L’articolo pubblicato da La Stampa, a firma di Paola Scola, offre un immagine tristissima ed un pathos agghiacciante della tragedia morale (e non solo) che ha colpito decine di famiglie. I loro defunti sepolti nel camposanto di Trappa (Garessio), dagli anni ’40 fino al 2012, strappati e trascinati via dalla loro ultima dimora a causa del ‘beniamino’ Tanaro che si è trasformato in inesorabile divoratore di feretri, trascinandoli lungo il suo percorso. Ne sono stati trovati fino a Pievetta e Nucetto, altri forse finiti ad Alessandria.
Nella maggiore frazione garessina la cremazione non è ancora arrivata e comunque nessuno dei defunti era stato ‘sepolto’ in cenere. La furia delle acque che non ha precedenti almeno negli ultimi tre secoli, ha letteralmente divorato, fotto scempio, di tutti i loculi e di sei cappelle. Gli unici ad essere risparmiati (7 cadaveri) si trovano nei nuovi loculi. Si aggiunga per i famigliari viventi il dramma nel dramma: chiamati a riconoscere i poveri resti. Un calvario inenarrabile perché in molti casi non è più possibile risalire all’identità (salvo non sia utile procedere con il Dna), per altri le casse di zinco si sono rivelate utili all’identificazione.
La Stampa, edizione di Cuneo, ha riportato la testimonianza del prof. Giorgio Corrado, oggi in pensione, origini a Garessio della piccola Borgata ‘Villar Chiosso‘. A Trappa hanno abitato tre gruppi famigliari Corrado, ma di tre ceppi diversi. Uno si è estinto, restano oltre alla famiglia del prof. Corrado, i discendenti dei Patan, una sorella Carmen è sepolta a Trappa, un’altra (Olga) a Garessio Ponte. I Patan, erano i più numerosi, famiglia umile e contadina. Ora sono in vita i Corrado della quinta generazione, sparsi tra Liguria e Piemonte, tra cui un giornalista ed un medico dentista che è stato per numerosi mandati anche sindaco in un comune dell’Alessandrino e medico condotto.
Ma è inenarrabile la sorte toccata ai famigliari dell’insegnante in pensione prof. Corrado (classe 1944) sempre vissuto a Trappa (“Proprio stasera vado al rosario di un amico….“). Il Tanaro, diventato ‘belva’ distruttrice; finora gli ha restituito soltanto una delle 18 sepolture violate. Ha perso tutti: papà, nonni, bisnonni, zii, cognati. Si è salvata la mamma ed ha raggiunto il traguardo di 98 primavere.
Una lezione, in quel di Trappa, da non dimenticare, passerà negli annali di storia e che pone inquietanti interrogativi. Da anni, c’è chi ricorda, si parlava di trasferire il camposanto. Purtroppo non siamo il Bel Paese della concretezza, della velocità delle opere annunciate piuttosto che realizzate. Siamo il Paese delle chiacchiere, dei rinvii a calende greche, che ha smarrito gli insegnamenti degli avi, della loro storia più gloriosa. Da impero romano conquistatore, ci siamo rilegati la terzultima posizione in molte statistiche europee. E purtroppo tutti o quasi dobbiamo sentirci in colpa. Elettori e non elettori. Si scelgono i politici (ma anche un dittatore fascista) non per meritocrazia, competenza. E si raccolgono i frutti degli imbonitori professionisti. Ora ci accuseranno di appartenere agli ‘sfascisti’, ai dissacratori della Repubblica. (L.C.)
ARTICOLO PUBBLICATO DA LA STAMPA- CUNEO