Ce ne sia uno, non diciamo due, che almeno ammetta: da anni anche il Savonese e l’Imperiese avrebbero dovuto essere protetti da veri ‘angeli custodi’ contro frane e allagamenti. Per un piano Marshal, destinando tutte le risorse possibili a prevenire il dissesto idrogeologico, a milioni e milioni di danni alla comunità. Con la prevenzione, non occasionale, si risparmiano tanti soldi, disastri e disagi. Mettendo in pratica una cultura anti sprechi dove spesso i costi di opere pubbliche hanno impennate fino al 150 % rispetto all’appalto iniziale. Da grandi opportunità per ammodernare il paese finiscono per renderlo più povero di fronte alla diffusa inefficienza e corruzione. Chi ha seguito ‘Report’ su Rasi 3 lunedì 25 novembre (ha trattato con il giornalismo d’inchiesta Torino e le Olimpiadi 2006, ieri e oggi) ha potuto farsi un’idea seguendo le interviste a politici e ‘esperti’, gli approfondimenti e la documentazione, i risultati.
Che fa il presidente del memorabile ‘tappeto rosso‘ (edizione 2017) in città e paesi ? Giovanni Toti, freneticamente in corsa per il secondo mandato, da ex berlusconiano di ferro, giornalista, nel 2012, a 43 anni, nominato direttore di Rete 4 che ha lasciato per la carriera politica e le elezioni vittoriose in Liguria con il centro destra. Nel 1996 si era accasato a Mediaset, oggi neo fondatore arancione di Cambiamo con Toti. Abilissimo nell’uso del ‘megafono’ comunicativo. C’è la macchina dei comunicati stampa e dell’uso dei mass media (inclusi quelli che beneficiano della pubblicità istituzionale della Regione) anche per mettere sotto accusa gli ambientalisti colpevoli di “non aver migliorato questo paese”. Sarà per motivi di spazio che dimentica di elencare gli anni e le date in cui ‘i verdi’ sono stati al governo, al potere, nella stanza dei bottoni. Anche se in Liguria le maggioranze ‘rossoverde‘ non hanno lasciato un buon ricordo. E a livello nazionale per quel mini lasso di tempo che hanno governato, un loro ministro si è spesso coperto di ridicolo, guadagnandosi copertine dei settimanale L’Espresso e servizi denuncia del giornalismo d’inchiesta.
Ed ecco che il nostro presidente ci tiene a smarcarsi dai ‘cementificatori’ (per fortuna evita il termine ‘devastatori) e da chi predica l’ambientalismo che ‘sta sta lasciando indietro di anni la Liguria e l’Italia’ (sic!). Gli risponde la voce dell’uomo qualunque: “I soldi ci sono, ma servono ad ingrassare le ruote della corruzione e riempire le tasche dei soliti noti tra l’indifferenza, la messa alla gogna di quanti da anni si battono contro la distruzione ambientale, le colate di cemento dalle coste alle colline, l’imbrigliamento dei fiumi e torrenti, l’abbandono dei boschi e delle agricole.”
E quale ruolo di controllo ha l’informazione ? Ernesto Galli Della Loggia, 77 anni, storico e accademico, editorialista del Corriere della Sera, a La 7 sosteneva: “L’informazione giornalistica locale, rispetto alla quella nazionale, è attenta e sensibile ai potentati del territorio, al politico di turno che comanda, all’imprenditoria, che si rispecchia nei TG Rai regionali. Si evitano approfondimenti favorendo una classe politica che governa le Regioni ben peggiore di quella nazionale”.
LE MOSSE DEL PRESIDENTE – Toti ha firmato la richiesta di riconoscimento dello Stato di emergenza e, in particolare, di estensione del decreto approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri anche alle zone maggiormente colpite dall’ultima ondata di maltempo. Secondo i primi calcoli, si stimano complessivamente 330 milioni di euro di danni, tra somme urgenze (30 milioni di euro) e danni strutturali (300 milioni di euro). Il decreto dello Stato di emergenza approvato giovedì scorso dal governo era legato agli eventi meteorologici che si sono verificati dal 14 ottobre all’8 novembre soprattutto nella Città Metropolitana e nelle province di Savona e Spezia: la stima dei danni era di circa 77 milioni di euro complessivi, di cui 17 milioni di somme urgenze e 60 milioni di danni infrastrutturali al patrimonio pubblico.
QUELLA VOCE CHE VIENE DAL BASSO – Antonio “Tonino” Murru ha frequentato l’Istituto tecnico Boselli di Savona ed è consigliere comunale a Vado Ligure per ‘ Memoria e Futuro’: “Per l’ennesima volta ci risiamo. Ancora disastri degni dei peggiori b-movies hollywoodiani. Autostrade che crollano, frane, esondazioni, mareggiate catastrofiche, erosione, per non dire cancellazione, di spiagge, allagamenti di negozi, cantine, appartamenti. Un elenco infinito che per tutto l’anno ci accompagna e naturalmente il susseguirsi di conferenze stampa, comitati di gestione emergenza, passerelle politiche, insulti e accuse reciproche tra le due o tre fazioni politiche che a turno negli ultimi trent’anni hanno gestito il potere. …Facce della stessa medaglia, comodamente e indifferentemente intercambiabili tra loro….Contro tutto questo noi comunisti abbiamo sempre lottato e ancora lottiamo e lotteremo. Con i nostri piccoli mezzi, le nostre poche risorse, le nostre ormai flebili ma limpide voci. I temi dei ‘Fridays for future’ o delle ‘sardine’ sono da sempre al centro delle nostre proposte e del nostro progetto politico. Ma a noi non viene dato da tempo spazio e visibilità mediatiche. Noi ci siamo sempre stati dalla parte dell’ambiente, dei lavoratori, dell’onestà e della questione morale, della salute e della libertà. Siamo aperti al dialogo e al confronto, allo scambio di idee e pensieri, nel rispetto reciproco…E alla fine l’affidamento dei lavori di ricostruzione, manutenzione e quant’altro alle solite due o tre grandi aziende (scoprirete informandovi che sono quasi sempre le stesse, direttamente o indirettamente grazie a subappalti generosi e a prestanome volenterosi). Senza mai programmare seriamente una manutenzione ordinaria dell’esistente, senza mai investire in un piano di messa in sicurezza del territorio degno di questo nome. Questa sì è una grande opera di cui avremmo bisogno! – rincara Murru – i soldi ci sono, se non vengono sprecati in opere faraoniche iniziate vent’anni fa e che si concluderanno tra vent’anni, facendo così lievitare costi e danni sui territori che attraversano, deturpano, distruggono. I soldi ci sono, ma servono solo ad ingrassare le ruote dei meccanismi della corruzione e riempire le tasche di banchieri, padroni e finanziarie internazionali. E ancora l’indifferenza, se non la messa alla gogna, nei confronti di quanti da anni si battono contro questi scempi, contro le colate di cemento sulle coste, l’imbrigliamento dei fiumi, l’abbandono dei boschi e delle colline. Contro quanti, scienziati compresi, dicono che l’ambiente va rispettato, sostenuto, difeso. La cecità nei confronti dei cambiamenti climatici che, ormai con cadenza sempre più ravvicinata, ci mandano segnali chiari della crisi ormai quasi irreversibile in atto. La voracità, l’avidità neoliberista sembra inarrestabile e onnipotente, tutto è concesso e tutto è possibile in nome dei ‘mercati’, fantomatiche entità aliene che decidono tutto, loro sì davvero ‘super-partes’. E nel loro nome niente viene risparmiato, uomini e natura possono essere sopraffatti, travolti, distrutti, uccisi con una violenza senza fine, senza pietà e senza rimorso alcuno”.
IL PRESIDENTE TOTI 1 – SAVONA – COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE: “È indispensabile un piano straordinario di infrastrutture per la Liguria: in questo paese bisogna smetterla di parlare di cantieri e non aprirli. Serve coraggio: non siamo cementificatori ma vogliamo smetterla con un ambientalismo che non ha migliorato questo paese ma, anzi, lo sta lasciando indietro di anni”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che a Savona ha incontrato il ministro delle Infrastrutture De Micheli e i sindaci del savonese per poi effettuare un sopralluogo sulla Sp29 di Cadibona, a seguito del maltempo che ha colpito la provincia durante l’allerta rossa diramata dalla Protezione civile nei giorni scorsi, con una frana che ha determinato il crollo di un viadotto autostradale sulla A6 tra Savona e Altare. “Una perturbazione seppur eccezionale come quella che abbiamo vissuto – ha aggiunto Toti – ha messo in ginocchio un pezzo del Paese tra quelli più produttivi e industrializzati, da cui dipende un pezzo della nostra economia perché queste arterie stradali sono essenziali per i nostri porti e per l’intero nord ovest”.
IL PRESIDENTE TOTI 2 – COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE: “E’ chiaro a tutti che occorre un piano straordinario per mettere in sicurezza il nostro territorio e di ripristino delle strade, non possiamo inseguire tutte le volte danni così estesi che comportano enormi rischi per le persone e anche contraccolpi economici. Come Regione abbiamo già stanziato risorse, con il Dipartimento nazionale della Protezione civile aggiorneremo le somme urgenze, ma serve uno sforzo in più per un piano globale di messa in sicurezza che si faccia il giorno prima, in modo da garantire una maggiore tenuta di nostre infrastrutture. A questo punto speriamo solo che la nottata si chiuda con una buona notizia e che nessuno sia rimasto coinvolto nel crollo del viadotto”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti oggi nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella sede della Provincia di Savona dopo il crollo del viadotto sulla A6, la Torino Savona, alla presenza anche del Prefetto di Savona Antonio Cananà, del presidente della Provincia di Savona Pierangelo Olivieri, della vicepresidente di Regione Liguria e assessore alla salute Sonia Viale, dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, del sindaco di Savona Ilaria Caprioglio.
“Ora ci sarà la valutazione della Procura della Repubblica – ha continuato Toti – per stabilire cosa ha innescato la frana. A noi, come Istituzioni, compete ristabilire le normali condizioni di vita nel più breve tempo possibile. Riaprire le strade e garantire il presidio sanitario. Con lo stato di emergenza ci saranno le stime dei danni sull’intera regione. Ora, prima di tutto, dobbiamo vedere se questo ennesimo crollo ha comportato perdite di vite umane”. Toti ha ricordato che la frana che ha investito il viadotto autostradale é una delle moltissime che hanno colpito in queste ore il Savonese e in generale il territorio regionale, compresa Genova. “Abbiamo già anticipato al capo del dipartimento nazionale di Protezione civile Borrelli che stiamo già compilando le schede dei danni – ha concluso Toti –. “Nelle ultime 36 ore la quantità di pioggia che è caduta è stata maggiore di quanto avvenuto nel 2014, in cui già si era registrata una situazione eccezionale. Quanto accaduto con il crollo del viadotto ha messo ancora più in evidenza, se ce ne fosse stato bisogno, l’estrema fragilità del nostro territorio a cui servono misure e un piano eccezionale. Ora ci sarà la valutazione della Procura della Repubblica per stabilire cosa ha innescato la frana. A noi compete ristabilire le normali condizioni di vita nel più breve tempo possibile.”
IL PRESIDENTE DELLA CIA LIGURIA, ALDO ALBERTO-: “Il Paese che vogliamo” è un paese che non vive di emergenze. Criticità maggiori per infrastrutture e viabilità» Maltempo, la conta dei danni tra le aziende agricole. Cade un viadotto sulla Savona-Torino: l’entroterra – e non solo quello -, frana, mettendo in difficoltà cittadini e tanti imprenditori agricoli. “Il Paese che vogliamo” – dichiara Aldo Alberto, riprendendo il titolo del roadshow nazionale lanciato proprio dalla Liguria -, è un paese che non vive di emergenze e lavora per la prevenzione, con particolare attenzione alle aree più fragili. Lo abbiamo ripetuto in tutti i modi anche nell’iniziativa nazionale dello scorso 2 settembre al Sassello. Ora è purtroppo il momento della conta dei danni. I nostri uffici in tutta la regione stanno analizzando la situazione zona per zona in modo da presentare alle istituzioni un quadro delle emergenze che stanno colpendo le diverse comunità. Le criticità principali, al momento, sembrano riguardare soprattutto le vie di comunicazione e le infrastrutture, pubbliche e aziendali, quali strade provinciali, viabilità poderale e interpoderale, canali irrigui, acquedotti, linee elettriche e telefoniche. Le ripercussioni, naturalmente, sono molto pesanti, tanto sull’attività delle aziende, quanto, più in generale, sulla qualità della vita di tante aree interne”.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA – Fabrizio Ferraro: ha studiato Scienze politiche all’Università di Genova e si è diplomato al Liceo scientifico Orazio Grassi di Savona.
“Ancora una volta commentiamo i disastri che hanno colpito la Liguria e la provincia di Savona. Ci sentiamo impotenti di fronte alla potenza della natura, ma siamo consapevoli di quanto siano evidenti le responsabilità di chi, in questi anni, non ha mosso un dito per mettere in sicurezza un territorio che per tanti e tanti decenni è stato vittima della speculazione edilizia e dello sfruttamento intensivo del suolo da parte di una economia, tanto ligure quanto nazionale, tesa a privilegiare l’interesse privato a discapito tanto di quello pubblico. Il forte maltempo ha messo mettendo in ginocchio soprattutto la nostra provincia: collegamenti interrotti, comuni nell’entroterra isolati, forti mareggiate che hanno lasciato hanno “mangiato” le spiagge e provocato danni sull’Aurelia, fiumi esondati, città allagate e frane che hanno distrutto oltre che le strade provinciali anche un piccolo tratto dell’autostrada A6 all’altezza di Altare. Le alluvioni di 25-30 anni fa trovavano gravi responsabilità nella “politica del cemento” che rendeva più fragile il territorio. Oggi che il clima è purtroppo cambiato …e la nostra regione e la provincia di Savona diventano ancora più fragili. Eppure si continua a parlare di grandi opere e di infrastrutture in un territorio che non distrutto e devastato dall’incuria e dal poco rispetto dell’ambiente, ci raccontano e ci racconteranno che queste grandi opere sono utili per i collegamenti, mentre il signor Toti un mese fa affermava che “la Liguria ha retto” al maltempo. Ma l’unica opera utile in questa regione è la messa in sicurezza del territorio – conclude Ferraro. Capiamo bene i grandi interessi economici che ci sono dietro la costruzione della Tav, del terzo valico e addirittura della gronda. Ma almeno non ci prendano in giro…. Mentre a noi interessa che questa politica del territorio venga invertita e che la Liguria sia attrezzata a resistere bene alle nuove e diverse ondate di maltempo. Il territorio del savonese e la Liguria intera sono ormai lo spettro di una regione che era e deve continuare a rimanere bella in tutti i sensi”.
LO SCRITTORE E POLITOLOGO FRANCO ASTENGO – “E’ la Liguria una terra leggiadra, il sasso ardente, l’argilla polita..” le parole di Cardarelli mi suonano in testa mentre assisto ai disastri di queste ultime ore e la memoria torna indietro ben oltre al crollo del Ponte Morandi, così scenograficamente ripetuto dall’analogo episodio riguardante il viadotto della Savona – Torino. Così è il caso di ritornare ancora una volta sulla fragilità del nostro territorio: una fragilità antica per questo corridoio stretto tra i monti e il mare . Un territorio formato su di una pietra fragile che qualcuno pensava eterna di cui nell’800 si innamorarono i poeti inglesi e i granduchi russi.
E’ banale ma non si possono dimenticare le responsabilità nostre, dell’aver costretto questa terra a soffrire sotto l’incalzare del cemento gettato lì per fare soldi con politiche dissennate e speculazioni folli. Oggi si reclamano “piani strutturali” per recuperare una terra sempre più difficile da vivere, abitare, lavorare. Guardando al passato si scorgono responsabilità enormi da parte di chi ha preteso governare operano in modo da offendere ogni possibile equilibrio tra presenza umana, territorio, natura. Con l’attribuzione delle responsabilità non si risolvono certo problemi di questa portata .
Ancora una volta ai liguri soccombenti non resterà che rimboccarsi le maniche come sempre è avvenuto all’indomani di simili tragedie. Anche questa volta sarà inutile aspettarsi l’esercizio di una saggezza che nel passato è proprio mancata da parte di coloro che avrebbero avuto il dovere di esercitarla. (Franco Astengo)