Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Don Farinella in piazza con le Sardine:
Non celebriamo la Shoàh, ma viviamola
e non santifichiamo chi fu ladro e latitante


«Tehòm el tehòm qorè – abisso chiama abisso» (Sal ebraico 42/41,8).   E’ quando stiamo vivendo ai nostri giorni con la caccia agli Ebrei, porta a porta, come è avvenuto a Mondovì (“Qui abita un giudeo”) e qualche giorno dopo anche a Torino (“sporca giudea”). Solo chi è sporco e zozzo nel cuore  e nell’anima può sperare di volere anche gli altri “sporchi”, ma non è facile.

di Paolo Farinella, prete

Vogliamo uscire dal consueto e, quasi a riparare questi gesti insensati, ignobili e ignoranti perché fatte da poveracci senza dignità, desideriamo entrare, insieme a chi vuole, “dentro” il lager di Terezin per una avventura da “non dimenticare” e non sarà dimenticata…

NON CELEBRIAMO LA «SHOÀH», MA VIVIAMOLA!
Da quando è stata istituita (legge 211/2000) la giornata «per non dimenticare», e sono 20 anni, è un crescendo di antisemitismo, xenofobia, odio razziale e rigurgito fascista, nonostante la XII disposizione transitoria della Costituzione italiana: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». L’abbassamento culturale, fino all’estinzione, la trasformazione della politica in odio verso «il diverso», la violenza del linguaggio senza contenuti e la convinzione di molti vetero-cattolici che ritengono gli ebrei colpevoli di «deicidio» sono responsabili di questa recrudescenza e ignominia.
L’impossibilità del ritorno del fascismo e del nazismo storici, non significa che i miasmi da essi derivanti, si estinguono per forza d’inerzia, ma possono uccidere per asfissia. Occorre cultura, conoscenza, far fare esperienza dall’interno della Shoàh, altrimenti essa resta una vacua celebrazione di un giorno o di un mese.
Da due anni abbiamo deciso di non fare celebrazioni retoriche, ma un viaggio interiore, culturale ed emotivo «dentro e intorno al Ghetto e al Lager» per incontrare deportati, che pur ammazzati, sono sopravvissuti a loro stessi e ai loro aguzzini. Nella tragedia questi giganti, accerchiati dall’indecenza del nazismo, scrissero, composero, immaginarono, pensarono e ci lasciarono opere che oggi sono un grido di libertà e nostro patrimonio, insieme atto di accusa per ieri e per oggi. In questo senso la Fondazione Giorgio e Lilli Devoto e l’Associazione Musica&Cultura San Torpete, con il patrocinio del Goethe InstitutGenua, del Circolo culturale Primo Levi, di Palazzo Ducale, invitano quanti «non vogliono dimenticare» a fare un bagno salutare e vergognoso in un lager reale, un campo tra i più osceni e inverecondi: Theresienstadt in Cecoslovacchia, dove passarono 90 mila vittime, di cui 30 mila vi morirono, prima di essere inviati ad Auschwitz.
Il campo di Terezin fu tra i più tragici perché usato dai nazisti come vetrina per ingannare le ispezioni internazionali, «dimostrando» che lì gli internati facevano una «vita bella». Il campo, infatti, fu popolato da artisti, musicisti, pittori, scrittori, drammaturghi, poeti, compresi alcuni cori di bambini, mostrati come animali da zoo ai visitatori. Tra gli internati vi fu Vicktor Ullmann, compositore e direttore d’orchestra austriaco ebreo, morto a Auschwitz. Con la sua musica finì ergersi sui suoi carnefici manipolatori, trasformando l’inferno del lager in un luogo «altro» che i nazisti aguzzini non potevano visitare nemmeno in sogno.
Udivano le note, ma non potevano ascoltare la musica della libertà che diventava pensiero trascendentale che nessuna prigione riusciva a incatenare.

Paolo Farinella, prete

LE SARDINE IN PIAZZA A VENTIMIGLIA , PRESENTE DON FARINELLA

Don Paolo Farinella ha aderito alla manifestazione di piazza organizzate dal movimento Le Sardine, nella foto il secondo da sinistra a ds

Sono venuti qui per onorare le sardine di Ventimiglia – ha affermato – come ho onorato quelle di Genova e idealmente anche quelle di Bologna, Roma, Cagliari, Bergamo e delle altre città”. Farinella non ha mancato di attaccare certa politica: “Voi sardine avete dato una scossa alla politica, prendendo possesso fisico di quelle piazze che tuti i partiti compresa la sinistra storica hanno abbandonato da tempo, perché la gente non conta più nulla e questo dipende dalla legge elettorale, che permette di avere in parlamento dei nominati e non degli eletti che vanno a sudarsi il singolo voto piazza per piazza, uno per uno”. Infine bordate contro Bossi, Berlusconi, Salvini e Craxi, nei confronti del quale afferma: Oggi si arriva anche a santificare un pregiudicato come Craxi, che fu ladro e latitante in tre gradi di giudizio”.


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P. Farinella

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