica di Savona si potrà arricchire, creando anche importanti opportunità occupazionali. Inoltre verrà realizzato uno spazio espositivo molto importante e una terrazza panoramica. Ritengo che è proprio la collaborazione tra pubblico e privato che può rappresentare un grande valore aggiunto”.
Il recupero prevede di mantenere, valorizzare e recuperare i numerosi elementi della struttura che sono oggetti originali di grande pregio.
“Villa Zanelli, struttura liberty di grande prestigio a livello nazionale – aggiunge l’assessore regionale all’Urbanistica Marco Scajola – rappresenta uno degli interventi a livello regionale di maggiore importanza sul piano della riqualificazione di uno storico immobile di grande valore lasciato al degrado. Grazie a un’opera coraggiosa diventerà una struttura aperta al pubblico e di qualità, con annesso un giardino recuperato e quindi un esempio nazionale di come recuperare immobili di straordinaria rilevanza urbanistica e storica e restituirli alla cittadinanza”.