Confronto di tecnologie opposte tra salute e profitto. E’ ormai assodato che volenti o nolenti ci toccherà convivere con il Modello sociale 5G, imposto in modo totalizzante e diffuso in tutte le attività, pubbliche e private: pratiche quotidiane via internet, automazione, robotizzazione…
di Giovanni Maina
Pertanto è doveroso adoperarci affinché questa rivoluzione digitale sia realizzata, da un lato in modo democratico e nel rispetto dei diritti costituzionali. Dall’altro lato, la scelta della tecnologia e delle strutture applicative, deve garantire la sicurezza della salute, la transizione più facile e la massima vivibilità senza alienazioni.
Per realizzare il modello digitale, sono in campo due sistemi:
1 ) quello già affermato da alcuni decenni basato sulla trasmissione dei dati mediante le onde elettromagnetiche ( microonde ), contrapposto a:
2 ) quello più recente e meno diffuso che utilizza i segnali luminosi del naturale campo dello spettro visibile, che viaggiano a velocità super, in due distinte modalità:
A ) o lungo una rete di cavi in fibra ottica, oppure:
B ) passando nella esistente rete degli impianti elettrici degli edifici e della rete dell’illuminazione stradale pubblica.
La scelta consapevole, della tipologia migliore, da parte dei cittadini, risulta assai problematica per innumerevoli motivazioni.
I fattori da valutare sono complessi e di difficile valutazione.
L’informazione pubblicitaria è superficiale e incompleta, basata su spot che colpiscono l’emotività, mentre quella tecnico-scientifica, è poco diffusa e per la maggior parte faziosa.
Persino le basi scientifiche sono interpretate in modo contrapposto, anche da enti e personalità prestigiose.
Quindi il dubbio regna sovrano e per farsi un’opinione “sicura” è indispensabile risalire il più possibile ai principi scientifici e alle affermazioni ed evidenze condivise.
Il campo più controverso è certamente quello dei rischi per la salute, dove le contrapposte valutazioni generano un sostanziale stallo decisionale, dovuto alla incertezza della situazione reale.
Una indicazione certa deriverà soltanto dopo qualche lustro di utilizzo dei sistemi 5g disponibili. Dunque per una scelta “sicura” occorre basarsi su altri riferimenti.
LE EVIDENZE INCONFUTABILI E CONDIVISE – Esiste da sempre un campo elettromagnetico naturale che avvolge il pianeta, a forma di guscio posizionato a grande distanza, capace di deviare il vento solare (radiazioni), che altrimenti distruggerebbe ogni forma di vita.
Dunque la vita si è sviluppata in un ambiente dominato da un campo elettromagnetico con una intensità di circa 0,2 Volt / m. Mentre, da quando esiste la telefonia mobile ad oggi, la normativa UE imponeva di non superare il valore di 6 Volt / m, insieme al limite di potenza di 0,1 Watt / m.
Ma da pochi giorni, dopo insistenti pressioni delle compagnie telefoniche, il Governo con il decreto di facilitazione, ha innalzato i valori massimi del campo elettromagnetico: rispettivamente di 10 volte l’intensità e di 100 volte la potenza, portandoli a 60 V/m e a 10 W / m.
Per valutare razionalmente il rischio salute conseguente, si impone una serie di considerazioni sulle conoscenze alla base dei corsi universitari inerenti le materie coinvolte dal problema.
E’ universalmente noto che tutti i materiali costituenti l’ecosistema, comprese le materie organiche di tutti gli esseri viventi, flora, fauna ed esseri umani, possiedono una determinata e non illimitata capacità di resistere alle sollecitazioni costanti. Viceversa gli stessi materiali cedono molto prima e a valori sensibilmente minori, se le sollecitazioni sono alternate e/o pulsanti, poiché subentra il noto fenomeno della fatica o stress.
Due semplici esempi chiarificatori utili.
Indicativamente è risaputo che, un filo di ferro resiste per un tempo illimitato ad un certo peso statico; il medesimo filo viceversa si spezza in brevissimo tempo, quando viene piegato alternativamente con le mani per un numero limitato di volte, sebbene sia sollecitato da una forza molto minore del peso prima considerato.
Secondo un analogo ragionamento le cellule degli esseri viventi sopportano senza conseguenze, per tutta la durata normale della loro vita, la sollecitazione statica del campo elettromagnetico dell’ambiente naturale, rimasto invariato da milioni di anni.
Invece è ragionevole prevedere che, di fronte a sollecitazioni di un campo elettromagnetico, con intensità decuplicata, e una potenza centuplicata, possano resistere solamente per un tempo minore senza qualche conseguenza, soprattutto se si considera anche l’effetto stress, inflitto da un campo magnetico pulsante più impattante e artificiale, incrementato dal cambio di polarità ad alta frequenza.
Inoltre è universalmente risaputo che la telefonia a microonde, dai 2G ai 5G, interferisca
con le apparecchiature elettroniche degli aerei, tanto che in volo è vietato l’uso dei cellulari. Cosi a maggior ragione, è tassativo lo stesso divieto negli ospedali, causa la pericolosa interferenza nella normale funzionalità cardiaca dei cardiopatici, soprattutto se portatori di pacemaker.
Ma anche il cuore delle persone sane, che batte grazie ad un “circuito elettrico personale”, è anch’esso sensibile e stressato dai campi elettromagnetici esterni.
Altra raccomandazione UE ritenuta ragionevole da osservare, concerne il limite di 4 ore di esposizione ai campi elettromagnetici per i ragazzi in età evolutiva, poiché i “tessuti molli” di cui sono costituiti sono particolarmente sensibili a tali sollecitazioni.
Dunque sarebbe ragionevolmente indispensabile l’applicazione del Principio di precauzione secondo la direttiva UE. Molto concretamente si tratta di utilizzare le metodologie 5G alternative, a segnali luminosi, che non alterano il campo elettromagnetico naturale.
Altrimenti lo scenario probabile potrebbe essere simile a quello di Hiroshima, dove solo l’albero GINKO si è adattato alle radiazioni ed è sopravvissuto. Analogamente solo l’HOMO GINKO ce la potrà fare, ma ciò è veramente poco consolante.
Uno sguardo alla realtà può essere utile.
Da qualche anno, alcune compagnie telefoniche hanno acquistato 3 frequenze dallo Stato per la TELEFONIA 5G A MICROONDE ( millimetriche wireless ), e stanno realizzando la rete di antenne, a grande, media e piccola emissione, in alcune decine di città, con specifici settori di sperimentazione ( mobilità a guida remota, robotizzazione, automazione industriale, medico, internet delle cose, ecc). Per favorire il processo, il Governo con un decreto, ha addirittura, annullato anche il diritto Costituzionale di opposizione, da parte dei Sindaci, alla installazione degli impianti, ponendo fine ad un periodo di moratoria, molto opportuno stante l’incertezza relativa al rischio della salute, e prima della conclusione del periodo di sperimentazione in atto. Inoltre è in pieno svolgimento una intensa campagna di offerte molto convenienti di telefonini, (smartphone) predisposti per il 5G, con l’obiettivo palese di fidelizzare il maggior numero di persone, in anticipo, impedendo così la concorrenza delle tecnologie alternative. Di fatto una iniziativa totalizzante condotta dai privati, con il sostegno dello Stato che invece più correttamente dovrebbe gestire il processo di digitalizzazione in modalità Super Partes, tutelando gli interessi e la volontà di tutti i cittadini, anche se contrari.
5G DELLA LUCE – Proprio da pochi giorni è in fase di conclusione, un accordo tra enti e compagnie telefoniche per potenziare la realizzazione della rete a BANDA LARGA CON LA FIBRA DI VETRO, per la trasmissione dei dati con le onde elettromagnetiche luminose a impatto “infinitesimo naturale”.
E’ un sistema, innocuo, sicuro, affidabile, veloce, ma utile ai collegamenti fissi, da punto a punto, con costi elevati per la posa in scavo dei cavi, quindi non concorrenziale rispetto alla telefonia mobile 5G.
Viceversa esiste un sistema tecnologico ritenuto da molti esperti, in grado di battere il 5G della telefonia a microonde wireless: si tratta del sistema LiFi, LIGHT FIDELITY, una tecnologia inventata nel 2011 dal professor Harald Hass.
In sostanza, i segnali digitali di Internet, vengono trasformati da un drive (convertitore elettronico )in segnali luminosi, che viaggiano lungo i fili di rame degli impianti elettrici di qualunque edificio, fino ad una lampada a Led che, lampeggiando ad elevata frequenza, trasmette in codice binario i files ad un convertitore ottico ( dungle) collegato ad una porta USB di un computer, posto nel cono di luce della lampada a Led. Analogamente qualunque lampada Led dell’impianto di illuminazione stradale, trasmette qualsiasi messaggio a un convertitore di un cellulare, o di qualunque automezzo passante a vista della rete di lampioni lungo il percorso illuminato, anche se a bassa intensità.
Questi impianti sono già installati, sebbene in modo ancora poco diffuso, negli uffici, nelle aule computer delle scuole, negli ospedali.
Inoltre Abu Dhabi, è la prima città al mondo, dove si sta realizzando la rete internet urbana,a copertura totale, con il sistema LiFi.
Infine è opportuno completare l’analisi delle alternative, confrontando le principali caratteristiche:
Velocità e tempo di attesa ( latenza ) sono paragonabili in teoria; ma in pratica entrambe dipendono dalla reale quantità di dati che viene trasmessa lungo le due diverse reti.
– Lo spettro delle frequenze di trasmissione della onde elettromagnetiche della luce, è enormemente
( oltre 1000 volte ) più ampio di quello del 5G a microonde, ed offre una capacità molto maggiore. Ne consegue che con il LiFi non si potrà mai realizzare il rallentamento da ingorgo, come quando i dati superano il limite del 5G wireless, poiché ci saranno ancora 1000 corsie di comunicazione ( bande ) libere, da utilizzare.
– La sicurezza della trasmissione dei dati, sia dalle perturbazioni atmosferiche che dagli akeraggi preoccupano tanto USA e CINA, da mettere a rischio gli equilibri geopolitici mondiali.
Ebbene il sistema LiFi, è insensibile alle variazioni del campo elettromagnetico atmosferico e soprattutto i messaggi portati dai segnali luminosi, non passano attraverso le pareti e non possono essere intercettati nella stanza accanto.
– Le antenne 5G a microonde necessitano di una notevole quantità di energia per creare i fasci di onde elettromagnetiche. Il notevole riscaldamento prodotto (effetto Joule), danneggerebbe gli impianti che devono perciò essere raffreddati, con ventilatori che utilizzano la gran parte dell’energia che alimenta ciascuna antenna, in proporzione alla distanza di diffusione dei segnali che emette.
– Dunque i costi di costruzione e di funzionamento, della rete di antenne 5G di grande, media e piccola potenza, sono notevoli.
Viceversa la rete LiFi non costa nulla, poiché utilizza quella capillare già esistente, dei fili dell’energia elettrica che raggiunge tutti gli edifici e i punti di illuminazione pubblica stradale.
-I costi dei componenti elettronici necessari ( driver e dungle) per la conversione dei segnali da luminosi a digitali e viceversa, sono ancora notevoli. Ma è risaputo che con la grande produzione i prezzi di questi convertitori si ridurranno sensibilmente ( vedi il caso delle lampade LED ). Infine per quanto riguarda la telefonia mobile, esistono già sul mercato smartphone che consentono le comunicazioni con i segnali della LIFi.
Concludendo, in estrema sintesi, la scelta è:
A ) accettare di essere immersi in uno strato di onde elettromagnetiche che ricopra tutto il territorio urbano ed extra, soltanto per far funzionare il 5G a microonde.
Cioè vivere h 24 e 365 giorni all’anno, per tutta la vita in un ambiente denso di elettrosmog molto oltre i limiti naturali, nei quali l’umanità è sempre vissuta ( già da due decenni aumentati di circa 30 volte; e ora ulteriormente elevati di altre 10 volte per l’intensità e 100 volte per la potenza ).
B ) usare il principio di precauzione e scegliere LiFi e fibre ottiche ovunque sia possibile, non alterando l’equilibrio ecologico ambientale ed evitando al nostro corpo di essere perennemente riscaldato in modo endogeno, a livello degli atomi delle nostre cellule, da un campo elettromagnetico analogo a quello di un forno a microonde. In aggiunta al già disagevole riscaldamento globale.
A meno che non si voglia trasformare l’umanità nella tipologia genetica Ginko.
Giovanni Maina