Ormea, una vicenda che anche sotto il profilo commerciale si è conclusa da male in peggio. Il 19 ottobre 2017 trucioli.it, in solitaria, dava notizia della chiusura dell’affermata Panetteria Merlino. Nei giorni scorsi tutta l’attrezzatura del forno, pignorata, è stata smontata, caricata su un camion e portata via. Un valore all’acquisto di alcune centinaia di miglia di Euro. Un’attività, un lavoro, un sogno andati distrutti. Ultimo epilogo, in ordine di tempo, di una storia, se volete triste, seppure non rara nelle famiglie. Una moglie che si innamora di un altro e si separa dal marito. La novità stava nel fatto che il coniuge era pure uno stimato consigliere comunale, origine marocchina, provetto artigiano panettiere. La scorsa legislatura eletto a pieni voti nella lista del sindaco ‘padrone’ e senza rivali vincenti. Mentre da un paio di mesi divampano nuove durissime polemiche, a suon di botta e risposta, tra primo cittadino – Lega, affidati ai social, lettere, commenti velenosi.
Il caso Ormea, sollevato da trucioli.it, fece soprattutto scalpore per la sua originalità e la conseguente ribalta. Nei panni di ‘rubacuori’ un migrante di colore del ‘Centro di Accoglienza Straordinario‘, a gestione pubblica, attivo in paese dall’autunno 2015, arrivato ad ospitare fino 35 immigrati richiedenti asilo e protezione. Lei, lui e l’altro. Con inevitabili strascichi umani e famigliari, il disagio dei parenti stretti. L’ex consigliere comunale, ora in rotta di collisione con il sindaco, si è trasferito e lavora nel cuneese, seguito dal figlio. La ex moglie è rimasta a Ormea con la figlia e dove vivono gli stimati genitori e una sorella, addolorati e preoccupati. Ora la mazzata finale del panificio svuotato. Il nuovo compagno che la frequenta vive in paese. Con alcuni interrogativi sul suo status. Rientra a dormire in comunità ? Come ha ottenuto le proroghe di permanenza ? Ognuno tiene per se considerazioni e riflessioni anche se facilmente immaginabili, da qualunque parte si guardi l’accaduto. Anche di fronte alla misericordia.
Ormea dove la presenza dei migranti è fortemente sostenuta dal sindaco compagno, Giorgio Ferraris, insegnante in pensione, politico a vita di lungo corso (fino a consigliere provinciale regionale con vitalizio, Comunità Montana). Sopravvissuto nell’agone pubblico e nelle lacerazioni della sinistra, da Pci in poi, vincendo quasi sempre sugli sfidanti. Con metodi che alcuni contestano, ma siamo solo nel campo delle illazioni tutte da dimostrare, se possibile. Del resto mai un rinvio a giudizio. E non è poco per un pubblico amministratore di tante stagioni, tra appalti, convenzioni, consulenze, assunzioni, delibere.
Ormea con una Lega, oggi di Salvini, che rialza la testa, pronta a combattere con la dialettica e oltre (strumenti legali) per contestare e contrastare le scelte del primo cittadino premiate, peraltro, da una maggioranza consiliare compatta e silenziosa.
Nel febbraio scorso, di fronte alla prospettiva di chiusura del Centro migranti, con le nuove norme volute dal decreto sicurezza del ministro Salvini (tra cui la retta giornaliera da 35 a 22 euro), su La Stampa edizione Cuneo, si leggeva: “….Ora gli ospiti sono rimasti una ventina. In tre anni, collaborando con la scuola superiore forestale, sono stati organizzati corsi per spiegare ai ragazzi le normative sulla sicurezza sul lavoro e come intervenire per il taglio e la pulizia dei boschi, la sistemazione del territorio e la ricostruzione dei muretti a secco. Così sono iniziati la pulizia dei sentieri di montagna e il recupero di castagneti abbandonati. Altri immigrati hanno trovato impiego in strutture ricettive ed agricole della zona….“. Ormea e il suo ‘progetto pilota‘, l’impegno profuso in questi anni, dalle comunità locali e dai giovani immigrati, non sia vanificato e distrutto dalle nuove norme, osservava il sindaco in una lettera all’assessore regionale all’Immigrazione Monica Cerutti.
LA COOPERATIVA AGRICOLA DI COMUNITA’– Le attività hanno, poi, assunto una forma ufficiale. Cioè è nata una Cooperativa Agricola di Comunità, che opera nel salvataggio di colture e terreni abbandonati: dalla manutenzione del territorio alla trasformazione dei prodotti locali. La Cooperativa ha occupato 9 immigrati accolti nel Centro di Accoglienza. E Ferraris a scrivere: ” Tutti questi ragazzi, che svolgono egregiamente e con passione lavori che per i nostri giovani sono scarsamente appetibili, rischiano ora di non poterlo più fare – scrive ancora il sindaco all’assessore regionale. Alcuni hanno già avuto il responso negativo da parte della apposita commissione e sono in attesa dell’esito di ricorso e per gli altri, provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana, si prospetta nella stessa situazione. un significativo percorso di apprendimento e integrazione con risvolti e ricadute positive sul territorio e sulla comunità locali rischia così di essere interrotto, bloccando importanti iniziative di recupero ambientale e manutenzione del territorio e spingendo giovani motivati e volenterosi nell’illegalità e comunque nell’impossibilità di continuare un’attività lavorativa di utilità sociale».
In Conclusione. L’accoglienza dei migranti era iniziata con una polemica. Vale a dire la contrarietà di gran parte del paese ad accettare (era l’inizio di settembre 2015) la presenza di 30 profughi nell’albergo Dell’Olmo in centro paese. Il proprietario della struttura di fronte alle difficoltà di bilancio (si lavora solo una paio di mesi l’anno) aveva dato la disponibilità alla Prefettura e confermato di «aver presentato una manifestazione d’interesse per ospitare 30 persone». Ma la loro presenza sulla piazza principale, avevano detto in molti, avrebbe reso vane tante «fatiche» per rilanciare l’appeal turistico di Ormea.
E l’assessore regionale Monica Cerutti ( Sinistra Ecologia Libertà con Vendola) a dichiarare: “L’iniziativa di Ormea è esempio di buona pratica, da riportare anche in altre realtà. Continueremo a seguirla e sostenerla, perché abbiamo apprezzato la volontà dell’Amministrazione comunale di mettersi in gioco direttamente. La proposta del Comune è la soluzione da portare avanti. Consente una gestione pubblica e trasparente e permette di controllare più facilmente la situazione. Inoltre offre garanzie di qualità anche dal punto di vista dell’accoglienza stessa». La convenzione con l’Ipab «Renzo Merlino», proprietaria dell’ex casa di riposo, diventa il primo accordo in provincia per l’accoglienza di migranti sottoscritto dalla Prefettura con un ente pubblico.
Il 27 marzo 2017 sempre da La Stampa: Al via oggi la ricostruzione dell’antico ponte in pietra, forse del XVII secolo, sul rio Chiappino, tra le frazioni di Chionea e Chioraira, in località Rian. «Addetti ai lavori» sono i richiedenti asilo affidati all’Ipab «Renzo Merlino». E il sindaco riletto con un netto plebiscito di consenso: “…Sono contenti di imparare queste tecniche”. “In molti vorrebbero fermarsi ad Ormea – spiegano Paola Colombo, responsabile del Centro di Accoglienza, e Gian Luca Gai, uno degli otto addetti all’assistenza dei profughi -. Alcuni hanno già lavorato al recupero degli antichi castagneti». Con loro i volontari del Cai Ormea, che si occupano delle «bretelle» che congiungono Ormea con la Balconata. «Per queste opere non arriveranno fondi dal Governo – commenta il sindaco Ferraris -. Quanto si può fare con pala e piccone viene eseguito dal Cai e da questi ragazzi. Uno di loro ieri mi ha detto: “Sono qui per imparare questi lavori per poi tornare nel mio paese e insegnarli ai giovani”».
L’ASSESSORE REGIONALE NEL FEBBRAIO SCORSO: Monica Cerutti al ministro dell’Interno Matteo Salvini chiede “impedisca che 9 ragazzi africani, ben integrati e che liberarono Ormea dal fango nel 2016, siano rimandati a casa per via della legge sicurezza. Questi giovani dopo aver aiutato la popolazione in un momento di difficoltà, hanno costituito una cooperativa che dà occupazione anche ad alcuni italiani. Nello specifico a un architetto, a un’impiegata amministrativa e ad altri collaboratori”. Senza i giovani operai richiedenti asilo, l’esistenza stessa della cooperativa sarebbe messa a rischio. Loro sono gli unici ad avere specifici certificati per svolgere determinati lavori. Il loro permesso di soggiorno è però nel frattempo scaduto. Hanno chiesto il rinnovo, ma questo è molto difficile da ottenere. Non provengono infatti da paesi dove oggi è in corso una guerra. A uno dei richiedenti è già stato negato. Altri 4 sono in attesa dell’appello. Hanno sentenze fissate da aprile a settembre. Altri quattro aspettano ancora il responso della commissione territoriale. “Questi giovani non delinquono, e se al loro arrivo erano guardati con sospetto dalla popolazione ora sono amati tanto che il sindaco di Ormea, comune piemontese con circa 1600 abitanti, mi ha scritto chiedendo aiuto. – prosegue l’assessora – Hanno un vastissimo territorio a cui prestare manutenzione, e con una popolazione non più giovanissima. L’anno scorso, tra l’altro, la cooperativa ‘La Volpe e il Mirtillo’ ha fatturato più di 85mila euro”.
IL MALESSERE E LE CONTESTAZIONI DELLA LEGA E MINORANZA CONSILIARE – Nel mirino pare sia finita pure la Cooperativa Agricola di Comunità La Volpe e il Mirtillo, i suoi rapporti con l’ente Comune, la giunta, i lavori affidati in ‘economia’ (e all’insegna del massimo ribasso ?), appalti, gare. E che il 5 novembre la cooperativa rimarca sul suo sito Facebook: “Abbiamo la fortuna di poter partecipare ad una bellissima iniziativa di Slow Food e Legambiente. Montagna, rete, fraternità, comunità, fiducia, mutuo soccorso, perseveranza.”
Il 27 agosto 2018 la Cooperativa punzecchiava duro: “Mentre i ministri da bettola rimanevano concentrati sulle loro questioni di principio, una cooperativa sorta grazie a una corretta, sacrosanta e lungimirante gestione della manodopera migrante ha intrapreso un’opera storica, recuperando una vecchia vigna in frazione Eca, ad Ormea. La migrazione, come l’agricoltura, può essere un problema o una risorsa. È tuttavia curioso notare che, mentre molti italiani della Val Tanaro rimangono a pontificare, polemizzare e inveire contro i negri seduti davanti a un bianchetto al bar, i cosiddetti negri recuperano i boschi lavorati dai loro avi e abbandonati dai loro genitori, contribuendo a una trasformazione del paesaggio che, se non cambierà la storia, cambia almeno la geografia”.
Dagli attivisti più impegnati in quota Lega arrivano bordate al ‘business migranti’ e che miete, attraverso una rete di reciproco aiuto, una buona fetta di consenso elettorale pro Ferraris e sostenitori. A Ormea i migranti non sono considerati un affronto ai cittadini italiani meno fortunati, con difficoltà ad arrivare a fine mese, con pensionati al minimo, con “la nostra gente bisognosa di aiuto e sostegno, posti di lavoro che mancano“. Giovani che migrano. Realtà che i leghisti cavalcano: “Ci sono cittadini che tacciano per un clima di ‘paura’ e soggezione dominante, non da oggi e dura con il regno di Ferraris e compagni”. Sta di fatto che consiglieri comunali leghisti e non (vedi sotto il documento della Lega Ceva e Alto Tanaro) stanno affilando le armi e pronti nella sfida “all’imperatore che fa e disfa”.
LA CRONISTORIA CHE HA SCOSSO ORMEA
Era il 13 luglio 2017, trucioli pubblicava (vedi…….. 1794 visualizzazioni.). La storiella ormai gira in paese e nelle vallate. Il giovane migrante di colore, aitante, colto e gentile, ha ‘soffiato’ la moglie al panettiere. Non è un artigiano qualunque, intanto perchè anche lui proviene dal continente africano, conosce l’arabo, oltre che l’italiano, inglese e francese scolastico. Classe 1963, iscritto al terzo anno della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università agli Studi di Torino, è stimato da tutti. Lei, persona perbene, rispettata, ha preso una cotta. Nulla di male, si è innamorata dell’altro. Purtroppo le ‘malelingue’ e il risentimento razziale sono malattie difficili da curare. Così c’è chi si è rivolto persino al Gran ‘Matteo’ leghista e fustigatore per farne un caso nazionale e mettere in guardia mariti e fidanzati italiani. Eppure c’è da scommettere che non si sarebbe andati oltre a qualche pettegolezzo se i protagonisti fossero maschi di sangue italico. Invece in un contesto in cui la migrazione è spesso la notizia da prima pagina, da copertina, da primi titoli dei telegiornali, ecco che il ‘caso’ del migrante di colore che ‘ruba’ il cuore alla consorte di Mohammed El Ani, origini marocchine, cittadinanza italiana, un figlio e una figlia, accende gli animi e la fantasia pettegola, giustizialista. Mette carburante nel motore di chi tifa anti immigrazione, anti ospitalità, anti sindaci che volenti o nolenti sono chiamati dal prefetto a ‘fare la loro parte’ nell’accoglienza.
E il 20 luglio 2017, trucioli (vedi……1560 visualizzazioni ) titolava: “L’incendio migranti ‘brucia’, lettera di Anna Doria (ufficio Iat) mette al bando trucioli per una squallida speculazione”. Si raccontava che i media di Liguria e Piemonte tacciono, ma il caso del migrante che ha ‘soffiato’ la moglie a ‘Mimmo’….persona perbene e colto, eletto nella lista di sinistra del sindaco Giorgio Ferraris, genera crescente disagio politico e malessere sociale. Mohammed El Ani ha lasciato il paese per Alba mentre l”incendio migranti’ starebbe deflagrando. Un’altra consigliera comunale, sempre di maggioranza, sarebbe stata ‘lasciata’ dal marito per una nuova fiamma operante nello stesso centro migranti. Il responsabile dell’Ufficio Iat, la genovese Anna D’Oria ormai ormeasca, bacchetta trucioli.it per ‘omesso silenzio stampa’, scrivendo “il blog non riceverà più i comunicati di eventi e manifestazioni.” Invita perentoriamente a “omettere la pubblicazione di tutte le notizie… di Ormea”. In ossequio, manco a dirlo, alla libertà di stampa, al diritto di informare i cittadini sancito dalla Costituzione, come il diritto al lavoro, alla casa, alla salute. Il diritto legittimo alla critica.
Luciano Corrado
LETTERA DEL SINDACO DI ORMEA
HANNO VOTATO LEGA MA ALLE COMUNALI HANNO SCELTO LA MIA AMMINISTRAZIONE
SENTENDOSI MEGLIO RAPPRESENTATI A LIVELLO LOCALE
LA LEGA RISPONDE E MANDA A DIRE