Colle di Nava è stata la culla dei soggiorni estivi montani dove le famiglie più agiate dell’imperiese, già dagli anni ’50, costruivano ville con parco. E in successione nascerà Monesi turistica di Triora, a seguire Monesi di Mendatica con l’acquisto dei ‘tecci’ in pietra che calamitavano villeggianti. Oggi a Coldinava – nomea per la sua lavanda e il marchio ormai foresto e per il simbolo centenario dell’albergo ristorante Lorenzina- ha chiuso anche la rivendita di Tabacchi con annesso il bar da Lino. Due anni fa aveva cessato il ristorante hotel ospitato nello stesso edificio. Invano messo in vendita.
Una delle notizie che non si vorrebbe mai leggere e, come tante altre che riguardano i paesi delle nostre origini, sfuggono alle cronache ‘mordi e fuggi’, ‘copia e incolla’, dei tempi moderni.
Mentre nelle località costiere il lokdown ha certamente avuto effetti gravi e in parte forse letali, si possono comunque ammirare le luminarie natalizie della speranza e del buon umore. Le città costiere, chi più e chi meno, con i finanziamenti ad hoc promozionati dalla Regione Liguria, vogliono vestirsi a festa.
Quassù, su queste montagne ricche di storia e tremendi sacrifici di intere generazioni; in Valle Arroscia, ma non è certo un caso unico, siamo ancora alle prese con strade provinciali franate, aperture ad orari e cantiere permettendo (vedi da Acquetico, Ponti di Pornassio, Montegrosso, Mendatica). Arterie e piccoli paesi già penalizzati; abitanti resilienti messi a dura prova soprattutto nell’ultimo decennio. All’inesorabile spopolamento ha fatto da clava il dissesto idrogeologico con punte di precipitazioni che non si riscontravano neppure a fine ‘800. Si pensi all’antica (1876) centralina elettrica di Mendatica travolta come un fuscello dall’ultima alluvione.
Colle di Nava che meriterebbe i riflettori della cronaca natalizia ligure. Per descrivere il deserto vero. Mentre si è letto sui media imperiesi l’intervento del sindaco di Pieve di Teco a proposito della necessità di nuovi cantieri ed investimenti milionari lungo i tornanti Acquetico – Nava in considerazione dell’aumento del traffico merci su camion (quattro i tratti più critici); dicembre natalizio, a Nava, è lo spettro della tristezza e desolazione. Ormai orfana, dal Corpus Domini, del frate eremita che era un devoto richiamo di fedeli; dopo 22 anni ha scelto un eremo a Ubaga.
Qualità della vita in una vallata dove sono rimasti due medici di famiglia (Revello e Vezzari). Doveroso ricordare l’opera professionale ed umana lasciata da Brighenti, Grollero e Roggero.
Non c’è un bar aperto, chiuse le due pizzerie e l’unico ristorante annuale, l’Alpino che ha provato l’apertura per due domeniche, ora alle prese con restrizioni tra zona arancione e zona rossa. E’ chiuso il bar più frequentato del ‘colle’ (Sorriso), che avrebbe dovuto riaprire la vigilia di Natale. Per gli alimentari resta il negozio dei benemeriti fratelli Porro dato in gestione.
Inverno a Nava nella più triste stagione che si ricordi. Con il presidio di una manciata di famiglie, l’Ufficio postale aperto un giorno in settimana. Se andrà bene dopo il 7 gennaio si spera nella riapertura della Mia Pizzeria e forse di quella dei Forti (ancora famiglia Porro). Resiste un negozio di generi regalo e miele Contestabile. Il ristorante Alpino (fratelli Contestabile).
Nava senza più ‘Tabaccaio’ non è solo un servizio per fumatori, ma da sempre è l’esercizio prediletto dallo Stato italiano per la distribuzione di prodotti sotto il Monopolio, come tabacco, valori bollati e giochi. Oggi siamo abituati a considerare le tabaccherie dei moderni bazar, pieni di articoli di vario genere.
La Tabaccheria da Lino si accontentava di molto meno. Andava incontro alle esigenze degli abitanti, ma soprattutto dei pendolari del fine settimana, dei villeggianti, degli abitudinari cacciatori. La storia di Lino (Natale Maurizio, detto Lino) arriva da Ortovero paese d’origine. A Nava, papà e mamma Angela, hanno acquistato l’immobile dagli Spano. Ricavando il bar ristorante albergo. Ci sono stati gli anni del boom, fuori luogo da queste parti parlare di ‘vacche grasse’. Sulle montagne senza tanto olio di gomito, sacrifici, arte del mestiere, il successo è precluso. Vedi la storia di un altro locale storico quale è stata ‘Settimia‘ a San Bernardo di Mendatica.
E a Nava non c’era solo il ‘paradiso della cucina e dell’ospitalità’ da Lorenzina, nel suo piccolo c’era da ‘Albina‘ dove nei fine settimana era impossibile trovare posto a tavola. E punto di riferimento per rappresentanti di commercio. Una cucina semplice, davvero casalinga (oggi quasi una chimera anche nell’entroterra), ad un prezzo popolare, per tutte le tasche. C’era il Tronco di Pino, Maino. A Pornassio San Luigi resiste Da Franco che nell’annuario regionale degli anni ’90 lo indicava come albergo con 7 camere e 11 posti letto.
Prima Natale Maurizio ha chiuso l’attività alberghiera, poi non ha esitato ad indossare l’abito del cuoco, ai fornelli, grazie alla scuola di mamma Angela. Un’impresa ormai impossibile. Ha resistito un anno chi aveva preso l’attività in gestione: la figlia della compianta Albina, Daniela che abita a Ormea. Da oltre due anni un grande cartello campeggia, ai bordi della statale, con la scritta ‘in vendita’.
Da un paio di settimane l’ultimo (inatteso ?) colpo di grazia. Lino ha problemi di deambulazione e la sua compagna non può fare più di tanto. Si aggiunga l’avanzare impietoso della terza età.
La Valle Arroscia ed il futuro dei giovani di cui si parla molto poco. A Pieve di Teco c’è voluta l’invenzione del sindaco geometra Alessandri per aprire il Liceo (con 5-6 studenti, altri vanno a Imperia), con la Ragioneria dove per fortuna c’è una discreta presenza straniera e con classi di elementari e medie con extracomunitari spesso in netta maggioranza. La stessa Pieve di Teco dove il 90 % per cento delle attività commerciali è di gente che viene dalla vallata, dai paesi vicini. Il tunnel di Cantarana è in predicato da 50 anni e l’ultimo progetto non ha ancora risolto i problemi idrogeologici lamentati da alcuni sindaci, a rischio falde e non solo. Con l’avvio del cantiere e del relativo finanziamento sempre a portata di mano e di propaganda per i soliti noti che riscuotono pure gli applausi di benvenuto, non solo alle sagre. Luciano Corrado
CARA MONESI DI TRIORA PREFERIAMO RICORDARTI COSI’, NELL’INVERNO 1957 ! NELLA SUGGESTIVA FOTO POSTATA DA UN AMMIRATORE E NOSTALGICO A RAGIONE.
ERA GENNAIO 2020- I MASS MEDIA IMPERIESI E CUNEESI NON AVEVANO DUBBI E TITOLAVANO:
Comprensorio Monesi di Mendatica e Valle Arroscia: si lavora per ripartire per il mese di giugno 2020.
Ma trucioli, dopo 53 anni da umili cronisti liguri e montanari con orgoglio, metteva in guardia. La lezione l’avevamo ormai imparata a memoria sfogliando mezzo secolo di archivio stampa, tra convegni, tavole rotonde, campagne elettorali, annunci. Basta propagandare certezze ed illusioni. E’ verissimo che il Coronavirus ha dato micidiali mazzate e chi più di tutti soffrirà le conseguenze, aggiungiamo, è proprio il malato grave entroterra montano, le nostre vallate imperiesi che tutti definiscono ‘meravigliose e uniche’ nello scenario ligure. Un malato da anni e in costante agonia al quale non servono solo le aspirine dei contributi a pioggia per le strade che franano. Ci vuole una cura virtuosa da Piano Marshall, ufficialmente chiamato piano per la ripresa europea.
Non ha neppure giovato il periodo di ‘zona depressa’ che peraltro riguardava anche la pianura. Servono investimenti produttivi con lo Stato e la Regione che facciano da traino con priorità assoluta. Monesi era una locomotiva ed è via via scivolata al di là dei trombettieri e camerieri di turno (Monesi riparte, Monesi torna in auge, a Monesi impegni e promesse per il rilancio). E spiace persino la sorte che è toccata a Imperia TV, la paladina dichiarata della riscossa dell’entroterra, ‘addomestica’ dai politici e da imprenditori amici. C’è abbondanza di vassalli, valvassori e valvassini.
I negazionisti non si trovano solo tra le maledette schiere di chi sostiene il coronavirus fabbricato in Cina e comunque voluto e cavalcato dai poteri giudaici e da molti nostri politici. Esercitano il negazionismo coloro che con l’informazione si prestano a dare una mano ai politici al potere di turno, praticando la narcosi e seminando notizie senza chiedersi come è finita, i traguardi ed i risultati per le nostre popolazioni e l’economia montana. Chissà quanti cronisti nostrani avranno investito i loro risparmi comprando la seconda casa a Monesi, piuttosto che a Triora, a Pigna, a Mendatica o a Montegrosso, a Cosio d’Arroscia o Pornassio. E dare esempio di fiducia alle immancabili promesse. (L.C.)
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
Siamo sempre aperti alla Locanda dello Scoiattolo
Buona sera e auguri di buon Natale, leggendo il vostro articolo relativo alla chiusura del bar tabaccheria di Nava, ho ,ahimè ,constatato che secondo l’autore del pezzo l’unico ristorante in attività a Pornassio al momento sia “da Franco“. In realtà fino all’ultima chiusura imposta dall’ultimo decreto a Ponti di Pornassio, proprio di fianco alla ex Genzianella, da anni gestisco ,insieme alla mia famiglia, la Locanda dello Scoiattolo, regolarmente in attività fino a questo ultimo stop,con attività di bar aperta ogni giorno e il ristorante sempre aperto nel fine settimana e su prenotazione gli altri giorni. È stato difficile resistere in questi anni senza la vitale arteria di Monesi,è stato ancora più difficile questo 2020 anche se pregno di soddisfazioni. Sarei contenta di potervi raccontare la nostra esperienza,se ciò non fosse possibile vi vorrei almeno, cortesemente, chiedere una errata corrige .Vi ringrazio per l’attenzione e ancora auguri. Lorenzi Alessandra
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Una precisazione a riguardo del recente articolo sulle attività di Nava. La Pizzeria Ai Forti non è mai stata chiusa nonostante il periodo con grande sacrificio da parte del giovane gestore Fulberti Matteo. Il negozio di alimentari è gestito direttamente dai F.lli Porro . Cordialmente F.lli Porro
IL CARTELLO DEL CANTIERI LAVORI SULLA PROVINCIALE ACQUEDITICO – PONTI DI PORNASSIO – MENDATICA – MONESI, INDICA IL ‘FINE LAVORI’, CON TUTTE LE INTERRUZIONI AD ORARI, AL 12 FEBBRAIO 2021