Da Savona News, domenica 23 novembre 2019, 19:00 “Alassio resiste al nuovo attacco del mare”, il vice sindaco di Alassio, Angelo Galtieri, dichiara: “Alassio resiste – ma le immagini della nostra città in queste ore, quelle di Genova, della Liguria tutta, ma anche quelle di Venezia della costa veneta e dell’Emilia Romagna mi sembra debbano, tutte insieme evidenziare, che questo non è più – ammesso che lo sia mai stato – un problema del singolo Comune o addirittura della singola Regione. E’ un problema, quello della difesa costiera che va affrontato seriamente a livello nazionale ed europeo, senza attendere oltre.”
Forse anche Angelo Galtieri non capisce ciò che la Redazione di “Trucioli”, stigmatizza con la frase: ” Con una marea di lettori, spero che prima o poi capirai che la gente non studia, né legge l’enciclopedia”. Verissimo ma la marea di lettori di fronte al disastro e che disastro, anche se non legge l’enciclopedia, chiede agli organi competenti: Perché ? Non è facile spiegare alla gente i fenomeni dei modelli previsionali meteorici che sono concordi nel prevedere attualmente, forti concentrazioni nel savonese e nel genovesato di ponente, entroterra compreso. Una situazione che potrebbe portare a livelli di allerta massimi, sia per temporali che per possibile dissesto idrogeologico.
“È un evento che si vede poche volte. È come se sul Centro-Ponente arrivasse un materasso d’acqua alto 10 centimetri spalmato su tutta la zona. Ovviamente non sarà uniforme”. Così Francesca Giannoni, direttrice del centro meteo Arpal, inquadra l’ondata di maltempo attesa sulla Liguria nelle prossime ore, con l’allerta rossa in vigore su gran parte della regione (da Ventimiglia a Camogli e sull’entroterra del Ponente) per tutta la giornata di sabato. A preoccupare è la pioggia “persistente per 24-36 ore” su un terreno che non può più reggere un millimetro di pioggia.
L’ultima volta che si è verificato un fenomeno simile? “Era il novembre 2016, con esondazioni e allagamenti in tutto l’imperiese e savonese”, dice Giannoni. Anche stavolta “sono attesi venti molto forti di scirocco che pescano umidità da tutto il Mediterraneo e sono in grado di innescare convergenze con la tramontana – spiega ancora la meteorologa -. A seconda dell’equilibrio dei venti e dell’intensità più o meno forte dello scirocco le precipitazioni si concentreranno sulla costa oppure scavalleranno nell’entroterra. A questo sarà associata una mareggiata intensa”.
Non è facile spiegare alla gente abbiamo detto, forse ci riuscirà un buon giornalista, uno di quelli con i “baffi”; ma in ogni caso dovrà, pure lui, documentarsi.
Ma analizziamo l’estrema criticità per il nostro territorio, con piogge e temporali incessanti, concentrati sui bacini già ampiamente messi a dura prova, caratterizzate da cumulate importanti di una situazione che potrebbe già riservare uno stress idrogeologico deciso per i piccoli bacini e per un terreno, quello della nostra regione, oramai incapace di assorbire ulteriore acqua.
Durante l’anno in corso abbiamo visto il formarsi di piccoli cicloni che, nati nei pressi delle isole Baleari, si sono spostati sulle isole greche. Poca roba visto che nel giro di alcuni giorni dopo il loro spostamento, si sono spontaneamente dissolti.
Nel mar Mediterraneo, noi lo chiamiamo mare ma in realtà è oceano, in questi giorni si sta attuando un fenomeno monsonico. I monsoni non spirano solo sul continente asiatico, poiché sopra tutti i continenti si verificano, durante l’anno, un periodo di riscaldamento (bassa pressione) e un periodo di raffreddamento (alta pressione). Sull’Asia però, data l’enorme estensione del territorio, dei ghiacciai e dei deserti, questi fenomeni sono assai più evidenti e imponenti. In ogni modo sulla Terra vi sono altre zone monsoniche: il Golfo di Guinea, il Golfo del Messico, le coste del Venezuela, l’Australia, la Somalia, e, in Europa, la Penisola Iberica e anche alcune zone della Russia settentrionale.
Innanzitutto si deve comunque prendere in considerazione il fatto che i monsoni sono il risultato di differenze termiche tra oceani e continenti, ma allo stesso tempo sono anche il risultato delle calme equatoriali che variano di posizione tra l’inverno e l’estate di alcuni gradi di latitudine assieme a tutto il resto della circolazione atmosferica divisibile a celle (cella di Hadley 1775).
La circolazione generale dell’atmosfera è generata dai raggi solari che riscaldano con diversa intensità la superficie del pianeta. Le latitudine più basse sono riscaldate più dei poli poiché su questi ultimi l’angolo di incidenza è maggiore e il calore si disperde su una superficie di spazio più grande ed è minore. Ciò provoca una differenza di temperatura nell’atmosfera fra i poli e l’equatore. Durante le mezze stagioni le calme equatoriali coincidono pressappoco con l’equatore, mentre durante l’estate Boreale si spostano di alcuni gradi (circa 5) verso nord invadendo le aree soggette appunto ai monsoni, in questo modo le piogge torrenziali sono favorite.Viceversa succede durante l’inverno Boreale le calme equatoriali si trovano a circa 5° di latitudine non coinvolgendo le aree del Est Asiatico.
Le piogge tropicali, diversamente dalle piogge delle medie latitudini che sono il risultato di forti contrasti termici, sono il risultato dell’energia termica presente che più è evidente, più da forza alle piogge monsoniche. Il monsone africano è protagonista del clima. Attraverso l’analisi delle variabili atmosferiche e dei dati di precipitazione, si riscontra, durante la stagione estiva, una significativa correlazione positiva tra l’intensità del monsone dell’Africa Occidentale e la temperatura dell’aria nel bacino del Mediterraneo.Un monsone intenso rafforza la circolazione meridiana di Hadley, con conseguente rafforzamento dell’anticiclone del nord Atlantico e blocco del flusso occidentale verso il Mediterraneo.
La penetrazione del monsone nel continente produce uno spostamento verso nord dell’anticiclone Libico che arriva a invadere il Mediterraneo occidentale portando subsidenza e condizioni di stabilità. Con questa analisi è possibile diagnosticare l’occorrenza delle ondate di calore che negli ultimi decenni hanno colpito frequentemente l’area Euro-Mediterranea. Il profilo meridiano di velocità verticale ha una estensione di circa 15°, con tre massimi chiaramente separabili, che identificano le regioni monsoniche. La correlazione tra il WAM e il clima estivo del Mediterraneo. La variabile scelta per rappresentare l’intensità del WAM è la precipitazione nella regione del dan-Sahel,[] accumulata tra Luglio e Settembre, il trimestre nel quale il monsone è pienamente efficiente.
Le variabili scelte per rappresentare il clima estivo Mediterraneo sono la temperatura a 850 hPa e il geo potenziale a 500 hPa, mediate nei mesi di Luglio e Agosto, i mesi nei quali si concentrano il maggior numero di ondate di calore. Si osservano alti valori del coefficiente di correlazione su tutta la zona dell’anticiclone subtropicale nord Atlantico, con interessamento del Mediterraneo occidentale.
Il clima monsonico era una varietà climatica tipica del continente indiano, del Est asiatico e della Cina meridionale. Da giugno a ottobre i monsoni, caldi e carichi di umidità, provengono dall’oceano Indiano soffiando da sud-ovest a nord-est: dal mare verso la terraferma. Nel loro percorso dei Ghati []occidentali, dove caricano parte della loro umidità; attraversano il tavolato del Deccan e, infine, si scontrano con l’insormontabile massiccio himalayano, raffreddandosi e rovesciando enormi quantità di pioggia. La pianura del Gange e la zona del golfo del Bengala, che si trovano ai piedi dell’Himalaya, e soprattutto l’Assam sono pertanto tra le zone più piovose della Terra.
L’alternanza dei monsoni determina anche i ritmi dell’agricoltura e le rese dei singoli anni. Ritardi o anticipi di questi venti possono causare grandi siccità o disastrose alluvioni, che hanno speso compromesso i raccolti, portando nelle intera regione parecchie carestie. Comprendere la dinamica del clima nell’area dei tropici, con la vaiabilità dei Monsoni, costituisce un nodo cruciale per gli studiosi che si occupano di mutamenti climatici in tutto il mondo, ma lo diventa a maggior ragione per chi fa ricerca sull’area orientale del Mediterraneo. Ne sono convinti gli esperti del Centro euro mediterraneo per i cambiamenti climatici (Cmcc) con base all’Università di Lecce.
“Teniamo d’occhio i tropici – spiega Antonio Navarra, presidente del centro – perché sono i motori della macchina climatica e hanno i loro effetti sulle nostre regioni. In particolare, in quell’area esiste la possibilità di prevedere da 6 a 9 mesi la variazione climatica, intesa come la variazione delle temperature marine superficiali, che influenzano poi le medie latitudini”. Un monsone intenso non dipende solo dalla circolazione meridiana di Hadley, contribuisce anche il Polo Nord Magnetico e Nord Bussola. La differenza tra Polo Nord Geografico, Nord Magnetico e Nord Bussola, e della possibile inversione dei Poli magnetici terrestri. Il Polo Nord Geografico è il punto più a nord della Terra dove l’asse di rotazione interseca la superficie terrestre, ossia il punto d’incontro a nord dei Meridiani terrestri.
La Terra, a causa dei minerali presenti al suo interno, ha un proprio magnetismo le cui linee di flusso ovviamente cambiano a seconda delle zone. Il Polo Nord Magnetico è quindi il punto in cui il campo magnetico terrestre è verticale (cioè forma un angolo di 90°) alla superficie terrestre. La bussola quindi non indica la direzione del Nord Geografico, come molti erroneamente pensano, ma in teoria indicherebbe quella del Nord Magnetico. Infatti il suo ago si orienta seguendo le linee di flusso di campo magnetico della zona. L’angolo tra Nord Geografico e Nord Magnetico si chiama DECLINAZIONE MAGNETICA : questa varia quindi da zona a zona e varia anche nel tempo, in quanto il Nord Magnetico non è statico Nelle carte nautiche sono quindi riportati gli angoli di Declinazione (positiva verso Est, negativa verso Ovest) a seconda della zona del Globo dove ci si trova.
La bussola “indicherebbe” la direzione del Nord Magnetico, usando il condizionale, perché questo avviene solamente nel caso in cui la bussola non sia influenzata da campi magnetici di bordo, come invece avviene negli aerei e sulle navi, dovuti a masse magnetiche, circuiti elettrici e strumentazione elettronica. Allora entra in gioco il Nord Bussola, ossia il Nord che indica effettivamente l’ago della bussola, diverso sia dal Nord Geografico che dal Nord Magnetico, in quanto influenzato proprio dal magnetismo di bordo. L’angolo tra il Nord Magnetico e il Nord Bussola si chiama Deviazione Magnetica. A bordo di un’imbarcazione, ad esempio, la Tabella delle Deviazioni è fondamentale come la lettura della Declinazione Magnetica riportata sulle carte nautiche, in quanto entrambi i dati sono indispensabili per il tracciamento delle Rotte. La Deviazione Magnetica varia a seconda delle direzioni seguite: quindi la Tabella riporta i suoi valori ad angoli diversi, in quanto è diversa l’influenza sulla bussola del magnetismo di bordo; inoltre è un documento che deve essere rinnovato periodicamente. La Deviazione è si comporta un po’ come la Declinazione Magnetica che invece varia a seconda dei luoghi e del tempo. Senza considerare questi dati [Deviazione e Declinazione] si rischierebbero gravissimi errori di Rotta, soprattutto per le medie e lunghe distane per ritornare alla non staticità del Nord Bussola. Il magnetismo terrestre varia perché nella zona di contatto tra il nucleo più interno del pianeta [solido] e la parte più esterna del nucleo [liquida] si verificano fenomeni elettrici importanti.
A causa di ciò, il Nord Magnetico si sposta da sempre. Gli scienziati hanno rilevato in questi ultimi anni uno spostamento del Nord Magnetico dal Canada verso la Siberia alla velocità di 48 Km/anno. Questo fa temere il possibile e temuto fenomeno dell’INVERSIONE DEI POLI MAGNETICI. L’ultimo evento del genere si verificò 780.000 anni fa. E’ temuto perché nella fase di inversione la Terra potrebbe essere esposta a radiazioni cosmiche e solari.
Attraverso l’analisi delle variabili atmosferiche e dei dati di precipitazione, si riscontra, durante la stagione estiva, una significativa correlazione positiva tra l’intensità del monsone dell’Africa Occidentale e la temperatura dell’aria nel bacino del Mediterraneo, e si osservano alti valori del coefficiente di correlazione su tutta la zona dell’anticiclone subtropicale nord Atlantico, con interessamento del Mediterraneo occidentale.
Tornando al nostro “materasso”, diciamo ancora: “e non è finita” il peggio deve ancora venire ! Ed il fatto è avvenuto. Crolla viadotto della A6 tra Savona e Altare. Quando sembrava che i problemi legati all’allerta meteo fossero terminati, ecco presentarsi un disagio considerevole: chiuso il tratto di autostrada A6 Savona-Torino “La Verdemare” per un cedimento di un viadotto sul troncone in direzione Torino che si incontra tra Savona e Altare prima della prima galleria.
Nel corso del fine settimana la Savona-Torino era stata letteralmente flagellata da movimenti franosi legati alle forti piogge, che avevano portato alla chiusura di alcuni punti. Un’ultima, ennesima frana, dovuta alla “piezometrica” sarebbe stata quella fatale, in grado di sferrare il “colpo di grazia” al ponte.
Vedi “Trucioli”: Il ciclone, la Riviera di Ponente e Noli – Ma per l’Arpal solo piogge e temporali del 29 novembre 2016.
NUMERO 102 DEL 1 DICEMBRE 2016 • BY ALESBEN B, “La fragilità del territorio italiano: il livello raggiunto nel consumo di suolo e il rischio idrogeologico costituiscono un insieme di criticità che determina una strutturale debolezza economica e una costante fonte di tensione sociale, si pensi alla Liguria degli ultimi anni. Fenomeni estremi sono ricorrenti nel nostro paese fin da tempi molto lontani, anche se il cambiamento climatico ci obbliga a confrontarci con una frequenza ben diversa e con intensità a cui non eravamo minimamente abituati”. Vedi anche “Trucioli” – Numero 89 Del 4 Agosto 2016, “Capo Noli Si Sbriciola “Alesben B.