Il racconto di un’avventura all’ufficio postale di Ceriale in tempi di Coronavirus e pagare una bolletta in scadenza. Per la storia cerialese invece continuano le ‘testimonianze’ dal vero dell’ex sindaco, gerometra Giovanni Cerruti. Questa settimana rivelazioni sulla darsena e sul porticciolo turistico. Andati in fumo in barba ai manifesti dell’allora sindaco Ennio Fazio.

Marcello Tosi – Adesso vi racconto la mia avventura odierna: alle ore 8,30 (7 marzo) mi trovo dinanzi all’ingresso dell’ufficio postale di Ceriale. Devo pagare una bolletta in scadenza, altrimenti non sarei nemmeno uscito. La porta e aperta e io entro, all’interno una sola persona. Che, dopo circa 10 minuti di attesa, si qualifica come direttrice,di Albenga, mi dice di non poter espellere il servizio da me richiesto, aggiunge che il personale e all’ospedale e lei non può far niente. Qualcuno sa spiegarmi cosa sta succedendo in quell’ufficio? Perché, se il personale e in malattia non è stato sostituito? Perché se non c’era personale per la sostituzione l’ufficio era aperto? Perché se l’ambiente era da sanificare hanno lasciato entrare? perché, principalmente in questo periodo, tante persone sono state tenute dentro e fuori in attesa di un servizio che non poteva essere garantito? Ringrazio per il rispetto dimostratomi. Da oggi me ne sto in casa e le bolletta le pagherò quando tutto sarà finito, e non mi si dica che non rispetto le scadenze.
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IL VICE SINDACO GIORDANO E I VIRUS CHE NON ASPETTANO