La Stampa. Crollo di vendite in edicola, giornalisti disperati, il loro messaggio. Boom de il Fatto Quotidiano, cresce Il Giornale.
di GIULIA ALFIERI (da professione reporter)
I componenti del Comitato di redazione de La Stampa hanno scritto un messaggio di sconforto con i dati disastrosi delle vendite di giugno 2020.
I componenti del Comitato di redazione de La Stampa, dopo mesi di lotta, hanno lanciato l’ultimo disperato grido in un comunicato sindacale. Sono passati poco più di tre mesi dalla ristrutturazione delle testate del Gruppo Gedi, guidato da John Elkann, che ha previsto il cambio dei direttori a La Stampa (Maurizio Molinari sostituito da Massimo Giannini), La Repubblica (fuori Carlo Verdelli e dentro Maurizio Molinari) e Huffington Post (dove è arrivato Mattia Feltri), e dell’amministratore delegato e direttore generale che è adesso Maurizio Scanavino.
Il Cdr de La Stampa ha annunciato che “senza idee, investimenti e competenze potremo soltanto contare i giorni che mancano al nostro lockdown definitivo”.
IL MESSAGGIO DEI GIORNALISTI- “Colleghe e colleghi, agosto è da sempre il mese migliore per dare delle pessime notizie. Passateci l’amara ironia. I dati di vendita de La Stampa sono tremendi. In edicola, a giugno siamo scesi a 73.800 copie circa, in totale con abbonamenti digitali e cartacei raggiungiamo quota 113 mila copie. In edicola il dato, rispetto a giugno 2019, è di oltre meno 22%. Nella pratica abbiamo ormai la stessa potenza diffusionale di Quotidiano Nazionale. Il risultato è la devastante concomitanza dei soliti dati estivi – già normalmente bassi – con l’effetto Covid e relativa crisi economica. Ma sulla nostra testata sembrano avere un effetto peggiore rispetto ad altri concorrenti. Gli investimenti prospettati nel digitale non sono ancora riusciti a raddrizzare le tabelle di vendita e i cronici malfunzionamenti/ritardi/amnesie/incapacità nella distribuzione delle copie cartacee e nella raccolta pubblicitaria ci stanno facendo sprofondare”.
LA RICHIESTA DEI GIORNALISTI – Il Comitato chiede urgentemente un incontro con l’amministratore delegato di Gedi, l’Ad di Gedi News Network, il Coordinatore editoriale di Gedi, il Direttore della testata e il responsabile di Gedi Visual (digitale) per sapere se una qualche strategia è prevista oppure “se l’unica via di uscita sia ancora e soltanto il ricorso alle mani tese dallo Stato (prepensionamenti e sgravi fiscali), che nel nostro caso non basterebbero comunque a rilanciarci”. I rappresentanti dei giornalisti chiedono strategie e progetti di cui vogliono essere partecipi. Al momento però dicono che un concreto coinvolgimento non c’è ancora stato. I progetti devono essere costruiti “su idee, investimenti e competenze. Senza uno di questi elementi potremo soltanto contare a ritroso i giorni che mancano al nostro lockdown. Definitivo. E non per incapacità di una redazione che ormai sta sacrificando davvero tutto, in nome di perverse logiche di gruppo che hanno cambiato e stravolto negli ultimi anni La Stampa, ma senza lo straccio di un risultato sui nostri conti”.
L’EPILOGO – I giornalisti si chiedono infine se “una qualche strategia per non morire sulla tolda con la mano sul cuore sia allo studio, in qualche parte del mondo. La solidarietà e la buona volontà di tutti [i componenti della redazione] non sta dando – perché non può darlo, è evidente – alcun risultato pratico. La nave affonda sempre di più.
QUOTIDIANI: IN CRESCITA IL FATTO QUOTIDIANO E IL GIORNALE
Giugno, continua la crescita del Giornale, non si risollevano Stampa e Repubblica. L’unico quotidiano che va benissimo è il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio: più 43,4 per cento (quasi 61 mila copie giornaliere).
Se confrontiamo i dati di vendita di giugno 2020 (carta più digitale) con il giugno 2019 l’unico quotidiano che va benissimo è il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio: più 43,4 per cento (quasi 61 mila copie giornaliere). Il segno positivo ce l’hanno soltanto altre due testate, il Giornale di Alessandro Sallusti, più 4,3 e il Sole 24 ore, più 0,1. Tutti gli altri perdono, ma Il Messaggero è sotto per il 21,3 e qui si tratta dell’ultimo mese della lunga direzione di Virman Cusenza.
La Stampa al secondo mese della direzione di Massimo Giannini perde il 17,3 per cento (aveva perso a maggio, su maggio 2019, il 15,2), la Repubblica al secondo mese della direzione di Maurizio Molinari perde il 13,9 per cento (a maggio aveva perso, sullo stesso mese del 2019, l’8,6). Le due direzioni del Gruppo Gedi di John Elkann, dunque, hanno innovato i loro prodotti, ma il pubblico non le ha per ora premiate. Anzi.
Anche il Corriere della Sera va sotto, ma solo del 2,8 per cento, peggiorando tuttavia il dato di maggio su maggio 2019 che era meno 1,4.
L’elaborazione di questi dati è di Primaonline. Se confrontiamo giugno 2020 con maggio 2020 notiamo innanzitutto, grazie alla ripresa del calcio giocato la rinascita degli sportivi: Gazzetta più 22,3, Corriere dello Sport più 31. L’unico giornale non sportivo che cresce è il Giornale di Sallusti con più 6,6; già a maggio 2020 su aprile 2020 aveva registrato più 6.
Tutti gli altri perdono. In particolare, va sotto un bel po’ la Repubblica di Molinari, meno 8,2 per cento. Perde il Corriere, meno 5,9. Perde la Stampa, meno 3,8. Perde il Sole, meno 3,6.
Se infine prendiamo in considerazione solo le copie in edicola, giugno 2020 su giugno 2019, sportivi a parte, perde più di tutti il Messaggero, meno 25,3, seguito dalla Stampa, meno 22,2, da Repubblica, meno 17,6 e dal Corsera, meno 11,1.IN https://www.professionereporter.eu/2020/08/carta-piu-digitale-a-giugno-continua-la-crescita-del-giornale-non-si-risollevano-stampa-e-repubblica/