L’articolo, con riferimento alle introdotte sanzioni penali, si conclude con la seguente frase:”Vogliamo essere sicuri che le misure assunte per contenere il virus non siano frutto di analoga perizia” (nel senso di imperizia). La critica sembra fondata.
Il virus compare a Wuhan a dicembre: l’11 gennaio 2020 è confermata la prima vittima nel Paese e il 13 il primo decesso fuori dai confini, in Thailandia. Il 30 gennaio l’Oms dichiara l’emergenza globale. Dati incontrovertibili. Sollecito il nostro Governo, dal febbraio, diffonde in video lo spot di Mirabella che ci tranquillizza informandoci che il contagio NON E’ AFFATTO FACILE. Lo spot è scomparso, nel silenzio, complice, della “libera” stampa di regime. Altri interventi noti? Due soltanto. Blocco dei voli dalla Cina, ma non dei “cinesi” (ovviamente nel senso di viaggiatori provenienti dalla Cina). Misurazione della temperatura negli aeroporti, ma non dappertutto e non per tutti i voli in arrivo.
Nessuno si è scusato pubblicamente, tanto meno il Conte in pochette (e neppure il Conte in maglioncino grigio da lavoro). Il 4 marzo il Conte, finalmente, detta delle regole efficaci e (ennesimo autogol) scrive nella prima riga del decreto, che il governo era stato avvisato il 30 gennaio. La cifra dell’ avvocato in pochette. Prima dell’ avviso ufficiale dell’ OMS, il Conte non sapeva nulla. Non leggeva i giornali, non guardava le tv. Ora non perde occasione per invocare, col faccino contrito, l’ unità.

