Scrive, il 2 marzo, sulla sua pagina Facebook, Giuliano Arnaldi, nato e vissuto a Savona, 64 anni tra pochi giorni, capogruppo della minoranza a Onzo dove da tempo abita e si è candidato sindaco, oltre che militante scomodo del Pd ‘: “Leggete con attenzione, è incredibile! Se i fatti sono veri il Sindaco di Laigueglia, l’assessore Ricci , i Carabinieri di Laigueglia, dovrebbero rispondere. E grazie all’on. Franco Vazio per aver agito. Credetemi, qui non c’entra la politica, ma il senso di responsabilità di chi amministra una comunità”. Senza giri di parole una vicenda scandalo da meritare la doverosa attenzione (il vaglio si dice) della Procura della Repubblica. Emergerebbero presunte responsabilità (reati) da accertare, approfondire, attribuire.
Il primo campanello di allarme dalla Farmacia San Matteo di Laigueglia (l’unica nella città di mare con 1758 residenti, con abituali turisti invernali) è delle ore 19 del 22 febbraio, sabato. Sarebbero stati avvertiti il sindaco Sasso del Verme e l’assessore Fulvio Ricci. Il 23 febbraio in programma la Gran Fondo di ciclismo in paese con 1900 iscritti e relativi parenti al seguito. Siamo a lunedì 24 febbraio e pare che la segnalazione della farmacia sia caduta nel vuoto, nella girandola all’italiana delle competenze. Sempre nella giornata di lunedi altre segnalazioni, questa volta ai carabinieri e all’Asl, ripetutamente, ma parrebbe senza risultato. Nel pomeriggio del 25 febbraio telefonata del farmacista all’on. Franco Vazio che si trova alla Camera dei Deputati che allerta Prefettura e Questura. Da mercoledi 26 febbraio gli “ospiti dell’Hotel non circolano più in paese”. “E fino alla sera del 29 febbraio quando la bufala è finita”. Con la tristissima e sconcertante presa d’atto dell’inascoltato dramma coronavirus. Nessuna speculazione politica, semmai almeno un briciolo di vergogna. In attesa che la giustizia faccia il suo corso e chiarezza.
LA LETTERA DEL FARMACISTA FULVIO VALLE PUBBLICATA DA IVG IL 2 MARZO ALLE 15,28
“Sono uno dei due soci della Parafarmacia San Matteo di Laigueglia in provincia di Savona. Come avrete modo di verificare facilmente da pochi minuti è stato posto sotto sequestro l’Hotel di Laigueglia perché nella scorsa notte è morta un’ospite dell’hotel risultata poi positiva al coronavirus. Direte meno male un’azione tempestiva al fine di tutelare la salute pubblica. I fatti però non si sono svolti esattamente così”.
“Lo scorso sabato 22 febbraio mentre mi trovavo a Como, ricevo la telefonata della mia socia Dott.ssa Fulvia Briano che mi dice preoccupata che nella parafarmacia stanno venendo diverse persone che lamentano tosse e febbre, dicono di essere della zona di Cremona e di essere in albergo a Laigueglia”. “E’ importante rilevare che al primo accesso alla parafarmacia da parte di tre donne del gruppo in vacanza in albergo una di queste dice di voler acquistare un apparecchio aereosol, la Dott.ssa Briano la vede un po’ affannata e l’amica che l’accompagna le riferisce che nella notte tra giovedì e venerdì 21 febbraio è stato fatto un accesso al pronto soccorso di Albenga”.
“Dopo un giro di telefonate la Dott.ssa Briano scopre che alloggiano all’Hotel in questione. Immediatamente sono le 19 di sabato 22 febbraio vengono avvertiti l’assessore Fulvio Ricci ed il Sindaco della cittadina, Roberto Sasso dal Verme perché, in qualità di autorità sanitaria del Comune, disponga gli accertamenti del caso ed eventuali restrizioni alla circolazione delle persone, anche in considerazione del fatto che per il 23 febbraio era in programma la Gran Fondo di ciclismo in paese con 1900 iscritti e relativi parenti al seguito. Apparentemente non succede nulla”.
“Lunedì 24 febbraio rientro al lavoro e già la mattina viene una signora a chiedermi uno sciroppo per la tosse, a quel punto insospettito, visto che non era del paese, le chiedo dove alloggiasse, mi risponde in un albergo: ‘non ricordo il nome, però aspetti, ho qui un biglietto dell’Hotel’: Le chiedo, ma ci sono altre persone malate in hotel? Risponde: ‘quasi tutte, chi ha la tosse e chi ha febbre e tosse’”. “Chiedo se fosse andato qualcuno a visitarli, mi risponde di no (anche perché un medico avrebbe fatto qualche prescrizione o disposto qualche accertamento). Sento la mia socia e chiedo conferma che sindaco sia stato avvertito e mi viene risposto di si (ormai da 2 giorni, durante i quali per altro era stato emanato un decreto d’urgenza del governo, erano state chiuse le scuole, erano stati presi d’assalto i supermercati)”.
“Nel pomeriggio arrivano altri ospiti dell’albergo lamentando gli stessi sintomi, sempre più allarmato chiamo la Caserma dei Carabinieri di Laigueglia ma la telefonata viene dirottata e mi rispondono da Alassio, espongo i fatti e mi viene detto che riferiranno al comandante. A fine pomeriggio arrivano altri ospiti dell’hotel con gli stessi sintomi e dicono che nessuno è andato a visitarli. Richiamo i Carabinieri, che rispondono ancora da Alassio, ribadisco che ci sono diverse persone della zona di Cremona con sintomi di infezioni respiratorie che girano indisturbate per il paese, mi viene risposto ancora che ne parleranno con il comandante ed eventualmente segnaleranno alla ASL”.
“Martedì 25 febbraio non sono al lavoro, ma la mia socia mi riferisce che gli ospiti dell’Hotel continuano a venire in parafarmacia lamentando i soliti sintomi alle vie aeree e riferendo di non essere stati visitati e di non essere stati sottoposti a nessuna restrizione”.“Sempre più preoccupato alle 15,10 chiamo il 112, riferisco tutta la situazione e mi viene risposto che devono chiamare gli interessati, cioè gli ospiti dell’Hotel che girano indisturbati, provo ad alzare un po’ la voce e mi viene dato un numero della Asl, 019.84041 che chiamo alle 15,13 dove mi rispondono di chiamare il 1500, che risulta sempre occupato”.
“A questo punto colto veramente dallo sconforto, la situazione mi sembrava davvero surreale, avete presente quegli incubi in cui chiediamo aiuto ma risultiamo trasparenti, nessuno ci vede e ci sente, ecco la stessa sensazione. Penso a chi mi possa ancora rivolgere, e che soprattutto mi presti attenzione, faccio un ultimo tentativo e chiamo l’Onorevole Franco Vazio che mi risponde dall’aula della Camera dei Deputati e nel giro di 15 minuti mi riferisce di avere allertato Prefettura e Questura. Da mercoledì 26 febbraio gli ospiti dell’Hotel non sono più circolati in paese”.
“Quando chiedevo ai clienti se si sapesse qualcosa dell’hotel fino al 28 febbraio mi rispondevano che non si sapeva nulla e qualcuno mi ha detto che era tutta una bufala, fino alla sera del 29 febbraio quando la bufala è finita. Vorrei che il sindaco Roberto Sasso dal Verme in primis e tutte le altre persone contattate in seguito ci dicessero se in coscienza hanno fatto tutto il possibile e quanto la legge impone per tutelare la salute dei cittadini di Laigueglia, di chi ci lavora e dei numerosi turisti”. “Infine, un altro fatto aggrava la posizione di chi ha responsabilità in questa catena di eventi: la persona defunta nell’hotel era di Maleo, zona rossa del decreto coronavirus, quindi se non la diretta interessata che era anziana, almeno chi aveva i suoi documenti avrebbe dovuto segnalare la sua presenza alla’Asl a partire dal 23 febbraio in base all’articolo 3 lettera g dello stesso decreto”, ha concluso Valle.
IL 3 MARZO IL SINDACO DI LAIGUEGLIA SASSO DEL VERME REPLICA E CHIARISCE
“Sento di poter dire con assoluta serenità di aver sempre rispettato tutti protocolli in quel momento vigenti, operando con tempestività e nel rispetto delle norme e disposizioni impartite per tutta la situazione descritta, per il bene dei Laiguegliesi”. “Apprendo dai giornali della ‘situazione’ che si è venuta a creare per i gestori della Parafarmacia di Laigueglia, – ha dichiarato il primo cittadino, – ai quali esprimo vicinanza come anche a tutti coloro che sono attualmente in isolamento. A tutti loro auguro di superare quanto prima e al meglio questa situazione”. “Non bisogna alimentare allarmismi, come ho sempre ripetuto in questi giorni, perché si deve mantenere la calma e soprattutto usare il buon senso”.
MA IL 2 MARZO ALLE 13,49, LO STESSO SINDACO AVEVA DICHIARATO a proposito dell’ Hotel in isolamento e emergenza Coronavirus a Laigueglia. Il sindaco Roberto Sasso Del Verme ha voluto fare il punto sulla situazione e rassicurare i suoi cittadini: “Dopo i casi di contagio da Coronavirus in questi giorni, che abbiamo affrontato al meglio, grazie al supporto e sostegno della Regione e del presidio Asl, limitando al massimo il fenomeno, ora continuiamo ad operare dando la massima divulgazione alle norme di profilassi basilare indicate nelle circolari regionali”. Abbiamo dato la massima diffusione al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del primo marzo 2020 alle associazioni che svolgono, a vario titolo, attività sul territorio, curando la distribuzione capillare di manifesti informativi che riassumono le principali norme di comportamento, semplici e dettate dal buon senso”. “Ad oggi posso affermare che la situazione di emergenza presso l’albergo dove si sono riscontrati i contagi è rientrata, ed i turisti in esso presenti rincasati, mentre le persone contagiare prontamente ricoverate”. “Certamente manteniamo un livello di massima attenzione e monitoriamo il territorio, senza però allarmismi di nessun tipo. Vorrei ricordare ad ogni buon conto i numeri da contattare in caso di bisogno, che sono il 112 o il 1500, evitando di recarsi al Pronto Soccorso”. “Seguendo dunque le norme del protocollo ed il buon senso, torneremo alla normalità all più presto. La salute di tutti è la priorità di quanti si stanno adoperando e mi sento di dire oggi è ampiamente tutelata dalle Istituzioni preposte e dai volontari”. “Laigueglia, paese a vocazione turistica, uno dei più belli e visitati d’Italia, e continuerà ad esserlo. Un grande grazie ai turisti ed ai laiguegliesi per la collaborazione dimostrata in questi giorni”, ha concluso il sindaco.