Quando il lutto non fa notizia sui media locali dove non mancano, bisogna riconoscerlo, l’attenzione e lo spazio se muore qualche personaggio pubblico o un defunto/a particolarmente conosciuti nelle professioni, nei mestieri, nel ruolo socio economico. Trucioli.it cerca di non dimenticare chi merita, per benemerenza, di essere ricordato. A Boissano e Loano hanno lasciato i loro affetti, i ricordi di una vita intensa, Germano Caviglia, Alessandro Scarmagnani e Giovanni Vinai. Non hanno ricoperto incarichi nella vita politica, ma si sono distinti, lasciando un sincero ricordo per coloro che li hanno conosciuti e stimati.
Il primo, ad andarsene, con l’annuncio di famiglia, il cav. Giovanni Vinai, 82 anni, titolare di Villa Graziella, casa vacanze di Boissano. Una struttura moderna, dotata di piscina e comfort. Una vita di sacrifici e di lavoro per chi, già negli anni ’70, aveva avuto modo di conoscere il cuneese (le sue spoglie trasferite nel cimitero di Mondovì) quando era rappresentante di commercio. Persona educata, affabile, di piacevole conversazione, semplice, schietto che nel silenzio e nell’orgoglio, con l’amata moglie Graziella, ha educato, cresciuto, accompagnato all’onore del mondo, il figlio Pierluigi, assai più noto soprattutto in quel di Genova, in Liguria e oltre. Pierluigi Vinai, loanese – boissanese, due lauree, 4 figli. Direttore Generale ANCI Liguria e Segretario Generale Consiglio delle Autonomie Locali (CAL). Un’esperienza quale componente dell’allora potente Fondazione Carige. Nel 2014, con 100 amministratori pubblici, ricevuto in udienza da papa Francesco. Il dr. Vinai (solida appartenenza all’Opus Dei) ripeteva: “In pochi mesi questo Papa ha suscitato un enorme entusiasmo in Italia e nel mondo”. Nel 2015 Consigliere del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Una carriera brillante iniziata come consulente del lavoro.
Andava fiero del suo ‘ragazzo’ e se il cronista gli diceva che Pierluigi sarebbe il candidato ideale come sindaco di Loano (quando già la cittadina aveva iniziato la discesa alla mediocrità con diverse candidature ed eletti) sorrideva: “Grazie sarei onorato, ma Pierluigi ha molti altri impegni ed una famiglia numerosa….”. Come non condividere, seppure con delusione. E Loano sempre più in basso nell’amministrare il presente e senza una lucida ed incisiva visione programmatica, di pianificazione futura. Si amministra quasi alla giornata, del resto non va meglio sul piano nazionale, basta guardare le macro statistiche principali delle classifiche.
E lo stesso dr. Vinai, a domanda esplicita (Loano ha bisogno di una guida della tua ‘statura’) rispondeva: “…..Devo concludere il mandato all’Anci, poi ho ancora quattro giovani da crescere e far studiare, vivo e lavoro a Genova, per ora proprio non ci penso”. E’ stato di parola, cosa più unica che rara per testimonianza di un vecchio cronista di provincia che dal 1967 ha intrapreso un mestiere che ti fai tantissimi nemici e pochi disinteressati amici. Poco importa se in 53 anni e qualche milione di articoli, non ha mai subito una condanna per diffamazione (un paio, invece, per violazione del segreto istruttorio, punite con ammenda e condizionale), né costretto il suo editore a pagare risarcimenti milionari in sede civile. Eppure le querele e le cause civili non sono mancate. Anche quelle di sospetta impronta intimidatoria. E non è certo un’eccezione per la categoria giornalistica più pungente ed ‘irriverente’.
Per ricordare il caro Giovanni un manifesto funebre di partecipazione al lutto, non frequente almeno per la nostra memoria, quello dei ‘Portatori del Nome di Maria‘. Sulla pagina Facebook si legge: “Confraternita fondata a Verzi di Loano il 12 dicembre 2012 da 12 persone che si sono riunite nel comune intento di fede di costituire un gruppo di portatori di casse processionali…. Confraternita costituita con l’intento di promuovere e tramandare la antichissima tradizione popolare dei Portatori di Statue Votive e religiose nel comprensorio delle Diocesi della Provincia Di Savona.”
Il manifesto funebre dei famigliari di Giovanni recita il triste annuncio della moglie Graziella, del figlio Pierluigi, della nuora Paola, con i nipoti Alessandro, Alessia, Angelica e Andrea. I fratelli di Giovanni: Armando e Gino, la sorella Giovanna, la cognata,
IL COMPIANTO GERMANO CAVIGLIA – Era una persona molto conosciuta e non solo nel comprensorio loanese. Germano, 87 anni, nato a Pietra Ligure, cresciuto nel piccolo cantiere navale della famiglia ai confini tra i due comuni, sul rio Fine (dove è sorto un edificio multi piani stile Mediterraneo e dove abitava). Germano carattere allegro, generoso a volte spigoloso, di piacevole compagnia, testimone della storia loanese dei ‘tempi andati’, un’esistenza zeppa di avventure anche imprenditoriali, di alti e bassi, corse ad ostacoli che ha quasi sempre superato. Il cantiere navale da Loano nel 74 trasferito in nuovissimo insediamento a Lusignano di Albenga poi chiuso (vedi il servizio a fondo pagina), ma anche il primo ristorante sorto nel porto di Loano quando era a gestione comunale e con Circolo Nautico (presidente Renzo Elice) dinamicissimo. Poi attività nel settore immobiliare collaborando con il figlio Andrea di cui era orgoglioso.
Germano che è mancato, atteso invano, all’ultimo incontro all’ Olivier’s Pub di Corso Roma (ex Pignocca vini e liquori). La compagnia, affiatata, organizzava serate con semplici piatti della tradizione loanese e cuochi fai da te. Un tempo si chiamavano ‘amici di ribotta‘: Elio Ferrero, il conte Alberto Cibrario, Gigi Panizza, Gigio e Morena Quartieri (titolari del locale), Gianni Siccardi (già capogruppo consiliare del Pd), Aldo Tosetti titolare della concessionaria Citroen di Albenga, Daniela Panizza, Luigi Pignocca (sindaco), Daniela Vacca (agente immobiliare, ex consigliere comunale). Solo per citare i più affiatati, senza dimenticare Riccardo Ferrari, ex bancario, loanese Doc, insignito di benemerenza nell’albo degli scrittori della nostra terra con tre libri: cucina dei pescatori di ieri e di oggi, un viaggio tra le ricette ed i gusti marinari di Liguria: “Profumo d’Arziglio, Il Branzino e l’origano, Una arbanella di acciughe.” Si aggiunga la partecipazione a trasmissioni televisive con temi trattati nelle sue pubblicazioni.
Germano Caviglia, laico e non tra i bigotti, che si onorava della sorella: suor Francesca dell’ordine delle ‘Rossello’ a Savona e che a Loano hanno una presenza qualificata e meritoria. Qui sono passati, dall’asilo alle medie, miglia di ragazzi dell’intero comprensorio. Germano che resta nel cuore di Cristina, delle nipotine Ginevra e Anaïs; che lo piange la persona più ferita per aver condiviso un lungo cammino anche nei giorni più difficili: la compagna Flavia e con lei Lara e Marzia.
IL BANCARIO SCRITTORE ANTONIO SCARMAGNANI – Il ragioniere si è spento a Santa Corona a 85 anni. Tra i cittadini
benemeriti di Loano. Forse non tutti sanno che è stato, con Franco Tagliano, il cofondatore di ‘Loano non solo mare’, un’eccellenza per i traguardi raggiunti (una costola del Cai loanese) che può vantare un primato unico in Liguria per le adesioni che ha via via ricevuto nell’intero ponente, persino qualche genovese. Una mai interrotta (se non per cause di forza maggiore, vedi Covid, inverni freddi, giornate piovose) tradizione alla scoperta degli angoli più suggestivi della Liguria fino al basso Piemonte. Uno straordinario esempio associativo ed organizzativo che dovrebbe far scuola quanto a coerenza, spirito ricreativo, istruttivo e salutistico (attività motoria); ma anche imparare ad apprezzare le nostre millenarie ricchezze di madre natura e del suo entroterra. Un ‘Loano non solo mare’ di coesione e che non bada a colori e ceto sociale, né finalità elitarie.
Loano con la perdita di Scarmagnani resta orfana di un altro figlio studioso della cultura, della storia e delle tradizioni locali. Prima di lui se n’era andato il prof. Antonio Arecco (‘mostro’ di cultura e di scrittura) coautore del libro ‘Le tradizioni, la fede’ edito nel 2006 dall’editore Bacchetta di Albenga. E nel 2001, ancora insieme, pubblicando ‘Loano Città dei Doria’.
Antonio Scarmagnani era un cittadino schivo e riservato, attento e riflessivo, che quasi mai mancava al funerale di amici e persone che stimava. In lutto la moglie Alessandra e il figlio Roberto. Nel manifesto funebre lo ricordano con “tanto amore e riconoscimento”. Con un “particolare ringraziamento alle signora Michelina per le amorevoli cure prestate”. E l’invito a “non fiori ma opere di bene“.
Luciano Corrado
DA TRUCIOLI SAVONESI – INAUGURAZIONE nel 1974
DEL CANTIERE NAVALE CAVIGLIA A LUSIGNANO DI ALBENGA
Albenga – Quante autorità, quella primavera del 1974, sul piazzale del nuovo cantiere navale dell’allora imprenditore Germano Caviglia e
soci! Una cerimonia come non si vedeva da tempo, organizzata per inaugurare il cantiere navale che dalla vecchia sede ai confini tra Pietra e Loano, si trasferiva in un moderno stabilimento a Lusignano d’Albenga. Ospite d’onore l’allora big ministro Luigi Preti (socialdemocratico) che arrivò all’ aeroporto di Villanova. Quel giorno non volle mancare proprio nessuno ad un appuntamento che aveva soprattutto un valore economico-sociale. Una speranza. Purtroppo è finita male. Hanno perso il posto di lavoro i dipendenti. Lo Stato ci ha rimesso il contributo agevolato. Germano Caviglia, suo malgrado, ha dovuto rinunciare a quel piccolo gioiello che aveva con pervicacia e fatica realizzato, patemi d’animo. Orgoglioso comunque, con la sua giovane e schiva segretaria che diventerà fedele compagna di vita.
Ed ecco i personaggi della foto, più noti e riconoscibili, durante la benedizione impartita dal vicario generale, monsignor Nicolò Palmarini (insigne studioso di teologia e poliglotta (parlava e leggeva tedesco, inglese, francese, greco, latino e persino l’aramaico, la lingua di Gesù), nativo di Pietra Ligure, per anni insegnante in Seminario ad Albenga.
Da sinistra a destra: il titolare Germano Caviglia, appare anche l’ex assessore di Loano ed ex consigliere comunale a Borghetto, Piero Maritano (morto il 7 agosto 2020) in primo piano il ministro Preti, dietro di lui Filippo Basso, avvocato, esponente Dc, già assessore regionale ed ex sindaco di Albenga. Dietro Preti, con fogli di carta in mano, l’ex assessore comunale a Loano ed ex assessore provinciale, Ino Tassara, si intravede il geometra Franco Panizza, a lungo assessore provinciale e comunale a Loano, esponente di spicco del Psdi, imprenditore edile. A fianco di Basso, con gli occhiali, l’allora capostazione di Loano, Sergio Scaglia (pure lui assessore comunale), altro esponente del Psdi (vivente), a fianco si intravede lo “storico” sindaco di Finale Ligure, il comandante Augusto Migliorini, democristiano. Dietro a Scaglia, spunta il volto dell’imprenditore Rossello. L’allora prefetto di Savona, Princiotta , l’allora sindaco in carica di Loano, Giuseppe Guzzetti, Dc (vicino al prefetto). Dietro Guzzetti, con gli occhiali, spunta l’allora questore Berardo e il volto di un’altra figura molto popolare in Provincia di Savona, Giovanni Bono, ex presidente dell’Ente provinciale del turismo, dell’ente Porto di Savona- Vado e poi passato alla Refer Terminal di Vado della famiglia Orsero. Infine il parroco di Lusingano.
Articoli e foto suill’inaugurazione del nuovo cantiere Caviglia sono apparsi sul Secolo XIX, La Stampa, Il Lavoro, il Corriere Mercantile, La Gazzetta del Lunedì e a seguire sulle riviste specializzate nella cantieristica.