In questi giorni sul mensile diocesano savonese Il Letimbro è apparsa una intervista all’assessore Alberto Peluffo di Noli dove si annuncia il prossimo trasferimento della biblioteca a Palazzo S.Antonio perché le attuali scuole medie, dove attualmente la biblioteca è ubicata, saranno interessate da un intervento di adeguamento antisismico.
di Danilo Bruno
Nell’articolo vi sono alcune cose che mi hanno lasciato perplesso .
In primo luogo perché a rispondere alle precise domande della giornalista si è particolarmente infervorato l’assessore Peluffo che non ha la delega alla cultura rimasta al Sindaco? Forse le deleghe sono cambiate e il sito comunale non è stato aggiornato così come la popolazione?
In secondo luogo l’assessore ci informa sulla nuova dislocazione e sui vantaggi di disporre di una biblioteca più centrale lasciando intendere che la sistemazione possa essere definitiva.
Qui possono sorgere due dubbi: se la sistemazione diviene definitiva significa forse che la Fondazione S.Antonio, “di fatto” chiusa da oltre un anno, cesserà le sue attività ed eventuali mostre ( se e quando la situazione pandemica lo consentirà) verranno ospitate in altri luoghi ad oggi ignoti?
Se la sede rimarrà questa l’assessore, tutto preso dal garantire l’apertura regolare dell’archivio storico e la presenza dell’ascensore nella nuova sede, forse saprà che la precedente localizzazione era legata al lavoro avviato dalla biblioteca civica con le scuole, ospitando un particolare fondo per l’infanzia e l’adolescenza ed aderendo ad iniziative locali (Libri da mare) e nazionali (Nati per leggere) rivolte all’età minore e della scuola dell’obbligo? Se rimarrà in questa sede come si ricostruirà il rapporto con le scuole?
Poi, visto il tema, vorrei porre alcune domande decisive per ottenere quell’auspicabile centro di cultura e di promozione della lettura di cui parla l’assessore nell’intervista e a cui ho lavorato nei sette anni di permanenza in Comune:
a) l’assessore Peluffo sa che la biblioteca è intitolata ad Angela Minella, deputata della Costituente e partigiana antifascista? Chiedo ciò perché in tutta l’intervista non ne viene fatto cenno;
b) il finanziamento per l’acquisto di libri è sempre limitato a euro 1.000 o è finalmente aumentato poiché negli anni precedenti al mio esilio volontario a Spotorno proposi di aumentarlo ad euro 2000 anche perché era praticamente assorbito dagli abbonamenti a riviste ma mi sentii rispondere da un alto dirigente politico perche’ bisogna comprare libri per la biblioteca?”
c) la biblioteca dispone di un catalogo informatizzato e collegato al Sistema Bibliotecario nazionale (SBN) dopo che su domanda del sottoscritto la Regione erogò un consistente finanziamento per la catalogazione dei libri poiché fino ad allora esisteva solo una sorta di inventario e i rischi di perdere anche per sottrazione qualche libro erano molto elevati . La Giunta Comunale (di colore politico simile all’attuale ma non diversa da quella di altro colore politico, che le succedette) non capiva a cosa poteva servire un catalogo. Speriamo che questa attività sia ormai entrata a regime ordinario.
d) La biblioteca acquisì alcuni importanti fond : uno di fotocopie di libri storici (storia di Ventimiglia,storia di Albenga e del Marchesato di Dolceacqua di Gerolamo Rossi,…). I testi non furono ovviamente catalogati ma dato l’ottimo stato di conservazione furono messi a disposizione del pubblico. Ci saranno ancora? Speriamo che il Comune ci dia qualche notizia così come sulla accessibilità dei manoscritti del Ganduglia (autore di In Republica), che costituiscono la trascrizione di molti documenti storici dell’archivio. In secondo luogo con apposita convenzione il Civitas Nauli trasferì la propria biblioteca presso quella civica e in tale modo si resero disponibili numerosi testi sulla storia di Noli difficilmente reperibili.
Saranno sempre disponibili? Ricordo che questa acquisizione fu conseguente ad una mostra tenutasi nella vecchia sede della biblioteca su “storia di Noli e storie di Noli” ovvero su Nolesi, che avevano scritto libri o su libri che parlavano della città, infine a mia memoria senza voler aggiungere l’acquisizione Figari, la biblioteca acquisì una ricca collezione di fotografie, che poteva costituire l’inizio di un centro per l’immagine collegato a quello di Finale Ligure ma di ciò l’assessore neppure parla. Speriamo che ci chiarisca questi dubbi.
e) Vi è stata poi l’acquisizione della biblioteca del Centro Studi orientali di Savona poiché tramite il costante impegno di Matteo Peirone e Linda Campanella si era aperta una collaborazione culturale con istituzioni operistiche giapponesi e l’acquisizione del fondo librario e di riviste poteva costituire la premessa per futuri rapporti sociali e culturali.
Di questa acquisizione l’assessore Peluffo nell’intervista non parla ed essendo io distante ormai da anni da Noli mi permetto di esprimere la mia preoccupazione,che, mi auguro, venga presto fugata.
f) Vorrei poi ancora auspicare un orario di apertura più largo perché se si rimane su tre giorni articolati su due mezze giornate e una intera possiamo fare tutti i programmi culturali che vogliamo ma è veramente scarso un orario di questo genere. Spero che pure l’assessore Peluffo ne convenga.
g) Infine per inciso i 32.000 euro destinati ogni anno al funzionamento della Fondazione S.Antonio a chi saranno destinati se l’istituzione culturale si trova sempre con i locali occupati e priva di consiglio di amministrazione e di direttore da oltre un anno?
Sul punto g) ricordo sempre che sarebbe interessante riaprire un dialogo sul fronte archeologico attraverso la ripresa del progetto del Museo Diffuso, investendo sul punto qualche risorsa e che l’Istituto Internazionale di Studi Liguri sez.Sabazia di cui sono vicepresidente, è sempre disponibile a ritornare interlocutore del Comune per riaprire la progettazione e la discussione sul punto.
Qui chiudo sperando che l’intervista dell’assessore Alberto Peluffo non abbia voluto dire che lo spostamento della biblioteca abbia significato solo l’ acquisizione di un ascensore, di cui prima non si sentiva l’esigenza perché la struttura era sita a piano terra con rampa di accesso per disabili.
Danilo Bruno