Non temeva più di tanto quando, da cronista in trincea, riceveva minacce da brigatisti e ‘ndranghetisti. Ora il giornalista scrittore (e pensionato) Daniele La Corte confida: “Non mi vergogno a dirlo, ho paura per me e la mia famiglia…dopo l’arresto del medico se da una parte abbiamo scampato uno stato di pericolo assillante, dall’altra vivo nell’angoscia di cosa ci potrà ancora accadere…”. La Corte ha presentato denuncia querela alla Polizia Postale di Imperia per diffamazione e minacce.
Nella ‘discarica’ Facebook non sono mancati post firmati e ritenuti diffamatori, persino all’indirizzo di ‘vigliacchi partigiani‘ (La Corte ha scritto libri sulla storia della Resistenza nel ponente ligure). Si aggiunga che qualche ‘fratello massone’ del dr. Alessandro Quilici si è fatto vivo, diciamo con coraggio visto l’abituale riservatezza dei ‘liberi muratori’, il loro ferreo giuramento, la reciproca solidarietà. E l’esistenza di quel tribunale massonico di cui non si hanno mai notizie. Fece eccezione Licio Gelli e quel giurato savonese (erano 4), ormai decano del foro, Renzo Brunetti, che fu tra i relatori ed estensori della motivazione della sentenza di condanna, con espulsione a vita, del Grande Burattinaio di molti misteri insoluti e sanguinari della democrazia in Italia.
Caso Quilici. Facebook riporta, tra i tanti, il commento di un personaggio alassino, imprenditore, Lions da tempo. Scrive Giovanni Purricelli (OPS Group, fondata da Francesco Puricelli, portata avanti dai figli Giovanni e Andrea, agenzie e uffici tecnici in Rovigo, Roma, Albenga e Conegliano): “Una penna uccide più di una pistola e qualche giornalista dimentica di mettere la sicura e certi la tolgono di proposito”. E Gigi Ciccione, alassino che non nasconde simpatie per la destra, aggiunge: “Ma non erano i fascisti di carta ? Chiedo per un amico”. E va già duro Isabella Corazza: “Il signor giornalista (La Corte ndr) non è certo un santo…gli piace insultare la GENTE con parole come idioti, ignoranti in tv (Imperia Tv dove LaCorte teneva una rubrica quotidiana e l’emittente è stata chiusa il mese scorso dall’editore cav. Francesco Zunino ndr)….chi è causa del suo mal pianga se stesso“. E Paolo Porcella ridicolizza: “…. Scrittore ? Giornalista ? In prima linea ? Si linea della ribotta“. A dar manforte arriva pure Flavio Pogliano: “L’Anpi aveva fatto un comunicato a sostegno di un certo...” E Claudio Gandolfo ai presunti ‘camerati’ e censori: “ Vi leggo sempre con infinita stima”.
C’è chi si firma con note di stima per l’oculista in carcere con ‘Forza Ale !…’.’E’ un grande amico‘, vedi Corrado Cobra, Marinella Bruno, Claudio Fatucci. Luciana Grollero: ‘Io non ci credo’. Oppure, Cinzia D’Armiento: “Avrei difficoltà a crederci anche se lo vedessi…”. E chi invece picchia duro il presunto colpevole. Davide Degiovanni: “Per me è un d….e va condannato per quello che ha fatto. Naturalmente la legge provvederà nella forma più giusta”. Gian Carlo Castelli: ” Ovviamente il fascismo viene tirato in ballo. E’ come il prezzemolo”.
Oppure Giovanna Basso: “ Forse non sa che Daniele La Corte è uno dei massimi esperti della Resistenza della nostra zona. E, dal momento che, purtroppo, le esternazioni di carattere estremista esistono in Italia e sono tristemente all’ordine del giorno, qualcuno ha temuto potesse trattarsi di una pista del genere. Sicuramente un po’ precoce l’intervento dell’Associazione antifascista, che peraltro stimo. E comunque triste storia rimane, se accertata. Ma di carattere assolutamente privato, a mio modesto giudizio”
Per chi è alassino ci sono persone con famiglie piuttosto conosciute. C.C. ha cogestito un importante camping. Altri attività commerciali. E ancora, il genero dell’ex comandante della locale Locomare. Tante storie di vita che non meritano di essere messe in croce. Che magari dovrebbero indurre a privilegiare il silenzio di fronte a drammi umani in attesa di giustizia, anzi di ‘verità giudiziaria’ andiamo ripetendo e fino a quando la sentenza non passerà in giudicato, magari in Cassazione. Anni e anni.
E allora a ognuno il suo compito, spesso arduo; ai cronisti di fare il loro dovere e se sbagliano è giusto che paghino come sovente accade e i media non danno notizia. Due mesi fa l’articolo di trucioli.it che dava conto di una sentenza della Corte d’appello di Torino che condannava giornalisti e l’amministratore delegato del maggiore gruppo editoriale italiano per una ‘campagna diffamatoria’ verso un anziano e stimato sacerdote di Acqui Terme. Condanna esecutiva (anche in caso di appello) in sede civile, abbastanza clamorosa visto i protagonisti coinvolti e il presunto ‘ scandalo’ si stagliava tra Acqui Terme e Varazze. Nessun organo o agenzia di stampa ha dato conto, neppure con una breve. Con la sola esclusione de L’Ancora (Acqui Terme, organo della diocesi) che però non ha citato i condannati, né l’editore.
E il piccolo trucioli.it si è trovato davvero solitario a fare corretta e doverosa informazione pure nel mondo dei giornalisti. Dovere e coerenza, senza il dono dell’infallibilità. Ma tacere, sorvolare significa anche acquisire benemerenze future da chi conta davvero e detiene le briglie di un certo potere che non è solo quello istituzionale.
Ora nella vicenda alassina non ci fosse in ballo una persona, ancorchè “stimato professionista” – scrive qualcuno – rinchiuso in una cella singola nel carcere di Imperia, in condizioni psicofisiche facilmente immaginabili per chi non è uso frequentare le patri galere, si potrebbe far finta di nulla. Riservare una breve. In realtà il popolarissimo Ivg.it nel suo primo lancio di notizia si era limitato a pubblicare il comunicato della questura, senza nome dell’arrestato. Stessa scelta SavonaNews. Senonchè trucioli.it ha dato conto senza guardare in faccia nessuno e a quel punto sono corsi ai ripari con un aggiornamento e il nome di Quilici. Più espliciti alcuni social imperiesi.
In ballo una famiglia nota nell’albenganese e non solo. Anche papà Quilici era oculista, è stato candidato all’epoca del Movimento Sociale. Si sono tramandati la fede massonica ed in parte l’impegno in politica (il fratello di Alessandro alle comunali di Ceriale).
Il dr. Quilici colpito da un provvedimento giudiziario di aggravamento di una misura già in corso (ovvero ‘Codice Rosso‘, di fatto una sorta di bollino di precedenza, proprio come succede per le priorità al pronto soccorso) in conseguenza di “reiterate azioni persecutorie nei confronti delle ex convivente, ma anche di minacce e percosse nel periodo di convivenza” (stando all’accusa e alla denuncia). Ebbene oltre ad essere un reato che in caso di condanna non prevede la sospensione condizionale della pena, non è previsto neppure l’interrogatorio di garanzia. E il penalista savonese Fausto Mazzitelli, difensore di fiducia di Quilici, sta predisponendo un’istanza di arresti domiciliari fuori Alassio che, trattandosi di incensurato, con molte probabilità sarà concessa.
Proprio Alassio, anni 80, era stata teatro di una misura allora clamorosa e senza precedenti in Liguria, anche se le pene non erano ancora così pesanti e severe per le violenze ai danni di donne. Un noto imprenditore, piuttosto manesco, con ordinanza del giudice Fiorenza Giorgi (la stessa che ha disposto l’arresto di Quilici dietro richiesta del Pm Marco Cirigliano), fu allontanato per diversi mesi dalla cittadina della Baia del Sole, la moglie era assistita dal compianto avv. Giampiero Mentil e la vicenda fini sulle cronache nazionali. Il processo si celebrò in tribunale, a porte aperte, e l’imprenditore fu condannato con la condizionale.
Nella denuncia firmata dal giornalista La Corte (aveva ricevuto solidarietà anche dall’Ordine dei Giornalisti della Liguria) si fa cenno a commenti postati da lettori e qualcuno all’insegna di una presunta diffamazione a mezzo stampa e l’ aggiunta di una presunta ‘istigazione a delinquere’. Si tenga conto che oltre alla ormai ex convivente (Quilici è reduce da un fallimento matrimoniale con una torinese che ora vive a Montecarlo), l’arrestato in attesa di giudizio avrebbe preso di mira la casa di campagna della famiglia La Corte con un ‘grave atto intimidatorio all’esterno dell’abitazione in località Cavia di Alassio’, cospargendo i muri e la strada di liquido infiammabile. E ancora, danneggiamenti alle auto e alle gomme di più soggetti, già quando era scattato, da parte del Gip, il ‘Codice Rosso’ con divieto di avvicinare la ex compagna, professionista del foro con studio a Imperia, e la sua abitazione.
Il Secolo XIX – Savona, a firma di Giovanni Ciolina ed Alberto Parodi, ha riferito di almeno tre episodi che hanno causato l’aggravamento del provvedimento e sono descritti nell’ordinanza di arresto. Si aggiunga, la violazione alle disposizioni (ed ammonimenti) di non avvicinare la donna, a firma del questore di Savona Giannina Roatta. La questura ha diramato un comunicato stampa in cui si da atto che l’arresto è conseguente al reato di atti persecutori… ai danni di….e per aver violato il divieto di avvicinamento…”.
Luciano Corrado
PS. Ci sono anche due studi savonesi nella rinomata selezione “I migliori avvocati e i migliori studi legali Corporate 2020” della guida di Milano Finanza. I dati relativi al valore delle operazioni assistite sono stati tratti dai comunicati delle società e degli Studi Legali, da fonti istituzionali come la Corte di Cassazione e la banca data americana Edgar SEC, e da altre fonti pubblicamente disponibili. Nella sezione Compliance, che analizza l’attività degli avvocati nelle aree della responsabilità di impresa, nei progetti di compliance e nelle procedure anti-corruzione e anti-riciclaggio, troviamo tra i “Best” Legal Award 2020 Fausto Mazzitelli.
Nella sezione Dispute Resolution, che fornisce una valutazione dell’area di mercato probabilmente più caratteristica dell’attività legale; un’area che spazia dagli arbitrati, alle attività di product labilità per passare dalla recentemente introdotta Class Action e alle dispute societarie e commerciali, troviamo tra i “Best” Stefano Scarfi Savonese.