Un pino monumentale in pericolo a Finalborgo. La burocrazia ucciderà lo storico albero ? Cittadini preoccupati insieme ai Verdi.
Siamo nella fase finale del concorso per “L’albero europeo 2020”, un appuntamento che ci induce anche a riflettere sull’ importante patrimonio boschivo savonese quale elemento prezioso per la salute di tutti noi e la cui gestione, insieme al “verde urbano” dei Comuni costieri, è sempre oggetto di animati dibattiti.
La provincia di Savona non ha nulla da invidiare nei confronti di altri contesti geografici perchè può vantare la presenza sul suo territorio di ben 59 “Alberi monumentali” e la tutela di questi alberi rappresenta un grande segno di rispetto verso la natura.
La legge 22/1/99 n°4 della Regione Liguria riguarda “Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico” e prevede la valorizzazione degli “Alberi monumentali” della Liguria; questi sono inseriti in un apposito elenco di esemplari arborei quando costituiscono “particolare interesse naturalistico, ambientale o storico-culturale, in quanto rappresentano un grande segno di civiltà e di rispetto verso un patrimonio storico costituito da “patriarchi”, che non sono solo monumenti della natura, ma anche dei grandi monumenti della tradizione popolare, di tante storie e leggende legate alla vita della comunità”.
Nel ponente savonese, nel territorio che dovrebbe essere – e un bel giorno sarà – “Parco Naturale Regionale”, uno di questi “patriarchi” stà correndo grossi rischi.
A Finalborgo, in località Aquila, si erge un pinus pinea di notevoli dimensioni (altezza 20 metri, circonferenza 425 cm. , età presunta 250 anni), inserito giustamente nell’elenco degli “Alberi monumentali” italiani in un contesto naturalistico di rara bellezza, vicino alla Chiesa dei Cinque Campanili e a Castel Gavone. Secondo la tradizione popolare intorno a questa pianta venne montato l’accampamento delle truppe napoleoniche ospitate in quel luogo nell’anno 1796.
Purtroppo circa due anni fa il maltempo si è accanito su questo magnifico esemplare arboreo ed è necessario procedere ad “interventi di potatura e messa in sicurezza” per evitare danni ulteriori che potrebbero compromettere l’intera pianta. E’ già entrata in azione la macchina burocratica che fornisce le “Indicazioni sull’iter autorizzativo” ai sensi della Circolare n.1368 del 28/11/2018 in quanto si tratta di “interventi programmabili, soggetti ad autorizzazione comunale a seguito di parere della Direzione generale delle foreste”, per la quale occorre seguire preciso procedimento che indichiamo in estrema sintesi:
-Il proprietario dell’Albero monumentale inoltra istanza di autorizzazione al Comune competente;
-Il Comune entro 10 giorni trasmette detta istanza alla Direzione generale delle foreste e alla struttura competente della Regione;
-La Direzione generale delle foreste entro 20 giorni trasmette il proprio parere al Comune e alla struttura competente della Regione;
-In caso di sottoscrizione di accordo specifico tra Regione e Direzione generale delle foreste, effettuati sopralluoghi da propri funzionari tecnici, la relazione viene trasmessa entro 15 giorni al Comune;
-Il Comune, acquisito il parere, entro 10 giorni redige proprio atto autorizzativo o di diniego al richiedente, alla Direzione generale delle foreste, alla Regione, al Reparto Carabinieri forestale arealmente competente per il controllo di conformità;
-Realizzato l’intervento, il proprietario trasmette comunicazione al Comune, alla Direzione generale delle foreste e alla Regione “in modo che sia aggiornata la posizione dell’esemplare all’interno dell’archivio nazionale”.
Ovviamente tutti gli amanti del patrimonio “verde” e di questo “Albero monumentale”sono in trepida attesa per una conclusione positiva di questo singolare iter burocratico.
Il portavoce provinciale dei Verdi savonesi.
Gabriello Castellazzi