Una gara per le legittime richieste degli oltre 500 balneari liguri preoccupati per la durata delle concessioni (e le direttive contestate dell’Unione Europea). Una categoria che sembrerebbe campare con dichiarazioni redditi da operai comunali o infermieri Asl. Ecco dunque solidarietà e promessa di lotta della Lega in Regione e dell’assessore al Demanio, Marco Scajola. Non poteva mancare nel gruppo di soccorso l’on.Franco Vazio ingauno, attento alla solidità del mercato Bagni Marini. Prezzo minimo per chi vuole acquistare uno Stabilimento balneare in Riviera: 700 mila €.
Vazio: ” E’ stato il centro destra, nel 2009, con il ministro Fitto, decisero di piegarsi all’Europa e quindi, senza battere ciglio, di cancellare il diritto di insistenza e l’automatismo del rinnovo delle concessioni” (vedi a fondo pagina).
Il gruppo leghista in Regione sempre mobilitato per i titolari di Bagni Marini
LEGA di Salvini Premier
COMUNICATO STAMPA – Spiagge, ordine del giorno della Lega in Regione: “Pugnalata della UE a nostre imprese balneari, Governo complice e incapace”
“Regione Liguria deve esprimere una formale condanna verso l’atteggiamento ostile di Bruxelles e portare la problematica all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni”
Redazione Ivg.it – 04 Dicembre 2020. Liguria. “Concessioni spiagge e messa in mora ai danni dell’Italia. Pugnalata della Ue alle nostre imprese balneari. Governo complice e incapace. Regione Liguria deve esprimere una formale condanna verso l’atteggiamento ostile di Bruxelles e portare la problematica all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni affinché Roma difenda in sede europea l’estensione delle concessioni marittimo-demaniali al 2033 previste dalla Legge Centinaio e negozi un’applicazione della direttiva Bolkestein che sia rispettosa delle peculiarità del nostro territorio”. Lo hanno dichiarato il capogruppo regionale Stefano Mai e i consiglieri della Lega Sandro Garibaldi, Alessio Piana, Brunello Brunetto, Mabel Riolfo, che in tal senso oggi hanno depositato un ordine del giorno a sostegno della categoria del settore turistico.
GENOVA, 3 DICEMBRE 2020- SPIAGGE, UE AVVIA PROCEDURA DI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA.
ASSESSORE SCAJOLA: GOVERNO COLPEVOLE DI IMMOBILISMO. ORA TUTELI LE NOSTRE REALTA’.
COMUNICATO STAMPA / GENOVA. “La lettera di messa in mora da parte della UE al governo italiano in cui si afferma che l’estensione di tutte le concessioni demaniali marittime fino al 2033 sarebbe in contrasto con il diritto europeo, dimostra l’immobilismo del governo italiano che si è disinteressato totalmente di tutelare tutte le nostre realtà che gravitano sul demanio marittimo”. Lo afferma il coordinatore in Conferenza delle Regioni del Demanio marittimo e assessore di Regione Liguria Marco Scajola, non appena appresa la notizia della messa in mora dell’Italia.
“E’ un’azione violenta da parte dell’Unione Europea- dichiara l’assessore Marco Scajola – che avviene in un momento già difficile e incerto per tante famiglie e tanti lavoratori che, con questa notizia, vedranno il loro futuro lavorativo messo in discussione. Il governo non ha fatto nulla per evitare questo. Ora l’esecutivo deve impegnarsi a rispondere in modo chiaro e deciso all’Unione Europea, difendendo le nostre realtà economiche e il nostro territorio da rischiose scalate di multinazionali straniere interessate da anni alle nostre coste. Il governo ha il dovere di difendere l’estensione delle concessioni demaniali marittime, perché questa è una legge dello stato italiano, tutt’ora valida e deve rimediare agli errori fatti per dare garanzie alle imprese, soprattutto in un momento di grave crisi economica come questo”. “Come regioni – conclude il coordinatore del Demanio – avevamo richiesto al governo risposte proprio su questo tema e già da mesi avevamo ribadito l’esigenza di un ulteriore atto governativo per difendere famiglie e imprese. Ciò non è accaduto e oggi, a pochi giorni dal Natale, questo è il regalo del governo Conte a più di 35.000 imprese italiane”.
Vazio (Pd): “Pronti a tutelare le imprese balneari in Europa. E’ stato il centro destra nel 2009, con il ministro Fitto, a piegarsi all’Europa. Il deputato Dem: “Non si può equiparare il freddo litorale del Nord Europa con le nostre spiagge e la nostra economia del mare”.
DA IVG.IT DEL 6 DICEMBRE – “Il governo avrà due mesi di tempo per presentare una memoria difensiva che rappresenti e difenda le scelte convintamente assunte in materia di demanio marittimo” afferma il parlamentare ligure del partito Democratico Franco Vazio.
“Nella scorsa primavera, infatti, con il Decreto Rilancio, Governo e Parlamento, hanno posto le basi per una vera riforma di sistema; con la proroga delle concessioni sino al 2033 non è stato fatto un regalo, ma si è affermato che il lavoro, gli investimenti e la professionalità hanno un valore e sono degni di tutela. La Commissione europea non può equiparare il freddo litorale del Nord Europa con le spiagge assolate della nostra penisola, non può così determinare le condizioni per trasformarle in potenziali terre di conquista” aggiunge il deputato Dem. “Dobbiamo affrontare la questione frontalmente. Questa deve essere l’occasione per chiarire definitivamente il contesto e la peculiarità delle nostre concessioni demaniali marittime, in cui le imprese balneari, spesso piccole e familiari, hanno fatto e fanno la differenza, investendo e realizzando strutture che, proprio grazie alla qualità dei progetti, alla professionalità e all’amore per l’ambiente, sono state uno straordinario volano per la crescita e l’affermazione internazionale delle nostre città balneari.
Non deve sorprendere che questa estate, in una situazione difficilissima, è stata proprio l’economia legata al mare a dare un forte sostegno al PIL e a creare nuovi posti di lavoro”.
E poi l’affondo: “Quello che stupisce sono le esternazioni di chi, nel centrodestra, sta attaccando il governo, dimenticandosi che sono stati proprio loro che nel 2009, con il ministro Fitto, decisero di piegarsi all’Europa e quindi, senza battere ciglio, di cancellare il diritto di insistenza e l’automatismo del rinnovo delle concessioni”.
“Se si vuole difendere le migliaia di imprese e famiglie che hanno lavorato e investito i loro risparmi nelle aziende balneari è necessario andare in Europa per rappresentare l’assoluta particolarità e unicità del nostro turismo balneare con la giusta determinazione, non con cavilli o surrettizie scorciatoie, ma con quella grande autorevolezza che si deve riconoscere ad un Paese come l’Italia che ha inventato questa economia”.