Oggi scrive Gianluigi Granero, Direttore Area Promozione Attiva presso Coopfond SpA Università di Genova. “Questioni di stile: ho fatto solo il consigliere comunale, l’assessore comunale e il consigliere provinciale. Da ultimo, nonostante il quadro compromesso e la certa sconfitta, ho accettato la candidatura alla Camera dei Deputati.” E il prof. Ferdinando Molteni: “A governare Savona, vorrei una persona perbene. Ma anche capace e appassionata, anche solo con tre doti….”
Granero: “In ognuno di questi casi qualcuno mi ha chiesto di candidarmi non l’ho fatto in un atto solipsistico. Ricordo ancora con emozione il giorno di molti anni fa in cui Enrico Rembado (allora straordinario e lungimirante sindaco di Borgio Verezzi) e Luciano Maiolino mi chiesero se intendevo candidarmi con loro per le imminenti amministrative. Così come ricordo che, non trovandosi il consenso sul mio nome, costruii una candidatura, alternativa e vincente, nel momento in cui Enrico dovette lasciare per il raggiunto limite dei mandati. Certo avrei fatto molto volentieri il Sindaco del mio piccolo, ma meraviglioso paese. Ne sarei stato onorato e credo anche che lo avrei fatto bene, ma non dissi io mi candido! Forse sarò di altri tempi ma non mi sembra solo una questione di stile!”
COMMENTI DALLA PAGINA FACEBOOK DI GRANERO
Paolo Fontana: “Se tu avessi fatto il sindaco non avresti messo sui social la pulizia dei tombini, la raccolta dei materassi, la pitturazione delle strisce pedonali e tutta la collezione che i sindaci mettono on line, dal piccolo comune alla metropoli (non tutte).
è una corsa ad apparire per dimostrare di essere forti, concreti. A me fa ridere, soprattutto nei sindaci di una certa età che si sono scoperti social, ma pare che sia richiesto dal pubblico e inizia dal momento della candidatura. (ci sono anche quelli che si candidano per la strada).
Granero risponde: a loro discolpa lasciami dire che, venute meno tutte le forme di
intermediazione con i cittadini, c’è bisogno di contatto diretto in tutte le sue forme compresa quella permessa dai social. Poi, essendo di altri tempi, io continuo a ritenere che se vogliamo tornare a fare bene ci vogliono luoghi di pensiero, confronto e mediazione…
Carlo Scrivano: “ E’ la democrazia diretta! E poi se li fai è giusto metterli… vuol dire che li hai fatti piuttosto che annunciarli in fantomatici comunicati stampa…
Fontana risponde: “……Nella nostra piccola riviera c’è invece l’imbarazzo della scelta: dalla pulizia delle panchine del lungomare alla ritinteggiatura del nome del Comune sulla strada. Tante belle foto che portano like. Ho detto che fa ridere ma anche che portano consenso proprio perché è la democrazia diretta”.
Mauro Gabetta: “Sei stato un grande Presidente della Lega delle Cooperative Liguri.”
Donatella Ramello: “Altri tempi, altre teste, altre storie. Il presente purtroppo é questo. Qualcuno la chiama “democrazia matura. Nel oggifrattempo il 50% dell’elettorato ha deciso di occupare diversamente le domeniche elettorali”.
Giorgio Longhi: “Se tu avessi fatto il sindaco i cittadini avrebbero avuto un ottimo sindaco ma il movimento cooperativo non avrebbe avuto un ottimo dirigente! Sindaci se ne trovano fin che si vuole ma dirigenti capaci ! Merce rara!”
Anna Cosetta: “Forse i tuoi erano tempi in cui i partiti erano governati e quindi potevano chiedere a persone come te di candidarsi. Ora è proprio cambiato tutto…”.
Livio Di Tullio: “Gian precisa che non ce l’hai con Russo ma con Calenda ( immagino ) , che messa così si presta a equivoci. (Comunque non sono d’accordo con Te)”.
Granero risponde: “Il riferimento alla cronaca odierna è quindi a Roma mi sembrava chiaro. Comunque io non ce l’ho con nessuno, solo opinioni”.
Bruno Spagnoletti: “Ieri non è oggi, il Pd non è né il Pci e nemmeno dal mail Psi: qui siamo all’assurdo di Competenze che si allenano e dicono di lavorare a Sindaco da 5 anni! Ma per favore! A prescindere!”
RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO DELL’INSEGNANTE
MUSICISTA E GIORNALISTA FERDINANDO MOLTENI
Il mio amico Gianluigi Granero ne ha fatto una questione di stile. Altri, commentando il suo bellissimo post, hanno parlato dello stile che è sostanza. Sono d’accordo con l’uno e con gli altri. Alle elezioni, che siano per il sindaco di Roma o, metti caso, per quello di Savona, non ci si autocandida. L’autocandidatura è una cosa triste, da sfigati. Da gente che ha voglia di finire per un giorno sui giornali che nessuno legge più e raccattare qualche “mi piace” su una pagina Facebook che non conta niente.
Era un po’ che lo volevo dire. E non c’entrano gli autocandidati, peraltro tutte persone degnissime. A Roma come a Savona. C’entra, come dice il mio amico Granero, lo stile. Dunque, tornerei ai fondamentali.
Il candidato lo esprimono i partiti, o ciò che ne resta, in attesa di inventarci qualcosa di alternativo. Oppure, sempre nel gioco democratico, le associazioni, i movimenti, insomma i gruppi di cittadini. Non solo, i partiti e tutti gli altri, per esprimere un candidato devono pure mettersi d’accordo, perché nessuno da solo – nella situazione attuale, grazie a Dio – può aspirare ad una maggioranza. Da nessuna parte.
In ogni caso, io un’idea sul prossimo sindaco di Savona ce l’avrei. O, meglio, avrei un identikit. Secondo me il prossimo sindaco di Savona dovrà avere tre caratteristiche. Solo tre.
Eccole:
1. Una pregressa e solida esperienza amministrativa (di dilettanti allo sbaraglio non ne possiamo più).
2. Avere pochi ma saldi principi: antifascismo, solidarietà, attenzione verso gli ultimi (di gente che inaugura lapidi alle camicie nere ne faremmo volentieri a meno).
3. Amare la città di Savona.
Tutto qui. Che sia donna o uomo, lo dico subito, non mi può fregare di meno. Le donne fanno danni tanto quanto gli uomini. La Storia, anche recente, ce lo insegna. Ecco, a governare Savona, vorrei una persona perbene. Ma anche capace e appassionata.