Il Secolo XIX di lunedì 9 dicembre scorso ha pubblicato una pagina, in nazionale, da inquadrare, da omaggiare a tutti i sindaci, assessori, consiglieri, a chi fa politica per professione o per vocazione. Chi avesse dimenticato la rassegna stampa degli ultimi 50 anni (e chi è assai più giovane) raccomandiamo di leggere il servizio, documentato ed eloquente con i dati di tutti i comuni liguri.
LA RABBIA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA:
FONDI MALTEMPO, TOTI: “SILENZIO ASSORDANTE DI GOVERNO E OPPOSIZIONI LIGURI. SU 500 MILIONI DI DANNI RICONOSCIUTE SOLO LA META’ DELLE SOMME URGENZE. CASO UNICO NEGLI ULTIMI ANNI”
GENOVA. “I Sindaci liguri colpiti dal maltempo sono in difficoltà: da parte del Governo ancora nessuna notizia su come voglia risarcire i 500 milioni di euro di danni causati dalle recenti piogge e mareggiate. Ad oggi sono state riconosciute solo la metà delle somme urgenze, mettendo in crisi le casse dei piccoli Comuni e delle Province: nella purtroppo lunga storia di emergenze di Protezione Civile liguri, una cosa simile non era mai successa”. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in merito ai risarcimenti del maltempo su cui ancora mancano risposte da Roma.
Il Presidente evidenzia come non sia stato aperto neppure un tavolo, peraltro promesso nei giorni immediatamente successivi all’emergenza: “un silenzio assordante dalle forze politiche che appoggiano il Governo e che qui rappresentano l’opposizione. Per loro ho cinque domande a cui vorrei rispondessero: non a me, ma a tutti i liguri e ai tanti sindaci in difficoltà. Che cosa state facendo in concreto? Come vi interfacciate con i rappresentati dei vostri partiti al governo sui problemi della Liguria? Lo sapete che i nostri sindaci non hanno i soldi per aggiustare le strade? Perché non viene chiesto un Consiglio straordinario sul tema? Pensate veramente che i cittadini non si rendano conto del ritardo del vostro Governo con il vostro silenzio complice?”. “Ci auguriamo uno sforzo di tutte le opposizioni per portare a casa queste risorse, fondamentali per far ripartire la nostra Regione duramente colpita che sta reagendo solo grazie alle proprie forze, come abbiamo fatto oggi a Rocca Nervina, nell’imperiese, dove, con l’impegno di Anas la strada riaprirà il 7 gennaio”, conclude Toti.
Leggere l’articolo,a corredo, di Alessandra Costante, cresciuta nel giornalismo di provincia. Figlia di un compianto medico condotto di Toirano e testimone dei tempi. Titolo: “Allarme suolo, il consumo di quello ligure ha superato l’8%. Il bilancio del sistema nazionale di protezione ambientale”. Se c’è chi ammette che si sta ancora pagando il conto della speculazione edilizia, della corsa ai mega guadagni del mattone e seconde case, altri come l’Assessore all’Urbanistica e al Territorio della Liguria, Marco Scajola, annuncia: “Siamo diventati una regione virtuosa, a noi risultano dati migliori. Oggi non si specula più”. Il servizio e relativi dati a poche settimane dalla conferma dello stato di salute del territorio ligure, ponentino in particolare. Quali sono le conseguenze ed i costi del dissesto idrogeologico galoppante. Di quanto si è investito in opere idrauliche e quanto in manifestazioni, eventi, spese correnti, consulenze. Il discorso può essere esteso al litorale, alla risorsa spiaggia dove le concause sono ancora più esplicite. (vedi i grafici).
In altre regioni fanno peggio, confermano i dati. Anche se a livello nazionale la media è del 7,64% di consumo di suolo, la Liguria si guadagna l’8,32%. E scorrendo molti Puc comunali già approvati (vedi il nuovo cemento ad
Albenga e Borghetto S. Spirito, a Laigueglia invece zero consumo suolo in futuro), altri in itinere, si scopre che la vocazione a costruire su aree vergini (si pensi solo a cosa accadrà con la nuova stazione ferroviaria a Bastia d’Albenga che metterà a ko ben 50 aziende agricole e con oltre 250 ettari di espropri) non è affatto finita in soffitta. L’e4dilizia ha subito un rallentamento con la crisi mondiale e nazionale, ma da segni di ripresa, dunque c’è da stare in allerta.
La Riviera continua a tirare, certo non sono più gli anni d’oro. Il Piano casa Scajola e C. ha dato una mano, anzi due in molti casi e non era diversa la musica con il centro sinistra. Basterebbe pure rileggersi gli articoli che scriveva l’alassino Mario Fazio che è stato inviato speciale a La Stampa e presidente nazionale di Italia Nostra. Ci si renderebbe conto che mentre Scajola jr reclama l’importanza e l’urgenza di rilanciare l’edilizia e ben venga la riqualificazione in toto – come accade in tante parti del mondo civile – del tessuto urbano fatto di palazzacci, in molte aree a rischio crollo per uso di cemento depotenziato ed aver risparmiato sul ferro, nel nostro entroterra l’abbandono porta con se decine e decine di case in rovina. L’edilizia ha ‘baciato’ negli anni solo il primo entroterra, ha aggredito la prima collina. Nei paesi delle vallate e di montagna savonesi ed imperiesi, c’è desolazione urbanistica. E se i Comuni della Riviera fanno ancora fior di incassi per oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, ci sono piccoli paesi dove da anni nelle casse comunali non entrano quattrini per gli stessi oneri. E sarebbe di grandissimo aiuto.
Un’altra testimonianza perfetta. “Stiamo vivendo un incubo senza fine – ha dichiarato nei giorni scorsi, a Giò Barbera de La Stampa Liguria, Cosimo Melacca che è stato un battagliero e coerente presidente nazionale agriturismo -. La mia azienda, Cà dell’Alpe, da due settimane è isolata (Comune di Rialto), ma sono anche le 200 persone per via delle frane che interessano strade comunali e provinciali. E’ la conseguenza di anni di incuria e della burocrazia che ostacola il lavoro delle imprese agricole che hanno investito soldi sul territorio e hanno deciso di abbandonarlo.”.
La cura non è certo quella di negare il progresso, ammodernamento e sviluppo virtuoso dell’urbanistica sulla fascia costiera, semmai è di incentivare gli investimenti anche nell’entroterra sempre più povero. Con una scala di priorità che vede nella mano pubblica la realizzazione di infrastrutture, ad iniziare dalla rete viaria delle strade provinciali e comunali. Un discorso a parte è l’adeguamento non più rinviabile, dopo decenni, del fabbisogno autostradale, a partire dalla Albenga o Borghetto S. Spirito – Carcare Predosa, come non si stanca di ripetere il sindaco di Imperia Claudio Scajola. E inserire nelle priorità della Regione – cosa che non accade e basta leggere le dichiarazioni – il tunnel Cantarana – Acquetico. Mettere mano alla ferrovia Andora – Finale, a binario unico nel tratto tra Loano e Finale, facendo tesoro del raddoppio a monte da Andora a Sanremo, la realtà delle nuove stazioni. E per contro eliminare le stazioni in centro di Ceriale, Borghetto, Loano, Pietra e Borgio (dove nei tre centri fermano anche i locali, Jazz). La stazione di Loano che ha perso la fermata dei maggiori treni interregionali. Pietra che sarà ridotta a ‘fermata’ a 4 km dal centro e nonostante la presenza della cittadella del Santa Corona. Nessuno ha interesse ad indossare abiti talebani, ma almeno rendersi conto di dove si è sbagliato e da non ripetere con i binari a monte. Non siamo al toccasana. A leggere i risultati dell’imperiese.
EPPURE C’ERA CHI, TRA I SOCIAL E MEDIA PIU’ SEGUITI COMMENTAVA:
L’altro giorno alla riunione degli Stati Generali del Turismo l’assessore della Regione al Turismo Angelo Berlangieri ha pronunciato queste frasi: «Basta con il consumo della costa, basta con il consumo del territorio, basta con le seconde case. Senza se e senza ma».
Bene, bravo, bis, applausi. Come non condividere. Però, un momento, perché va bene tutto ma pigliarci proprio per fessi no. Berlangieri si è mai chiesto chi sono i responsabili della cementificazione e della moltiplicazione delle seconde case? Ad esempio il suo ex partito Forza Italia con il suo capo che voleva anche vendersi le spiagge? Oppure la sua giunta di centro sinistra che ha varato un Piano Casa che va oltre le previsioni del governo Berlusconi che lo ha ideato? E le seconde case, lui che è stato assessore a Finale Ligure della maggioranza di centro destra oggi in carica, cosa ne pensa della colata concessa al posto dello stabilimento Piaggio? E del consumo di territorio concesso sempre a Piaggio per realizzare il nuovo stabilimento a Villanova? E le continue modifiche alla legge sui vincoli alberghieri (tocca pure rimpiangere l’assessore Carlo Ruggeri) per trasformarli in seconde case e far felici quegli albergatori di cui lei stesso fa parte? E grazie a quale legge e quale ministro la costa ligure è stata invasa dai porticcioli? Ma lo sa assessore Berlangieri che almeno da dieci anni, mentre lei pensava alla sua brillante carriera politica, c’era chi si batteva per questi temi ed esiste pure un movimento che si chiama “Stop al consumo di territorio” (vedi……) al quale non risulta che la Regione aderisca né che abbia mai sollecitato i comuni liguri a farlo?
Assessore, probabilmente ha parlato sotto ipnosi ma adesso 1,2,3…SI SVEGLI ”
MOVIMENTO STOP AL CONSUMO DI SUOLO RAPPRESENTATO DA…. Edoardo Salzano che è stato fondatore e direttore del sito, con Maria Pia Guermandi e Vezio De Lucia, vicedirettori del sito, Mauro Baioni e Ilaria Boniburini, responsabili delle attività. Salzano un grande protagonista dell’urbanistica e della cultura italiana del ‘900. Se ne è andato per sempre in una dolce mattinata del 26 settembre a Venezia, dove viveva da quasi mezzo secolo.
La redazione del sito eddyburg.it formata da Maria Pia Guermandi (vicedirettore vicario), Vezio De Lucia (vicedirettore), Fabrizio Bottini (redattore e direttore del sito gemmato Mall), Giorgia Boca (redattrice), Dusana Valecic (legislazioni), Ivan Blecic (webmaster), e una serie di collaboratori tra cui (in ordine alfabetico) Mauro Baioni, Paolo Berdini, Ilaria Boniburini, Sergio Brenna, Giovanni Caudo, Maria Cristina Gibelli, Antonio di Gennaro, Paolo Grassi, Stefano Fatarella, Georg Frisch, Giuseppe Palermo, Rita Paris, Dario Predonzan, Sandro Roggio. Pubblicano le loro opinioni, oltre ai vicedirettori, Paolo Baldeschi, Piero Bevilacqua, Lodo Meneghetti, Carla Ravaioli, Giorgio Todde.
Angelo Berlangieri dal luglio 2015 è Presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona. E’ stato presidente del Consiglio Comunale di Finale Ligure dal 2006 al 2009 e Assessore al Turismo e alle Attività Produttive dello stesso Comune dal 2004 al 2006, nella giunta di centro destra del sindaco dr. Flaminio Richeri Vivaldi Pasqua. Dopo i due mandati (1995 /2004) del giornalista professionista de La Stampa, Pier Paolo Cervone (centro sinistra).
Nella IX legislatura ( da maggio 2010 a maggio 2015), con il presidente Claudio Burlando (centro sinistra), Berlangieri aveva la delega al Turismo, Cultura e Spettacolo e al suo attivo una copiosa mole di lavoro tra deliberazioni, disegno di legge, relazioni di giunta, proposta di atto amministrativo come emerge dal suo sito www.angeloberlangieri.it (vedi………)
QUANDO IL MEETUP LOANO- BORGHETTO- CERIALE- VAL VARATELLA IN MOVIMENTO
TUONAVA: STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO E DISSESTO IDROGEOLOGICIO
Meetup Loano Borghetto Ceriale & Val Varatella in MoVimento: “contro il dissesto idrogeologico Stop al consumo di territorio”
10 Ottobre 2014 «Otto metri quadrati al secondo è il ritmo con cui viene asfaltata e ementificata la bellezza, la biodiversità, l’agricoltura e la cultura del nostro paese (Domenico Finiguerra)», ricorda il Meetup Loano Borghetto Ceriale & Val Varatella in MoVimento che contro il dissesto idrogeologico chiede uno Stop al consumo di territorio.
«Liguria, terra di mare, di montagne e di turismo ma anche un territorio che negli anni è stato divorato da colate di cemento, frutto di politiche errate volte alla tutela del profitto senza accorgersi di come questa terra sia così fragile dal punto di vista idrogeologico. Un recente studio redatto da Legambiente e protezione civile pone a rischio frane ed alluvioni 188 comuni (80% del totale), di cui 56 su 69 nel savonese. Ma cosa è stato fatto in questi anni? Poco, o nulla. Si dirà che mancano i fondi dallo stato, che la colpa è della burocrazia oppure dell’ARPAL o protezione civile: insomma, ad ogni tragedia parte la gara dello “scaricabarile”. Era il 2011 quando forti temporali si abbatterono su Genova, causando esondazioni di numerosi corsi d’acqua con conseguenze purtroppo mortali. A distanza di 3 anni un’altra tragedia colpisce nuovamente il capoluogo ligure negli stessi luoghi. La domanda sorge spontanea: Che cosa è stato fatto in 3 anni? ».
«In questa regione – proseguono i grillini – come nel resto del paese, si tende, al massimo, a correre ai ripari senza fare alcun progetto a lungo raggio. Ogni giorno si sente parlare di riforme, di grandi opere, ma la realtà che l’Italia e soprattutto la Liguria ha bisogno di un’unica grande opera: la messa in sicurezza del territorio. Prendiamo il savonese e più specificatamente Loano, Borghetto, Ceriale e Pietra. In questi paesi, nel tempo, si è puntato al turismo delle seconde case, permettendo aumenti di cubature tramite piani casa più volte prorogati dalla regione oppure, come del caso di Loano, permettendo varianti a PRG scaduto da molti anni(vedi i Mazzocchi) anche senza, a nostro avviso, il “comprovato interesse pubblico” come previsto dalla legge regionale 30/92. Vogliamo parlare di porti? Prendiamo quello di Loano, al massimo approdo di qualche grande yatch e pochi natanti, o l’altro mega progetto del porto di Pietra Ligure, a cui aggiungiamo quello turistico di Borghetto oltre a quello di Ceriale con decine di appartamenti “compresi nel prezzo”….Tutte queste opere erano e sono necessarie? E a chi servono? L’unica certezza è che causano e provocheranno altra erosione delle spiagge, mettendo a rischio il litorale dalle mareggiate oltre a portare ulteriore inquinamento».
«Infine ci sono i fiumi, o meglio, gli alvei del Varatella, del Nimbalto o del Maremola coi relativi bacini che, ad oggi, sono ancora ricoperti di folta vegetazione, malgrado più volte i cittadini abbiano segnalato la potenziale pericolosità degli stessi. Noi, come Meetup Loano Borghetto Ceriale e ValVaratella in MoVimento denunciamo questa politica attuata dal “partito del cemento” e chiediamo a gran voce che venga imposta da subito, soprattutto dopo l’ultima tragedia di Genova e i recenti smottamenti di Capo Santo Spirito (anche qui sono previste altre urbanizzazioni) , una moratoria sul consumo del territorio e che venga redatto dai comuni il censimento del cemento, come già richiesto dal forum Salviamo il Paesaggio, in quanto crediamo si debba puntare a piani urbanistici volti al recupero dell’esistente e al sostegno all’economia green”.