Non ha avuto l’eco mediatica che modestamente meritava. Forse a causa dei troppi nemici che si è fatto. Il Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, oggi in fortissima crisi di copie vendute in edicola, domenica 23 febbraio ha pubblicato un confronto (non opinioni ma numeri, dati, certezze. Il primo titolo lo stato di attuazione delle riforme economiche varate nell’ultima legislatura, con il Conte I e II. Il secondo titolo (con relativa illustrazione) dei provvedimenti legislativi e decreti attuativi delle riforme adottati dagli esecutivi delle ultime due legislature. Ebbene l’ex presidente Matteo Renzi sbaraglia i governi Letta, Gentiloni, Conte. Ma in provincia di Savona i renziani non ‘volano’ dopo gli annunci della prima ora. Quanti sono migrati dal Pd e quanti ci hanno ripensato, magari restando alla finestra. Chi sono i ‘capitani’ che tirano le squadre nelle varie località, al seguito della leader regionale on. Raffaella Paita, già discussa vice dell’ultimo governo di Claudio Burlando e moglie dell’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova Luigi Merlo che tra il 2013 e 2014 era po’ il Paperon de’ Paperoni del levante ligure. Dichiarava al fisco 236.689 euro. E converrete con noi che non è proprio una cifra trascurabile. Vero è che l’anno precedente ne aveva dichiarati 250.635, quindi che è un po’ più povero o un po’ meno ricco degli anni passati.
I sindaci di Pietra Ligure e Finale Ligure che le prime cronache davano per ‘convertiti’ al renzismo ci hanno ripensato ? Oggi l’unico big (anzi ex) savonese pare sia l’ex sindaco e ex senatore leghista (ai tempi di Bossi) di Alassio, Roberto Avogadro che nella cittadina ha un suo seguito personale. Si direbbe comunque che la frattura renziana nel Pd savonese non abbia prodotto significative e massicce defezioni anche perchè uno dei fedelissimi della prima ora, Franco Vazio, non ha tradito e forse si è reso conto che un parlamentare pidiessino deve essere più presente sul territorio, più vicino alle sue tante problematiche come accadeva ai tempi dei parlamentari democristiani e non solo. Almeno un giorno alla settimana lo dedicavano a ricevere nel loro ufficio i cittadini, spostandosi anche da una località all’altra, entroterra incluso.
La scelta di Matteo Renzi di lasciare ill Pd (fondare Italia Viva) il giorno dopo la nascita del Conte II (governo di centro sinistra, con M5S, Leu e Pd) non gli ha portato finora molta fortuna quanto a proiezioni di voto (viaggia tra il 3.8 e 5% massimo), rischiando la soglia dello sbarramento minimo. Indebolendo di fatto una sinistra da anni travagliata da divisioni, spaccature, nascita di cespugli, lotte personali ed incapace pure di tenere il passo ad un centro destra finalmente unito. Insomma due schieramenti capaci di dimostrare nei fatti competenze, risultati, meritocrazia e che non possano più contare su traditori del mandato elettorale, voltagabbana per opportunismo e potere. Matteo Renzi che avrà difetti e pregi ma la lettura del confronto tra gli altri tre presidenti del consiglio lo vede quale protagonista del ‘governo del fare’. Capace di attuare le riforme che erano state messe in agenda dagli ultimi quattro governi. Con Renzi che può vantare un’attuazione del 93% su un totale di 457, 425 adottate, 32 rimaste a palazzo. Con il 71,6% di Gentiloni, il 44 % del Conte I, il 1,2 % Conte II che su un totale 169 riforme ne ha adottate solo 2 e in sospeso 159. Negli ultimi due mesi arrivati al traguardo solo un atto applicativo del DL fiscale ed un altro della legge di Bilancio. Tra le misure ereditate dall’esecutivo gialloverde avanzano soprattutto i DL sicurezza, sblocca cantieri e crescita.E anche il confronto sui provvedimenti e decreti attuativi delle riforme Renzi si è piazzato bene, anche se il passo più veloce è stato di gentiloni che nel primo periodo ha incassato 28 riforme, manovra compresa. Purtroppo sulla produzione normativa e rating l’attuale compagine del governo Conte II risulta la meno brillante in assoluto. TUTTO ESAURITO PER IL DEBUTTO DI ITALIA VIVA NEL SAVONESE ACCADE VA QUATTRO MESI FA
Si leggeva su IVG: Tutto esaurito per il “debutto” di Italia Viva nel savonese, molti volti noti ex PD pronti ad andare alla Leopolda fotogallery video
La prima uscita pubblica nel savonese alla vigilia della Leopolda che sancirà il debutto della nuova creatura politica di Matteo Renzi. Nella affollatissima sala consiliare del comune di Pietra Ligure erano presenti oltre a Paita tra gli altri i parlamentari Roberto Giachetti e Luciano Nobili, l’ex segretario provinciale del Pd Genovese Victor Rasetto, l’ex capogruppo in Regione Nino Miceli, i sindaci De Vincenzi e Frascherelli (rimasti comunque nel Pd), oltre ad un nutrito gruppo di ex, o quasi, iscritti al Pd come Luca Martino, Barbara Pasquali, Danja Stocca, Paolo Fontana, Livia Macciò e molti altri simpatizzanti del partito Democratico e ora pronti a sostenere Italia Viva. Mentre uomini liberi del 13 febbraio scorso commentava: La Consigliera Olin Verney dopo essere stata eletta nel centro destra era passata al gruppo misto per poi piazzarsi nel neo gruppo Italia Viva. Fin qui niente di nuovo, siamo abituati a queste giravolte dei politici, ma leggere in questi giorni che sia lei che la Consigliera ex Pd ora Italia Viva, Barbara Pasquali, esaltano i progetti e le iniziative della Lega (sottopassaggio di San Michele, controllo del vicinato, ecc.) fa supporre che ci sia un’intesa sotterranea tra i due partiti.
E DALL’ALBUM DEL SECOLO XIX E DI IVG.IT I PRIMI NUOVI PROSELITI
DI ITALIA VIVA IN PRIOVINCIA DI SAVONA