Italia Nostra, in Liguria, conta 7 sezioni, 200 in Italia, 10 mila soci. “Sono la nostra forza e in Regione Liguria ci consente di essere rappresentati in alcune commissioni, con il WWF e Legambiente”. “Non ci servono soldi, grazie al fatto che siamo ben amministrati. Possiamo vantare meriti, abituati a successi e a sconfitte che non hanno mai nulla di personale o per partito preso”. L’ing. Roberto Cuneo fa gli onori di casa, in un salone della parrocchia di San Pietro di via Untoria, nella serata che vede riuniti soci e simpatizzanti. Cena sociale all’insegna di piatti poveri e semplici della cucina nostrana, tesseramento. Occasione prioritaria per porre all’attenzione, con le imminenti elezioni regionali, 5 motivi di riflessione e raccomandazione.
Se l’esordio dell’ing. Cuneo è all’insegna dei ringraziamenti a padre don Piergiorgio e all’iscritta Mariangela Goeta, maestra di eventi e cerimonie; se è “doveroso un sincero ricordo a Gianfranco Zino che non è più tra noi e ci guarda”, gli argomenti trattati, illustrati, approfonditi, documentati tracciano il quadro di una provincia, di città, dei suoi cittadini poco informati, distolti da eventi quotidiani, dalle notizie che si vanificano nel loro susseguirsi di eventi. Insomma una comunità più informata, attenta, partecipativa avrebbe tutto da guadagnare in termini economici, sociali e soprattutto un saggio futuro da lasciare alle generazioni a venire.
IL CONSUMO DI SUOLO – “Non ci siamo resi conto sufficientemente – incalza Cuneo -, finchè non sono emersi elementi e dati statistici certi. La fascia costiera della Liguria entro i 300 metri dalla battigia risulta cementificata al 47%, la media nazionale è al 22%, solo la Sardegna si è attestata al 10% grazia alla legge dell’ex presidente della Regione Soro, ai vincoli. A Soro abbiamo riservato la ‘tessera di socio onorario’. Si aggiunga che la seconda fascia, oltre i 300 metri e fino alla zona collinare, piuttosto prossima, raggiunge il 30 % di sfruttamento edilizio. Abbiamo dati che possiamo tranquillamente definire sconvolgenti di fonte Istat: riguarda la presenza di seconde case. In Svizzera si tutela e si valorizza l’ambiente, ma anche l’identità locale con un limite del 20% di seconde case. In Alto Adige ( vera locomotiva turistica e alberghiera nazionale, con un disoccupazione inferiore al 4% ndr) l’indice scende addirittura al 10 %. In Liguria Cipressa con oltre l’80 % guida la classifica, maglia nera, seguita da Bergeggi, Noli al 75%, Finale Ligure, 70, Loano 50. “.
I SINDACI E IL CEMENTO – L’ing. Cuneo cerca di spiegare quelle che a suo dire sono le ‘motivazioni’ che spingono sindaci e maggioranze consiliari a “non fare scelte che abbiano un’orizzonte all’insegna della lungimiranza e degli interessi portanti di una collettività”. “Diventano golosi con gli oneri di urbanizzazione, introiti vari, dimenticando che alla fin fine si trovano alle prese con città vuote molti mesi l’anno, costose da mantenere, spesso senza cura e decoro, ma anche problemi di ordine pubblico in zone degradate. Se l’Alto Adige ha potuto imporre dei limiti e se lo fa nel rispetto della Costituzione Italiana resta difficile che la Liguria continui ad accampare scuse, si può sempre privilegiare l’attività e gli investimenti privati fissando dei limiti. Ecco allora perchè sollecitiamo una legge regionale”.
L’INVESTIMENTO IN SECONDE CASE – “Abbiamo cercato di ipotizzare quanto si è investito in Liguria in seconde case, siamo nell’ordine dei 20 miliardi di €. Ebbe se una parte di quel denaro fosse stato in speso nell’industria manifatturiera quanti posti di lavoro si sarebbero creati. Invece le cifre della disoccupazione, della precarietà, dell’esodo dei giovani verso altre regioni e all’estero, sono eloquenti. Pensiamo anche ad altre aree dove magari si è verificato un forte consumo di suolo, ma si è pure ricorsi ai rimedi. A Nizza e nel suo hinterland sono state create oltre 2 mila imprese. Può
essere di buon auspicio il fatto che anche in Regione Liguria comincino a capirlo. L’assessore regionale Marco Scajola è intervenuto sostenendo che la politica del cemento in Liguria arriva dal passato. Ha ragione, qualcosa sta cambiando, non per merito suo. Direi che siamo saturi ed il mercato non tira più”.
LA COSTA E LE SPIAGGE – “Ha fatto scalpore, ma temo che lasci il tempo che trova e finisca senza interventi adeguati, la notizia che nel volgere di mezzo secolo Alassio si ritroverà il mare le ‘budello’, cancellata la spiaggia”. Cuneo dice altro: “Da un sito inglese, specializzato in ricerche di settore, si può leggere che lo stesso problema avrà Ceriale. Serve un’indagine a tappeto per conoscere la situazione reale anzichè ricorrere ai soliti ripascimenti. A Savona si vogliono ancora realizzare palazzi sulla spiaggia, mi riferisco all’area ex cantieri Solimano, 30 % di seconde case, una previsione di 6 milioni di € nelle casse del Comune. C’è una considerazione. Va da se che dove aumenta l’offerta di case, i prezzi immobiliari diminuiscono…”.
IL PORTO DI SAVONA – “Nella città capoluogo di provincia gran parte delle problematiche che più affliggono derivano dal porto. E’ una struttura antidemocratica per il modo in cui opera. E ci sono gravi colpe omissive dei sindaci. Prima con l’ing. Lucio Canavese poi con il dr. Alessandro Berta, due scelte perssime, una peggio dell’altra. Si è abolita la linea ferroviaria, mentre Canavese è finito alla corte di Beniamino Gavio, titolare di concessioni autostradali nel ponente ligure e in Piemonte, ma non solo. Si sono aggravati in città e nel comprensorio i problemi di crescita del traffico di camion, ma anche di sprechi…E una soluzione prioritaria può arrivare soltanto dal treno, merce su rotaia.
NAVI PASSEGGERI, IL GAS NATURALE, RISCHI ED OPPORTUNITA’ – “…Il gas naturale liquido è pericoloso, sweppure ‘pulito’ a Vado Ligure stanno realizzando un distributore da 90 mc entro 50 metri dalle case. La Costa Crociere con i serbatoi delle sue navi da 3600 mc a quanto deve stare dalle case? A Barcellona sono a due km, a Savona 170 metri”.
SAVONA IL MARE NON E’ TUTELATO – “Riteniamo che si debba arrivare a consumo zero di mare. E a Savona manca una tutela dal punto di vista paesaggistico. Che si pone anche dal cattivo uso delle aree dimesse. Dalla necessità di privilegiare e potenziare la ferrovia. C’è poi la soluzione della passeggiata di ponente che come è stata progettata sarebbe spazza via dalle mareggiate. Si vede il ‘capolavoro’ a Capo san Donato di Finale Ligure, ci sono voluti quattro interventi e spese per vedersi cancellata l’opera. Aggiungo che a Finale l’ingegnere capo era Delfino che ora è al Comune di Savona”.
IL RECUPERO DELLA DEPURAZIONE – “L’acqua depurata la ‘cacciamo’ in mare. Ogni anno si stima che la quantità sia pari all’acqua che contiene il Lago di Osiglia.
IL CASO BORGIO VEREZZI – “Siamo intervenuti di concerto con il WWF ed un’associazione locale per scongiurare che in una zona pianeggiante di Borgio, ai confini di Finale, non lontano da dove sorge il vecchio camposanto, si realizzassero palazzi e altre seconde case. In una Borgio che non abbonda di spazi liberi. Qui un
progetto per 5 palazzi che però visti dal rendering sembra di essere nel paradiso verde ed alberato. Ecco credo che in questo caso gli ordini professionali di architetti ed ingegneri dovrebbe porsi il tema dell’etica a proposito dell’informazione che si da ai cittadini. Non si deve ingannare la gente…Comunque siamo riusciti a stoppare l’operazione speculativa…”
IL CASO PIATTAFORMA DI VADO LIGURE – ” L’appalto, l’Autorità Portuale, lo spostamento della diga previsto con terra anzichè su ‘pali’ Hanno risparmiato 80 milioni. In ballo la destinazione di quel denaro. Ci siamo rivolti all’Autorità dell’Anticorruzione. Voleva destinarli ad una gara priva di appalto pubblico. Ebbene eravamo nella ragione e nel rispetto della legalità, così proprio grazie all’appalto sono stati risparmiati ben 11 milioni su 80 previsti. Purtroppo se non sono riusciti a buttare via tutto quel denaro, hanno altre possibilità per buttarlo….”.
IL LITORALE DI ALASSIO, LA FASCIA BLU INDICA L’AVANZAMENTO DEL MARE NEL CENTRO STORICO
QUANTO COSTA IL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN LIGURIA COMUNE PER COMUNE
PROVINCIA PER PROVINCIA LIGURE: si noti la differenza tra i due totali: 139,662 il primo, il secondo somma a 136,770. Eppure trattasi di dati ufficiali diffusi dalla Regione.