Il tram tram della comunità nolese, o meglio “la comune”, è stato scosso da un intervento scritto sul suo profilo Facebook da parte dell’assessore Alberto Peluffo. La “faccenda” riguardava l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo del quasi centenario Asilo Nido “Luigi Defferari”. Occorre fare attenzione quando le parole sono come le pietre.
di Carlo Gambetta
Tutto nasce da un semplice presupposto dell’Assessore: secondo lui, chi vince le elezioni comunali ha diritto di prendere tutto…ma dove è possibile… (qui non siamo a giocare a scopetta dell’asso al bar).
A memoria d’uomo, è quasi certo che questa è stata la prima volta in cui il nome proposto per la nomina di Presidente in rappresentanza della nuova maggioranza (come sempre è successo nel passato) ora ha avuto, democraticamente, un esito diverso.
Il Consiglio Direttivo (legato alla durata della legislatura comunale), per chi non lo sa, è composto da due membri proposti dalla maggioranza consiliare, uno dalla minoranza, un rappresentante della parrocchia, un erede della famiglia Defferari, il benefattore emigrato in Argentina che realizzò l’opera e dettò le condizioni.
Nella settimana scorsa, alla prima votazione, l’esito ha registrato due voti al membro proposto dalla maggioranza, due a quello della minoranza, un astenuto (il membro della minoranza Piera Barisone che aveva depositato scheda bianca).
Non è scritto, ma quello che prassi vorrebbe, non è stato accettato, cioè il principio che vede sempre promosso il membro più anziano (Barisone), optando, invece, per un successivo ballottaggio.
Si è così arrivati alla seconda votazione che ha visto eletta la rappresentante della minoranza con i soli due voti del rappresentante della parrocchia, ossia il Parroco pro tempore don Andrea Giusto e della famiglia Defferrari, con tre astensioni (i tre rappresentanti il Comune).
Quello che ha fatto scalpore, visto come si sono succeduti i fatti, è il commento, a caldo, dell’assessore Peluffo che definisce l’accaduto come “un’ambizione personale che ha portato la politica al Defferrari, senza rispetto per l’interesse dei bambini e per la storia quasi centenaria dell’asilo”.
Ambizione personale di chi? Forse di chi si è astenuto? Cioè della Sig.ra Piera Barisone?
Quale politica e di chi? Del Parroco o della pronipote del benefattore Defferrari? O di entrambi?
Ma allora o non ci capiamo, o siamo nella nebbia – che più fitta non si può…..
Cercare di rimediare ad una cavolata, questa volta scrivendo: ”Preferirei non scendere in una polemica così sterile (ma creata da chi?). Non ho nulla da ridire sulla persona della nuova presidente del Defferrari, ho semplicemente espresso, si noti bene, sulla mia pagina personale di Facebook (è un’assunzione di responsabilità…? individuale?.ndr), il rammarico per la decisione di non ggià consicondividere la scelta dell’Amministrazione, rivolta ad una persona assolutamente degna di ricoprire quel ruolo”, peggiora la qualità dell’intervento sulla materia in questione, inquadra una palese contradditorietà.
Incomprensibile, infine, questo ulteriore approfondimento del Prof. Peluffo: “Se non c’è stata, come credo, una valutazione negativa della Sig.ra Ratto, rimane solo una scelta di schieramento (quale?ndr), che la presa di posizione di una parte della minoranza non fa che confermare”. ? Capisci tu? Io no!
Le parole “in libertà” sono spesso peggio di macigni. Nulla di grave se fai un passo indietro, l’errore umano è comunque comprensibile, perdonabile; la miopia politica di Peluffo, le evidenti contrarietà nel tentativo di giustificarle lo hanno portato, al contrario, alla morte nelle sabbie mobili dell’incomprensione.
Sul caso c’è stato anche un ultimo condivisibile “autorevole” commento, con l’invito a tutti a “un passo indietro ed il silenzio”. Con una sola ma sostanziale differenza: rimanga chiaro il ruolo di chi ha dato uno schiaffo e chi l’ha ricevuto ( cioè quelli che “non hanno rispetto per l’interesse dei bambini”) .
LUTTI CITTADINI
Luigi Fabbri a 86 anni ha lasciato i nipoti Federico ed Alessandra, la cognata Luciana, amici.
Gino, alto di statura, è stato macchinista delle ferrovie impiegato principalmente sulla linea Savona -Torino.
Ha avuto anche esperienza comunale quale consigliere di minoranza, dove ha dimostrato la sua serietà civica.
I nipoti lo hanno voluto ricordare come “Uomo di grande memoria e alto sentire”.
Salvatore Saporito a soli 66 anni, muratore e bagnino, amante delle musiche di Paolo Conte, ha lasciato fratelli e sorelle con le rispettive famiglie, parenti e tanti amici.
Immigrato con la famiglia dalla Sardegna, appassionato di pallone, è cresciuto nelle giovanili del Vado, per poi essere un valido protagonista nelle file della Nolese Resegotti Boys per un decennio , e dove, nella stagione 1974/75 ha contribuito alla vittoria nel campionato di seconda categoria.
Carlo Gambetta