Il generale in congedo, Angelo Marrali, 84 anni, ha voluto essere sepolto, a Pieve di Teco, nella tomba di famiglia della moglie Anna Calzamiglia, pievese, lui origini campane. L’allora capitano del Car del Battaglione Alpini ‘Pieve di Teco’ qui conobbe colei che diventerà sua sposa e fedele compagna di vita, mamma di due figlie, Maria Paola, magistrato e Angela avvocato.
L’antico convento trasformato in caserma dedicata a Sebastiano Manfredi, membro della illustre omonima famiglia pievese, caduto in Africa al tempo della campagna coloniale del 1896. Nel tempo vari reparti Alpini passeranno da questa caserma: dal 1875, la 16^ compagnia del II° battaglione alpini; dall’autunno 1878, la 2^ compagnia del I° battaglione alpini; dal 1882, sede estiva del battaglione alpini “Alto Tanaro” del 1° reggimento, due compagnie, la 2^ e 3^ vi sono acquartierate in sede stanziale; Dal 1875, la 16^ compagnia del II° battaglione alpini; dall’autunno 1878, la 2^ compagnia del I° battaglione alpini; dal 1882, sede estiva del battaglione alpini “Alto Tanaro” del 1° reggimento, due compagnie, la 2^ e 3^ vi sono acquartierate in sede stanziale, da ultimo fino alla chiusura il Battaglione Alpini “Pieve di Teco” (per cambio denominazione dell’“Alto Tanaro”. Dopo il settembre 1943 sarà sede di reparti tedeschi ed italiani della R.S.I.. Poi la ristrutturazione e destinazione a impiego pubblico con funzioni teatrali, didattiche , museali e di biblioteca. Attualmente l’edificio ha preso il nome di S.A.A.C.S “Sebastiano Manfredi”, acronimo di Spazio Aggregativo d’Arte Cultura e Storia.
Una storia a cavallo di due secoli, con uno spaccato sociale e di costume, forse non molto conosciuto. Negli anni sono state molte decine le giovani spose pievesi maritate a militari, graduati e ufficiali di stanza nel paese. E spesso, proprio per la divisa, si sono trasferite in altre località e regioni sede di caserme. Ormai sono generazioni che si contano sulle dita di una mano. E il camposanto resta l’ultima testimonianza, a ricordo per i posteri. Luogo dove portare un fiore a riconoscenza, recitare una preghiera, essere presenti alla ricorrenza dei Defunti del 2 novembre. Occasione anche di incontro tra pievesi e non che, a volte, non si vedono da tempo.
Il generale Marrali non era più di casa a Pieve ma sapeva che la sua ultima dimora sarebbe stata la terra che aveva dato i natali all’adorata moglie. Una testimonianza ed un attaccamento alle origini viva e praticata soprattutto nei piccoli paesi. Dove per tradizione c’è la ‘tomba di famiglia’, con concessioni perpetue e che ora arrivano fino a 99 anni, rinnovabili.
Papà Marrali lo piangono le figlie Angela, avvocato del foro imperiese e Maria Paola sostituto procuratore della Repubblica, coniugata con il dr. Marcello De Michelis, commercialista, a sua volta, con origini paterne in Valle Arroscia, con papa Luciano e il fratello Ivo De Michelis, il primo (compianto) presidente della Provincia per due mandati, esponente della Democrazia Cristiana, il secondo è stato consigliere di Banca Carige, entrambi imprenditori di successo e un legame profondo con le loro montagne (San Bernardo di Mendatica, Monesi, ma anche Ormea, Upega, Viozene).
ARTICOLO PUBBLICATO DAL SECOLO XIX DI IMPERIA A FIRMA DEL GIORNALISTA GIORGIO BRACCO