Il 24 febbraio era il trentennale della morte di Sandro Pertini. Nacque nel 1896 e giovanissimo entrò nel partito socialista di Filippo Turati, che aiutò a fuggire all’estero. Fu arrestato dai fascisti nel ‘26 e nel ‘28. Rimase in carcere sette anni e poi fu confinato a Ponza e Ventotene. Trascorse lunghi periodi di esilio in Francia, ove lavorò come muratore, per poi divenire artefice della Resistenza. Riarrestato dai tedeschi, riuscì ad evadere in maniera rocambolesca.
Dopo la Liberazione, fu membro della Costituente, quindi senatore, deputato, presidente della Camera e della Repubblica dal ‘78 al ‘85: la sua elezione venne salutata con il più lungo applauso mai risuonato in Parlamento. Morì a Roma nel 1990. E’ il breve ricordo scritto da Michele Del Gaudio, inviato ad un gruppo di amici.
Le ceneri del presidente riposte nel camposanto della sua amata Stella, con quelle della moglie Carla Voltolina. Oggi c’è chi pensa di ‘sporcare’ la figura di Pertini nella storia italiana attribuendogli delle barbarie (vedi la lettera firmata pubblicata da Ivg.it…), senza peraltro che nessuno pare abbia ritenuto di dissociarsi, ma a quanto pare nessun ‘savonese’ che legge e si tiene informato, ha letto. Oppure hanno usato l’arma del ‘ti ignoro’, ‘non meriti’, ‘me ne frego’.
Antonio Volpe: “Nessuno come lui, intendo tra i politici, mi ha trasmesso con la stessa intensità e verità quel senso della giustizia e dello Stato”.
PERTINI RICORDATO DA IL GIORNALE DI SICILIA – CULTURA
Il 24 febbraio è una data che unisce due grandi personaggi che hanno scritto pagine indimenticabili della storia italiana. Sandro Pertini e Alberto Sordi morivano il primo 30 anni fa, il secondo più recentemente, 17 anni fa, anche se del grande attore quest’anno si celebre soprattutto il centenario della nascita. Pertini, il presidente più amato dagli italiani. I più anziani lo ricordano, i più giovani lo hanno conosciuto soprattutto per quell’immagine entrata nella memoria di tutti: l’esultanza allo Stadio Bernabeu, durante la finale dei Campionati del mondo del 1982, vinti dall’Italia.
Pertini fu il settimo presidente della Repubblica Italiana, dal 1978 al 1985, unico esponente del Psi a ricoprire la carica. Nacque a San Giovanni di Stella, piccolo comune dell’entroterra savonese, il 25 settembre 1896. Durante la Grande Guerra fu mandato sul fronte dell’Isonzo e gli viene conferita una medaglia d’argento al valor militare. In un’intervista ad Oriana Fallaci, molti anni dopo, confessò di aver avuto scarsa confidenza con le armi. “Avevo 19 anni quando andai a quella guerra. Ero sottotenente mitragliere e, un giorno, sulla Bainsizza vedo arrivare uno con le mani alzate. Fermi, dico. Si dà prigioniero. Viene avanti, cade nella trincea, e ha il volto a pezzi. Una maschera di sangue. Allora buttai via il caricatore della mia rivoltella e non ce lo rimisi mai più. Da quel giorno, andai sempre all’assalto con una rivoltella senza caricatore”.
Viene ricordato come il “presidente più amato dagli italiani” o il “presidente degli italiani”, probabilmente perchè andava spesso oltre il “basso profilo” dettato dal ruolo istituzionale e perchè caratterizzò il suo mandato presidenziale da una forte impronta personale. Oggi, a Savona, non si terrà più la celebrazione in occasione del 30° anniversario della sua morte, a causa dell’allerta sanitaria legata al coronavirus. All’evento era prevista la presenza studenti e del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e dell’assessore regionale per le politiche giovanili Ilaria Cavo.
Da Pertini a Sordi, dal presidente più amato a uno degli attori italiani più celebrati e che quest’anno in occasione del centenario della nascita è al centro di numerosi eventi. Oggi ricorre il 17esimo anniversario della sua morte. Ma è anche il giorno di uscita al cinema per tre giorni “Permette? Alberto Sordi”, il film diretto da Luca Manfredi che vuole ricordare le origini e la straordinaria vitalità dell’attore, il suo talento, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù.
A interpretare un giovane Sordi è Edoardo Pesce che ne ripercorre i primi vent’anni della carriera, dal 1937 al 1957. Nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi in quello di Fellini, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paola Giangrasso, Giorgio Colangeli, Martina Galletta, Francesco Foti, Sara Cardinaletti e Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi. Il film, coprodotto da Rai Fiction – Ocean Productions, sarà al cinema da oggi a mercoledì, distribuito da Altre Storie. Andrà in onda prossimamente su Rai 1.
LA CLAVA DI PERTINI VISTA DA MIMMO LOMBEZZI, SAVONESE, GIORNALISTA
In una famosa vignetta Pertini impugna un randello e chiede a Dio di rimandarlo in terra per due minuti. Forse l’unico modo utile di celebrarlo oggi sarebbe ricordare tutto ciò che in Liguria e nel paese è in totale contrasto con i suoi ideali e il suo esempio:
1) la rinascita del fascismo e i pub che spacciano e birra e nazismo mentre si moltiplicano slogan antisemiti e atti vandalici contro le lapidi dei partigiani
2) il sonno delle istituzioni che, invece che sciogliere i gruppi neofascisti, dirottano i cortei del 25 aprile
3) la speculazione edilizia come unica “via di sviluppo” che oggi minaccia i parchi liguri e che ci ha regalato ecomostri come il Crescent e no-mans’ land come la Margonara
4) lo strapotere dei concessionari che ha portato alla catastrofi da terzo mondo come il massacro del ponte Morandi e la strage mancata della A6
5) il dilagare della criminalità organizzata in politica – dalla sentenza Dell’Utri agli ultimi arresti “eccellenti” effettuati da Gratteri – e l’indifferenza delle istituzioni verso i pochi che l’hanno contrastata, come fece, a sue spese, l’imprenditore ligure Rolando Fazzari
6) la dismissione e il caos tollerato della sanità pubblica in vista di una privatizzazione, che moltiplicherà soltanto i costi.
La lista è ancora lunga e forse Pertini non otterrà neppure due minuti….
LE SAPIENTI ‘VIGNETTE’ IN SEQUENZA DI LOMBEZZI
BERLUSCONI partigiano a 9 anni….
Recentemente Silvio Berlusconi si è vantato di aver “sdoganato” i fascisti portandoli con sé al governo e nei giorni scorsi , durante un talk-show, Marco Da Milano rilevava che Berlusconi non ha mai celebrato il 25 aprile. Alessandro Sallusti lo ha subito zittito rivelandogli che Berlusconi gli disse che a 9 anni era in montagna con partigiani. Il 7 ottobre del 2000 a “PortaPorta” Berlusconi fu ancora più temerario dicendo a Bertinotti : “Sarò felicissimo di andare a trovare papà Cervi, nobilissima figura che ha tanto sofferto”. Al che Bertinotti rispose : “Presidente, papà Cervi è morto da tanto tempo e i fratelli Cervi furono uccisi nel ’43″.