L’inquinamento indoor è una delle minacce più sottovalutate nei confronti della salute: ecco alcuni consigli per combatterlo. C’è chi viene al mare o va in montagna per ‘respirare aria salubre’. Anche i medici e gli specialisti consigliano. Ma molti ignorano quale siano i pericoli quando in casa nostra non osserviamo, nel ricambio d’aria degli ambienti, alcune regole semplici ma importanti.
Non sottovalutarlo: l’inquinamento indoor è una delle minacce più sottovalutate nei confronti della tua salute. Trascorri le tue giornate in ambienti chiusi – tra casa e luogo di lavoro, all’incirca il 90% del tuo tempo – e secondo l’OMS la scarsa qualità dell’aria che respiri in quei stessi luoghi è causa del 2,7% delle malattie al mondo. Ti sarà capitato di focalizzarti su quanto sia irrespirabile l’atmosfera all’esterno, soprattutto nelle grandi città, ma l’aria dentro casa o al lavoro può essere fino a cinque volte più inquinata di quella outdoor, a causa di abitudini sbagliate (come fumare al chiuso), polvere, microorganismi e cattiva areazione degli ambienti. Insomma, è giunto il momento di occuparci della qualità dell’aria che respiri più frequentemente, con una serie di accorgimenti pratici e con l’aiuto di strumenti pensati per questo scopo.
Non fidarti del profumo di pulito. Un aiuto arriva dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha messo a punto già nel 2010 un Gruppo di Studio Nazionale sull’inquinamento indoor, per approfondire il fenomeno e fare educazione pubblica sulle contromisure. Uno dei risultati del lavoro di questo Gruppo di Studio è stato un vademecum, che rappresenta il punto di partenza ideale per chi vuole rendere più salubre l’aria di casa. Il primo passo è la consapevolezza che il «profumo di pulito» non sempre è un indicatore di pulizia: quindi meglio non eccedere con l’uso di detergenti e detersivi, e moderare anche quello di deodoranti e diffusori di profumi o essenze. Anche i prodotti più aggressivi, come candeggina e acido muriatico, vanno limitati, perché hanno un effetto negativo sull’atmosfera casalinga. E fai attenzione alle miscele: non mescolare candeggine o ammoniaca con sostanze acide come l’anticalcare.
I pericoli del fumo di terza mano. Non fumare mai in casa e cambia regolarmente l’aria aprendo porte e finestre (anche d’inverno) per una ventina di minuti al giorno. Sono due suggerimenti di buon senso, ma è bene tenerli sempre a mente. Gli agenti inquinanti delle sigarette sostano a lungo sulle pareti, gli arredi, le tende e le tappezzerie. Sono ben 250 le sostanze chimiche del fumo di terza mano che vengono trattenute da ambiente e abiti e sono molto nocive soprattutto per i bambini piccoli. Se avete comprato mobili nuovi, arieggiate anche più spesso del solito: spesso sono stati trattati con agenti chimici che impiegano diverso tempo per essere smaltiti. Ci sono altri due strumenti che rischiano di peggiorare la qualità dell’aria e che quindi vanno gestiti correttamente: l’aspirapolvere (compratela col filtro per il particolato) e i condizionatori (pulite regolarmente i filtri).
Gli alleati: le piante e un igrometro. Un indicatore importante della qualità dell’aria indoor è l’umidità: fai attenzione che non superi mai il 40% / 50%, evitando la formazione di macchie di muffa sulle pareti. Per farlo, investi in un igrometro per uso interno, con circa 30 euro ne puoi trovare di qualità. Consideralo come un monitoraggio importante per la tua abitazione. E poi c’è sempre l’alleato migliore: quello vegetale. Le piante migliori da far vivere in interni per ottenere un’aria più salubre sono la dracena, l’aloe, la gerbera, la sanseveria. Limita al minimo l’uso degli insetticidi e per le vernici accertati che siano certificate per l’uso indoor: in ogni caso per due settimane dopo l’uso, cambia l’aria con frequenza.
I purificatori hi-tech. Un’integrazione di queste buone pratiche quotidiane è investire in uno strumento hi-tech. Uno strumento efficace e in commercio è VitaShield IPS della Philips, lo stato dell’arte della tecnologia sul mercato, col suo filtro nanoProtect S3 riesce a erogare aria pulita in stanze grandi fino a 95mq, proteggendo anche da formaldeide, toluene e composti organici volatili e assorbendo fino al 99% delle sostanze nocive. Il prezzo però è alto: intorno ai 550 euro. Sempre nella fascia premium – prezzo medio 600 euro – Dyson Pure, purifica l’aria e la rinfresca o riscalda, in base al modello scelto. Grazie al loro filtro HEPA, i purificatori Dyson catturano il 99,95% di pollini, allergeni e particelle inquinanti.
Se cerchi invece un’opzione più accessibile, c’è il purificatore Pro Breeze (circa 140 euro), molto indicato per chi soffre di allergie, o il depuratore d’Aria Béaba (circa 160 euro), pensato per la salute dei tuoi bambini con i suoi pre-filtro, filtro HEPA H13 e filtro a carbone.
Infine, altri due prodotti molto efficaci sul mercato sono Nuvita 1850 (circa 60 euro), a basso consumo energetico (sui 25 watt), e Vista 200 di Levoit (circa 80 euro), molto silenzioso – in modalità notte raggiunge solo 26 dB -, ideale per chi ha il sonno leggero.
Tu quanta attenzione presti alla qualità dell’aria nella tua casa?
Ferdinando Cotugno (da VoceArancio-Ing)