Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Turismo e weekend, zero code in autostrada
L’evoluzione economica Covid. Legambiente e WWF con 33 proposte, sì dei Verdi al green


Conseguenze da Covid 19; trasporti liguri, turismo ed evoluzione dell’economia. A causa della pandemia stiamo attraversando una crisi sanitaria, economica e sociale dalla quale possiamo uscire mettendo in campo tutte le risorse disponibili e analizzando tutte le scelte politiche che andranno calibrate secondo le diverse realtà regionali.

di Gabriello Castellazzi*

Il prof. Gabriello Castellazzi portavoce dei Verdi savonesi

Nella nostra Regione l’economia è condizionata dai flussi turistici e da questo dato dobbiamo partire allargando poi la visuale su di un contesto più ampio. In Liguria e nella provincia di Savona nei weekend della prossima estate ci saranno ancora le interminabili e stressanti code di veicoli sulle autostrade, oppure la pandemia in corso modificherà la situazione? Con tutta probabilità ci troveremo di fronte ad una situazione completamente nuova.

Il lavoro nelle aziende del nord sarà organizzato con nuove modalità per gli obblighi di distanziamento tra i lavoratori, turni differenziati, smart-working, ecc, e le ferie (per l’art.36 della Costituzione non sono solo un diritto ma anche un dovere) verranno distribuite in modo diverso. La conseguenza dello scaglionamento delle ferie contribuirà ad evitare l’affollamento nei giorni festivi: con tutta probabilità tra Pietra Ligure e Savona non ci sarà più la lunga, continua e stressante coda di auto del rientro settimanale. E la presenza di turisti, che auspichiamo sempre numerosa, potrà distribuirsi più razionalmente non solo nei mesi estivi ma anche in periodi nei quali le bellezze della Liguria saranno parimenti appetibili (Parchi Naturali, Agriturismo, Nuclei storici, Musei, Sport outdoor).

Verrà certamente disposta una nuova disciplina per gli arenili (privati e pubblici) con prenotazioni obbligatorie anche via internet per clienti sia italiani che stranieri. Infatti si stanno già perfezionando degli interessanti software gestionali: una distribuzione controllata dei “bagnanti” su tutti gli arenili impedirà gli affollamenti e i giusti limiti scoraggeranno gli inutili viaggi concentrati nei week end perchè il “turista di una sola giornata” rischierebbe di guardare il mare solo da lontano.

In questo contesto si inserisce il delicato problema dall’organizzazione delle attività produttive in un contesto nazionale e globale che vedrà un rilancio degli investimenti finanziari. Al rallentamento drammatico di oggi dell’economia seguirà per forza un recupero accelerato poiché l’alternativa significherebbe una paralisi completa della società.

Ma in quale direzione avverrà questo nuova fase di sviluppo dato che esistono proposte divergenti ?

Nei giorni scorsi autorevoli capi di Stato europei hanno firmato un documento nel quale si legge: “La transizione economica considerata dal punto di vista climatico, la protezione della biodiversità e la trasformazione dell’agro-alimentare, hanno il potenziale di creare posti di lavoro e crescita economica contribuendo alla costruzione di società resilienti” : quindi un nuovo “patto verde” che possa raccogliere i benefici della transizione ecologica nel rispetto degli “Accordi di Parigi”.

In alternativa avanzano le potenti lobby dei combustibili fossili, della plastica, dei trasporti, ecc., che affermano come l’economia eco-sostenibile possa attendere e “senza una immediata ripresa delle industrie tradizionali la perdita dei posti di lavoro assumerebbe dimensioni enormi”.

Su questa logica economica autolesionista alcuni paesi europei, sempre contrari al “patto verde“e di chiara impronta sovranista, hanno già chiesto di mettere in pausa la transizione ecologica e di utilizzare tutte le risorse per far ripartire l’economia tradizionale. Tutto come prima, con il risultato di aggravare ancora di più la crisi ambientale (altri spillover virali e riscaldamento globale).

A livello mondiale il caposcuola di questa linea fallimentare è il presidente Trump che ha subito annunciato la distribuzione di 50 miliardi di dollari per il rilancio dei combustibili fossili (in particolare il carbone e l’industria domestica delle sabbie bituminose). Anche in Italia alcune istituzioni bancarie continuano a consigliare investimenti nell’ industria dei combustibili fossili puntando su di una ripresa a breve del mercato del petrolio, in una logica di interessi miopi e di breve termine.

Legambiente e WWF nei giorni scorsi hanno lanciato 33 proposte che i Verdi condividono totalmente: rilancio dell’economia in chiave “green”per aiutare famiglie e aziende; puntare su efficienza e riqualificazione energetica, mobilità leggera, recupero del patrimonio edilizio, economia del riciclo e del riuso, agricoltura sostenibile, rispetto della “biodiversita“e tanti altri punti facilmente consultabili sui loro siti.

Le scelte economiche locali e globali determineranno il nostro futuro. Anche in Liguria, dopo i doverosi e immediati aiuti economici finalizzati ad evitare il collasso del turismo, dell’agricoltura e di tutte le aziende collegate (con perdite drammatiche di posti di lavoro) è necessario intraprendere la via giusta per garantire un futuro ecosostenibile alle prossime generazioni.

Gabriello Castellazzi, portavoce dei Verdi della provincia di Savona,




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