“La Fondazione Famiglia Sezzella Onlus che, seconda le volontà testamentarie del suo Socio Fondatore Sezzella Walter, deve prestare assistenza agli ammalati neoplastici, ha deciso di donare alla Regione Liguria due ventilatori polmonari Breas Vivo 65, da utilizzare nelle strutture ospedaliere pubbliche del ponente ligure savonese in via prioritaria per le persone affette da malattie neoplastiche che necessitano di ossigenoterapia”. Firmato dott. Giancarlo Maritano presidente e dott. Gianluigi Figini segretario.
Nelle motivazione il comunicato stampa della Fondazione Famiglia Sezzella elenca: lo stato di permanente emergenza sanitaria dovuto alla pandemia da coronavirus; le difficoltà attuali da parte del Servizio Sanitario nazionale a prestare assistenza alle persone affette in forma clinica grave per la virosi (in ragione soprattutto dell’età e delle patologie concomitanti); che tale difficoltà diopende dalla carenza di apparecchiature adeguate alla complessità dei relativi quadri clinici….” da qui la decisione di donare due ventilatori.
La nota stampa non indica quanto sono stati pagati ma fonti ufficiose indicano un importo complessivo di 18 mila €, il mero costo industriale, spogliato dunque di ogni altra spesa, quale ad esempio la provvigione e trasporto. E questo grazie, da quanto emerge nel comunicato, alla collaborazione concreta dell’azienda MedicAir (sede a Pogliano Milanese) che “è riuscita a reperire, su un mercato saturo di richieste, le due apparecchiature e alla quale rivolgiamo i più sinceri ringraziamenti per la sensibilità dimostrata e l’aiuto offerto”.
CHI ERA WALTER SEZZELLA – Un borghettino benestante, agente di commercio, scapolo e che viveva con la mamma. Dopo la sua morte, nel 2016, per rispettare le volontà indicate nel testamento, è sorta la Fondazione che ha sede a Loano e ne sono entrati a far parte 27 componenti che dimorano in diverse località del ponente savonese compreso un cittadino italiano residente a Innsbruck. Oltre a due revisori dei conti (vedi a fondo pagina). La destinazione benefica è rivolta ai malati di tumore e alle loro famiglie, cittadini di Borghetto e della zone limitrofe. La ‘giunta esecutiva’ della Fondazione ha portato avanti – peraltro senza visibilità meditica – un progetto per la creazione di un ‘Hospice’ sulla falsariga di quello operante e con una funzionalità esemplare a Savona da parte dell’Hospice Centro Misericordia Santa M.G. Rossello.
Si tenga conto che nel ponente savonese c’era carenza di posti letto nel comparto specifico. Almeno 8. Da qui l’iter portato avanti dalla Fondazione Sezzella dopo aver ottenuto il riconoscimento di Onlus. Il ‘progetto Hospice‘ è stato presentato al presidente della regione Toti, all’assessore alla Sanità Viale, al prefetto, è prevede di utilizzare, in accordo e sinergia con l’Asl 2, una struttura non più attiva all’interno dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Ci sono due piani del reparto Infettivi (di cui si è parlato e discusso proprio nei giorni scorsi), ma a quanto si è saputo un intervento significativo, visto le condizioni complessive, comporta quasi una spesa maggiore che realizzarne uno nuovo. Si è pensato a quel di utilizzare un altro reparto che ha pure un accesso indipendente dall’esterno. E’ seguito il progetto esecutivo dell’arch. Enrico Zunino di Albenga. Un iter protrattosi per due anni, in una realtà nazionale dove tutti, a parole, invocano tagli alla ‘burocrazia’ e nei fatti non si cambia mai nulla. Ora non resta che procedere e realizzare.
Nel frattempo, con l’emergenza coronaviorus, si è pensato di far fronte ad un’altra priorità ancora più impellente: i ventilatori polmonari. Attingere ai fondi della Fondazione che grazie agli investimenti finanziari ed immobiliari fa utili. E dopo che – ma non ci sono fonti dirette – due nipoti (abitano a Ceriale) del benemerito Walter Zezzella avevano impugnato il testamento, reclamando la legittima. Il destino ha voluto infatti che Walter morisse prima della mamma, mancata pochi mesi dopo. Sta di fatto che la Fondazione ha dovuto riconoscere una ‘legittima’ pari a 400 mila euro. Non è dato a sapere se abbiano almeno ‘ringraziato’ e lo zio vivente si siano premurati di stargli vicino, assisterlo (parrebbe non fossero stati affissi neppure i manifesti funebri). Dalle sue volontà testamentarie non sembrerebbe. Acqua passata importante è rendere attiva ed operante la Fondazione stessa a beneficio dei sofferenti per malattie maligne. Una realtà savonese e ponentina con tanti bisogni.
LA STAMPA- 11 MAGGIO 2016 –
Un patrimonio di oltre due milioni e mezzo di euro tra conti bancari, titoli, immobili, attività varie a Vallecrosia, Ceriale e Borghetto. I risparmi e gli investimenti accumulati in una vita di lavoro. Neppure chi gli è stato vicino e lo ha assistito sino all’ultimo pensava fosse così ingente. Desiderava che dopo la sua morte il patrimonio fosse destinato all’aiuto dei malati. Fornendo servizi e strutture per portare sollievo alle persone colpite da neoplasie come lui.
Per realizzare le volontà del commerciante Walter Sezzella, morto a 66 anni, originario di Ceriale, è nata una fondazione messa in piedi da un gruppo di amici e professionisti contattati dal suo medico curante Giancarlo Maritano di Borghetto. Tutti uniti dall’idea di costruire un hospice, una casa di cura. Il luogo adatto individuato in un’ala dell’ospedale Santa Corona.
«Vogliamo costruire un hospice, pensiamo sia utile in un padiglione del Santa Corona- spiega il dottor Maritano– poi con la Regione abbiamo avviato le pratiche per il riconoscimento dello status di onlus. Una fondazione intitolata alla memoria del mio paziente, il benefattore Walter Sezzella, mi è sembrato il modo giusto per aiutare le persone in difficoltà. Come voleva lui. Ad oggi nel ponente savonese non è presente una struttura sanitaria di questo tipo. Il nostro impegno è gratuito».
Neppure il medico designato come erede del testamento pubblico pensava di gestire un simile patrimonio. Sezzella era senza eredi. L’anziana madre è morta due mesi dopo di lui. E così al fianco del medico sono arrivati nel marzo scorso vari professionisti, tra imprenditori, avvocati, ingegneri, dottori, professori e ricercatori per aiutarlo (gratuitamente) nella realizzazione del progetto Sezzella che aveva accumulato una fortuna nel settore dei mobili e dell’arredamento.
Nella fondazione che ha sede a Loano ed è stata costituita davanti al notaio Luciano Basso di Albenga sono entrati Sandra Berriolo (Albenga), Emanuel Bombasaro (Innsbruck), Marisa Brunengo (Alassio), Matteo Canepa (Finale), Nicolangelo D’Acunto, Germano Patrone (Ceriale), Matteo Lavagna, Roberto Garelli, Iolanda Ferraresi, Laura Zattarin (Loano), Renato Giusto, Francesca Imperiale (Finale), Gianluigi Figini, Giancarlo Maritano, Isabella Macheda, Michela Malpangotto, Francesca Paccione, Francesco e Gian Antonio Roveraro, Gregorio Rossello (Borghetto), Marina Olimpio (Toirano), Vincenzo Raimondo (Alassio), Valeriano Schiaffino (Albisola), Francesco Scosceria (Finale), Nicola Nante, Agostino Sommariva (Albenga) e Marilisa Tabò. Come revisori dei conti Silvano Montaldo (Laigueglia) e Giovanni Aicardi (Alassio).