La Lega albengane se e finalese chiede con tanto di comunicato scritto di riattivare il pronto soccorso di Albenga. Mauro Righello (consigliere regionale Pd) chiede di riaprire l’ospedale di Cairo Montenotte e ricorda che la funzione svolta dalla Scuola Allievi Polizia penitenziaria è destinata a ospitare persone che non hanno bisogno di assistenza ospedaliera. Resta l’obbligo di mantenere posti letto riservati al Covid. Infine un atto al presidente Toti, dopo l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera accusato di ‘politica di pochi tamponi’.
Sanità, Lega albenganese e finalese, “riattivare Pronto soccorso ad Albenga”
Savona, 21 mag. – “La Lega dei comprensori dell’Albenganese e del Finalese fa appello a Regione Liguria e ad Alisa ad attivarsi affinché sia predisposta la riattivazione del Pronto soccorso all’ospedale di Santa Maria di Misericordia ad Albenga, dopo la sospensione delle attività causa Covid. Ora che la curva epidemiologica sta continuando a scendere, così come il numero dei positivi e dei ricoverati in provincia, chiediamo che, per evitare sovraffollamenti e iperafflusso nel Ps del Santa Corona di Pietra Ligure, venga ripristinato il presidio per le emergenze ad Albenga”. Lo dichiarano gli esponenti della Lega dei comprensori dell’albenganese e del finalese.
COSA ACCADE ALL’OSPEDALE DI CAIRO MONTENOTTE E ALLA SCUOLA ALLIEVI
“Resta un dato: si sono chiuse strutture come l’ospedale di Cairo, se ne sono requisite altre come la palazzina della Scuola. Per fare cosa? Vorremmo che la Regione rispondesse su questi punti oltre a chiarire l’aspetto dei costi della Scuola». Si è chiesto il consigliere regionale Righello (Pd).
«Preoccupa che il consigliere Righello non abbia ancora compreso la differenza tra l’ospedale e la funzione svolta dalla Scuola – ribatte l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale -, che è destinata a ospitare persone che non hanno bisogno di assistenza ospedaliera. La diminuzione dei ricoveri consente un graduale e progressivo ritorno alla conformazione della rete ospedaliera pre-emergenza, ma con i numeri di posti letto dedicati al Covid imposti dal ministero. Guardando però cosa è accaduto venerdì sera proprio a Savona, il rischio che il virus possa riprendere a circolare diventa possibile: inviterei tutti alla massima prudenza».
L’Ospedale di Albenga torna a servizio del comprensorio
COMUNICATO STAMPA – Il sindaco Tomatis: “Oggi più che mai è importante che l’Ospedale di Albenga resti pubblico”
Già a partire da questo fine settimana l’Ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga riprenderà parte della propria funzionalità e, seppur gradualmente e con prudenza, a partire da lunedì saranno riaperti molti dei reparti e ambulatori che fino ad oggi erano stati destinati ai pazienti Covid. Grande la soddisfazione da parte del sindaco Riccardo Tomatis che in questi mesi ha mantenuto costantemente i contatti con il direttore generale dell’Asl 2 il dottor Cavagnaro e con il dottor Luca Corti.
Afferma il primo cittadino: “I contatti con il dottor Cavagnaro in questi mesi sono stati pressoché quotidiani sia per conoscere la situazione sanitaria sul territorio che le condizioni dell’Ospedale di Albenga. Abbiamo condiviso le scelte relative all’ospedale di Albenga cercando di collaborare al fine di superare la grave emergenza legata al Coronavirus. Io e la mia amministrazione abbiamo messo sempre da parte le polemiche o le strumentalizzazioni politiche al fine di lavorare tutti insieme per la salute pubblica e per il bene dei cittadini del nostro territorio. Sono davvero felice che oggi l’emergenza, seppur non terminata, si sia affievolita e che i reparti e gli ambulatori dell’Ospedale di Albenga possano tornare ad espletare le proprie funzioni. Credo che, proprio alla luce di quanto abbiamo dovuto affrontare, oggi sia importante riflettere sull’importanza che il nostro ospedale ha, non solo per Albenga, ma per l’intero comprensorio.In questi mesi molti pazienti hanno dovuto rimandare esami e interventi non urgenti, spesso sono stati dirottati verso altre strutture ospedaliere (anche per le emergenze) ed hanno potuto “toccare con mano” l’importanza di avere un ospedale funzionante sul territorio. Con grande senso di responsabilità, i cittadini hanno accettato che il Santa Maria di Misericordia fosse convertito a Covid Hospital subendo disagi e facendo sacrifici con la consapevolezza di quanto il nostro ospedale fosse importante per combattere l’emergenza Coronavirus. Oggi, però, il Santa Maria di Misericordia deve tornare alla nostra città e al servizio dei cittadini di tutto il comprensorio. Credo che proprio alla luce di quanto abbiamo vissuto sia importante avviare una profonda riflessione su queste tematiche e che la Regione dovrebbe rivalutare alcune delle scelte prese in ambito sanitario. Con maggior forza e convinzione oggi vogliamo sottolineare l’importanza di avere un ospedale pubblico. Ci impegneremo per continuare questa battaglia nelle sedi opportune e con atti che spero possano avere il consenso unanime di tutta l’amministrazione comunale, minoranza compresa.”
Conclude il sindaco Tomatis: “Voglio ringraziare ancora una volta il personale medico e sanitario. Oggi tutti si ricordano di loro, ma credo che sia ancora più importante continuare a farlo anche quando questa emergenza sarà terminata”.
TOTI BOCCIATO DAL CORRIERE (E DAI DATI)
di Ernesto Pedemonte
Il Governatore Giovanni Toti ha la testa dura. Finalmente anche il Corriere della Sera (implicitamente) lo riconosce. Sentite che cosa scrive oggi (Titolo: Il federalismo dei tamponi):
«Lombardia, Liguria e Piemonte fanno tamponi appena sopra alla media nazionale, ma scoprono il triplo dei malati. Quanti sarebbero, allora, se riuscissero a cercarli su una fascia più ampia di popolazione?”.
Andando più nel dettaglio (i dati sono calcolati nel periodo tra il 22 aprile e il 20 maggio):
1. PERCENTUALE DI TAMPONI POSITIVI: la Liguria è seconda in classifica (9,3%) subito dopo la Lombardia (9,6) e prima di Piemonte (7,9) ed Emilia Romagna (5,4). In altri termini: su cento persone a cui viene fatto il tampone quasi uno su dieci risulta positivo. (in Veneto sono 2,2)
2. NUOVI CASI POSITIVI (per 100 mila abitanti): la Liguria è terza con 163 casi ogni 100 mila abitanti, dopo il Piemonte (182) e la Lombardia (177). Il Veneto è a 54.
AGGIUNGIAMO ALTRI TRE RECORD DELLA LIGURIA:
1. IL RECORD DEI CASI. Secondo la fondazione Gimbe, la Liguria è da tre settimane la regione italiana con il più alto incremento percentuale di casi.
2. MAGLIA NERA NEI TAMPONI. Con poco più di 59 tamponi ogni 1.000 abitanti (dato medio dall’inizio della pandemia) la Liguria è la regione che ha fatto meno tamponi tra quelle ad alta diffusione del contagio. A fine marzo Toti aveva detto che avremmo aumentato il numero dei tamponi, ma da allora ne sono stati fatti in media 1499 al giorno mentre, secondo gli esperti, con la popolazione della Liguria ce ne vorrebbero quasi quattromila. La Regione più virtuosa è il Veneto, che ha cominciato a fare molti tamponi fin dal mese di marzo e non a caso oggi ha molti meno nuovi contagi della Liguria (con il triplo degli abitanti).
3. ULTIMI NEL LIVELLO DI SORVEGLIANZA. Secondo la università Cattolica (Instant Report Altems Covid-19 del 19 maggio) la Liguria è la regione che ha il peggiore rapporto tra numero di persone positive al virus e il numero di persone testate ogni settimana. La Liguria è al 6%, la Lombardia al 5%, la media italiana al 2%, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria sono prossime allo zero. Tanto che Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia (campus di Roma) dell’Università Cattolica, che coordina lo studio, sottolinea che: “In Liguria e Lombardia la quota della popolazione testata è molto bassa considerando l’alta incidenza dei contagi registrata nell’ultima settimana: anche se il numero di nuovi casi è in calo, questo non deve portare ad abbassare la guardia. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Bolzano e Umbria sono le Regioni più previdenti sotto questo punto di vista. Infatti, a fronte di una incidenza settimanale di nuovi casi sotto la media nazionale, associano un elevato rapporto tra tamponi e popolazione”.
UNA DOMANDA A TOTI
Perché il Governatore Toti insiste nella politica dei pochi tamponi? È una sua convinzione personale o questa scelta dipende dal fatto che l’Istituto di Igiene dell’ospedale San Martino, scelto da Toti come capofila nell’ accertamento diagnostico del Covid, non è in grado di svolgere queste operazioni in modo efficiente? È una voce che circola sempre più insistentemente e il Governatore dovrebbe spiegare il perché di questo record negativo: una scelta politica (meno tamponi si fanno, meno positivi si scoprono), una convinzione scientifica o solo una questione di mancata efficienza e capacità?