Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Varazze, i dimenticati, il mastino, il direttore
‘Noi, veri invisibili sotto quei ponti invisibili’


Ispettori del ministero Trasporti al lavoro verso Savona e verso Sestri Levante, ma hanno dimenticato Varazze e gli abitanti di via Piave e via Montegrappa minacciati dai viadotti Teiro. Noi, invisibili sotto questi ponti invisibili.

di Angelo Verrando*

Lo squarcio attraverso il quale ai primi dello scorso dicembre, dalla A10 è precipitato un tondino di ferro sul cancello di una residenza protetta
L’ispezione dei tecnici sotto il viadotto sud, all’incrocio con via Piave effettuata nei giorni scorsi

IL MASTINO, IL DIRETTORE E LE BARRIERE INVISIBILI SUL TEIRO

“Il Mastino” è un soprannome impegnativo. Soprattutto se confermato dalla scoperta dell’elicoidale sul Polcevera che rischia la stessa fine del ponte Morandi. E vieppiù se “Il Mastino” è a capo degli ispettori ministeriali che mette le mani nelle carte e nelle corde profonde della Società Autostrade I Tronco di Genova Sampierdarena. Una figura temibile per molti aspetti, dalla quale, per altri, è lecito aspettarsi decisioni importanti, provvedimenti costosi, interventi risolutivi. Oltre che rigidi controlli e sanzioni salate. Chissà. Con vaste competenze territoriali e pieni poteri ispettivi. Ministeriali pure questi. Un super-esperto incaricato di spaziare tra Savona e Sestri Levante in Riviera, e tra Voltri e il Piemonte sull’asse nord-sud, ha senz’altro un compito arduo. Nel mirino sono decine di viadotti e numerose gallerie. Da ristrutturare, sistemare, assolutamente da mettere in sicurezza. E i primi, sostanziosi, effetti della “cura Mastino” sono già visibili. Verifiche al laser per i tunnel, carotaggi continui sui piloni e sugli impalcati di numerosi ponti autostradali, cantieri aperti rapidamente ovunque. E, naturalmente, interruzioni, deviazioni di carreggiata, spesso lunghe code per chi transita sulla A10, A12, A26, per consentire rilievi accurati e piena libertà per le squadre dei tecnici. E, in caso di incidenti, i blocchi sono totali.

E’ lo sviluppo di un programma assolutamente inedito, e di grande impatto psicologico positivo per i cittadini che finalmente vedono qualcosa muoversi sul piano della prevenzione e della sicurezza generale. A poco più di trenta chilometri a ovest di Genova, tuttavia, ci sono due viadotti che non hanno soprannomi altisonanti. Anzi: in direzione Genova (datato 1957) e in direzione Ventimiglia, banalmente si chiamano tutt’e due Teiro, dal nome del torrente che vi scorre sotto. Sono in territorio di Varazze, primo comune ad est della provincia di Savona. Coordinate puntigliose importanti, in quanto i viadotti Teiro sembrano ormai diventati… invisibili. Ecco un soprannome possibile: “Gli invisibili”. Un po’ come le persone che abitano nei pressi dei due ponti. Tante, ma invisibili pure loro. Verificano la staticità dei manufatti? Qui ce ne dobbiamo stare da quelli “periodici” che molti considerano ormai insufficienti. Controllano dopo i distacchi – paurosi – di pezzi di cemento? Qui basta qualche rappezzo notturno con il carro-ponte. C’è il rischio reale di caduta di materiali dalla carreggiata? I varchi tra le scarse griglie e le ringhiere rimane aperto, come non fosse mai avvenuto nulla. Invece, quasi tre mesi orsono, ad esempio, un tondino di ferro è piombato come una ghigliottina sulla cancellata di una residenza protetta, e poteva essere una strage. Chiedere un’ispezione accurata da parte del ministero, sarebbe troppo scontato. Chiedere interventi risolutivi per garantire la minima sicurezza, quasi inutile. Domandare un’attenzione, una cura complessiva, una velleità. E gli ispettori? E “Il Mastino”? Desaparecidos. Sparsi per la Liguria e verso il Piemonte. Chissà se decideranno mai di fare un sopralluogo anche qui… nei territori di frontiera.

Ma c’è di più. E di più grave. Sulla vicenda riguardante la sostituzione delle barriere fonoassorbenti (e protettive) su un lungo tratto tra Savona e Genova, la richiesta della gente che abita attorno ai viadotti Teiro, è stata precisa: chiediamo con forza l’installazione di barriere protettive sull’intera tratta dei due viadotti. Unici in Liguria a non esserne mai stati dotati. L’ordine del magistrato penale che ha imposto di sostituire le barriere già esistenti con altre a norma, è stato perentorio. Non c’entra nulla con le ispezioni ministeriali, ma sembrava un’occasione anche per noi, abbiamo pensato. Ma evidentemente, sostituire non significa metterne di nuove, anche se servissero. E il ministero dei Trasporti appare irremovibile. Nonostante segnalazioni, proteste, appelli. Quelle barriere sul Teiro non s’hanno da fare. Né ora, né forse mai. Un accanimento al ribasso che non ha eguali. Lo sta verificando lo stesso direttore di Tronco, Mirko Nanni il quale, presa a cuore personalmente la vicenda dei viadotti di Varazze, ha proposto ai burocrati ministeriali di voler fare installare autonomamente e a spese della Concessionaria, le barriere sui due viadotti, al di là di ogni misurazione del rumore, al di là di ogni disposizione generale, oltre ogni ragionevole – e irragionevole – dubbio. E anche lui sta trovando lo stesso muro di gomma sul quale ha già cozzato frontalmente e amaramente chi abita sul tracciato autostradale. C’è solo da chiedersi quale sia il disegno complessivo in grado di produrre tali deludenti risultati. E, per noi, continuare a pregare nelle veglie di quartiere, invocando la benedizione del nostro Vescovo diocesano, come ha giustamente consigliato un padre di famiglia del nostro comitato.

Poteva essere la volta buona, ha subito pensato qualcuno dei nostri. Il ministero dei Trasporti ha inviato un gruppo di ispettori in grado di individuare rapidamente ogni criticità, ogni problema strutturale e di assetto complessivo dei viadotti della A10 e della A12. Ossia a est e ad ovest di Genova. E ciò in contemporanea ad approfondite indagini all’interno delle gallerie considerate più a rischio. Un programma che ha fatto subito pensare a una decisa presa di posizione della mano pubblica per verificare quanto raccontato finora dai privati, concessionari e non. Finalmente ci siamo, ha detto più di uno, anche tra i più scettici. E’ la sterzata che aspettavamo da anni. Finalmente riusciremo a far comprendere cosa significhi coabitare con una struttura – ossia il ponte in direzione Genova – costruita nel 1957, ristrutturata nel 1980, senza barriere di protezione per quasi l’intera campata, con distacchi continui e altrettanto continui interventi di rapida manutenzione, tra grande preoccupazione per cadute di materiali dall’alto, blocchi di cemento a raffica o un tondino di ferro piombato come una ghigliottina. E finalmente riusciremo a spiegare quanto sia pericoloso – come sotto il ponte in direzione Ventimiglia – riuscire a passare indenni sotto un manufatto che si sta sbriciolando e i rischi dell’assoluta mancanza, anche qui, di barriere laterali di protezione.

Insomma: per molti è stata un’autentica iniezione di fiducia. Giustificata da cosa? E’ stata sufficiente la notizia dell’arrivo di super-esperti dal ministero per far tornare l’ottimismo? E per far fantasticare su lavori, opere di interventi risolutori, imminenti sistemazioni complessive? Incauti cittadini. Sì, in effetti è stato redatto un voluminoso dossier. Riguardante numerosi ponti a Nervi, Recco, Celle Ligure e persino sulla Voltri-Gravellona Toce. Dati di tutto interesse, ora in mano ai vertici ministeriali che, si presume, ora dovranno dire quali provvedimenti andranno presi per garantire sicurezza a chi viaggia e a chi abita e transita nei pressi.

E i viadotti Teiro est e ovest di Varazze? Ignorati, dimenticati, spariti da ogni programma di accertamento. La delusione in tutti è cocente. Evidentemente, il difetto di comunicazione deve essere alla base di tanta noncuranza. Certo non sono bastate le continue e accorate segnalazioni degli ultimi mesi, le proteste, pure l’allarme continuo dopo crolli di blocchi e la caduta di materiali vari dalla carreggiata. E sicuramente non sono state sufficienti le segnalazioni preoccupate inviate direttamente al ministero dei Trasporti, corredate da foto e filmati significativi. E neppure le ordinanze del sindaco di Varazze e le sue informative al prefetto di Savona. E neanche le pressanti richieste di intervento alla Società Autostrade Direzione I Tronco, la quale dopo aver iniziato un programma di sistemazione del viadotto Teiro per Genova e qualche intervento d’urgenza sul ponte per Ventimiglia, sembra essersi arenata.

Tutto sfumato nelle foschie invernali, ignorato proprio dall’autorità che si deve occupare “per prima” di ogni problema viario e di sicurezza, ossia il ministero dei Trasporti. A noi che viviamo tutti i giorni sotto questi viadotti, più che chiedersi il perché di un tale trattamento, non resta che la solita, quasi noiosa, domanda: cosa deve accadere ancora per ottenere qualche intervento veramente risolutore dei problemi? E un’altra, anche più grave: ci deve scappare il morto? Domande alle quali ha già risposto un padre di famiglia che vive con moglie e figli lungo il viadotto sud: non ci rimane che organizzare veglie di preghiera, invocando la benedizione del vescovo diocesano. Un buon programma di vita, tutto sommato, per cittadini diventati via via sempre più invisibili ai più. I quali hanno l’unica colpa di abitare ai bordi di viadotti diventati totalmente invisibili a tutti.

*Angelo Verrando, portavoce comitato civico viadotto Teiro Varazze


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Angelo Verrando

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