Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona: tribunale civile da maglia nera a rosa
Primato ligure, qui una giustizia che corre
ma senza carcere e grave rischio organici


In un Paese dove la giustizia civile e penale ha fama di eterna ingolfata e tempi biblici, Savona sta diventato un’isola felice, meglio dire al passo con l’Europa più progredita, grazie all’efficienza che sta assumendo il suo tribunale. Lo stesso che  nell’ottobre 2015 i media liguri  descrivevano  come “maglia nera”: 57 cause civili pendenti dal secolo scorso, un arretrato di 12 mila e più processi. Ora si è scesi a 2.567: un calo record in Liguria del 48,3 %. Contro il 5,1 di Genova, il 15, 5 di Imperia.  Non è certo la classifica che inorgoglisce, semmai la consapevolezza che la ‘filiera’ sta lavorando bene, il rodaggio ha dato buoni risultati, la sinergia messa in pratica tra giudici, avvocatura, personale amministrativo, si rivela la strategia e la carta vincenti. Si è vinto di fatto una scommessa, occorre se serve prudenza nel cantare vittoria.

Il presidente del Tribunale di Savona Lorena Canaparo con il presidente della sezione civile Alberto Princiotta, il presidente dell’Ordine degli avvocati Fabio Cardone durante l’incontro con i giornalisti a Palazzo di Giustizia

I quotidiani locali nel dare conto dell’incontro promosso dal presidente del Tribunale, Larena Canaparo, affiancata dal presidente della sezione civile, Alberto Princiotta (tra i giudici ‘anziani’ che ben conosce ed ha sperimentato dal suo interno la metamorfosi  del palazzo di giustizia) in occasione della Giornata Europea della giustizia civile, hanno dato enfasi  alla cause civili in calo, accendendo tuttavia i riflettori  sul rischio concreto di nuove carenze di organico. Vale a dire tutti gli sforzi che si stanno compiendo potrebbero essere vanificati se il ministero di Grazia e Giustizia non provvederà a colmare vuoti esistenti e soprattutto quelli dell’immediato avvenire come ha con insistenza rimarcato, nel suo ruolo apicale, la dirigente Silvia Biagini. Numeri più che allarmanti e di cui poco si parla e quasi nulla si legge. Su 5 direttori amministrativi, sono in servizio 2 ma 1 si occupa esclusivamente dell’ufficio del Giudice di Pace. E nel 2020, se non si provvederà a tappare le falle della pianta organica, i cancellieri  saranno un 60% in meno.

Hai un bel dire, di fronte a questo scenario, che “i magistrati non solo lavorano di più, sono più organizzati, si abbattono i tempi morti e si è maggiormente incisivi“, come ha rimarcato il presidente Princiotta. E la dirigente Biagini:Con organici adeguati si potrebbe dare ancora di più e non solo sulla quantità, sui numeri, sulla statistica ministeriale, perseguendo  un modello organizzativo che porta ad una sempre maggiore efficienza“. Che dire se  con uno scoperto di funzionari del 28 % (40 nel 2020) si sono fatti quasi  ‘miracoli’ ! E il ruolo dei dirigenti apicali amministrativi “è determinante, deciso” ha insistito la dr.sa Biagini.

GLI SFRATTI – La giustizia civile in provincia di Savona che dagli anni ’60, scrivevano i cronisti di giudiziaria, è andata via via sempre più ingolfandosi, con tempi monstre, tra carenze di giudici e personale ausiliario. Ispezioni ministeriali e procedimenti disciplinari. Oggi non solo è una ‘struttura di civiltà’ che corre più in fretta, segna anche una diminuzione  della ‘litigiosità’, delle  nuove cause. Un trend abbastanza univoco in tutti i settori del contenzioso, procedure immobiliari e sfratti inclusi. E i tempi medi  dalla data di esecuzione dello sfratto, rispetto al registro di protocollo, si attesta sui 5- 6 mesi, con il 20 % dei casi che si conclude al primo accesso dell’ufficiale giudiziario. E solo raramente si ricorre all’intervento della forza pubblica. Con una considerazione, si è osservato: viene sfatato un detto popolare e comune e cioè che è meglio lasciare abitazioni vuote piuttosto che attendere tempi biblici per liberarsi degli inquilini. Non è più così e non è cosa da poco soprattutto nella realtà turistica savonese e della massiccia presenza di seconde case lungo la fascia costiera.

Un meno significativo anche per i fallimenti che fa da contraltare, tra gli esempi ed i numeri, con il costante incremento delle ‘cause di famiglia’, un afflusso intorno ai 650  fascicoli annui. Sinonimo di una crisi coniugale che non coinvolge sole la coppia, si trascina dietro, impotenti, figli e figlie minori soprattutto.

I presidenti Canaparo e Princiotta con la dirigente del tribunale Silvia Biagini

Una giustizia da paese civile (non si parla in questo contesto del tribunale penale) che con le nuove procedure ha abrogato il rito sommario e il processo è ormai  telematico fino al futuro metodo decisivo, per i giudici di pace, con la trattazione a prevalenza orale. Giudice di pace di cui anche Savona soffre di  enormi vuoti e perlopiù senza che si sappia più di tanto. Non faccia notizia.  Il presidente Princiotta ha accennato  alla riforma del codice di procedura civile  che ha ‘riformato’ la magistratura onoraria che è scesa ripetutamente in sciopero per come viene pagata, ovvero al risparmio, riducendo i compensi. Ma dal 2021 si vedrà accrescere le competenze. E a Savona la carenza di organico si fa già sentire. Sono presenti 4 giudici su 7. E si è dovuto applicare un ‘onorario’ al giudice ordinario.  In futuro la loro competenza accrescerà  dalle cause del valore attuale di 5 mila euro fino a 30, risarcimento danni  per incidenti a 50 mila, stessa robusta lievitazione  per il contenzioso immobiliare, liti condominiali, e si stima con un più 85% dei decreti ingiuntivi (sono stati 1134 lo scorso anno). Con il rebus dei giudici onorari che non dovrebbero lavorare più di due giorni in settimana.

Uno sguardo all’immediato passato per riflettere che “ abbiamo tutti dovuto cambiare il modo di lavorare e di conseguenze incidere sui tempi, l’iter processuale, comprimendo il possibile”. E il commento per dare atto “dell’elevata professionalità e capacità, con gli avvocati che non si sono mai tirati indietro”. Con l’Ufficio del Processo che può assicurare  una struttura articolata con il massimo utilizzo del personale”.

E’ stato il presidente Princiotta a sollevare gli “aspetti negativi, che ci preoccupano ed incombono”. La legge 116 del 2017 sulla proceduta  che, come accennato, riforma la magistratura onoraria. In stretta connessione, ha ribadito, il potenziamento delle giudice di pace di pari passo con le accresciute competenze. All’orizzonte, a suo dire, un ‘allerta rosso’ dopo che “abbiamo imparato ad utilizzare al meglio gli strumenti digitali informatici, il deposito degli atti da remoto senza dover presentarsi in cancelleria, stesso per le memorie difensive”. “Abbiamo tutti dovuto cambiare il sistema di lavoro, a beneficio di tempi più spediti”. Un tribunale più efficiente  ed efficace, si è detto, “il nostro problema – è ancora Princiotta ad interloquire – è mantenere incisività nelle cause fresche e siamo sulla buona strada”.

Ma ecco tornare a bomba il richiamo della dirigente Biagini: “Il piano strategico per il persona amministrativo consiste anche nel puntare sui giovani, rimpinguare il ruolo degli assistenti, c’è una concorso nazionale per l’assunzione di 2329 unità”. E Savona è alle prese con allarmanti sofferenze, da non sottovalutare.

IL PRESIDENTE DELL’ORDINE FORENZE DELLA PROVINCIA DI SAVONA –  L’avvocato Fabio Cardone ha focalizzato  la “bontà del metodo della collaborazione e confronto, base per raggiungere obiettivi e risultati comuni; l’efficienza indica il grado di accesso alla giustizia del cittadino, con un giudizio equo e nel più breve tempo possibile”. L’avvocato che rappresenta l’istituzione giustizia attraverso il metodo, la qualità e l’accesso. “La scommessa del processo telematico è vinta, ora serve  e necessità  adattarsi.  Lo ‘sportello’ resta aperto ogni giorno fino alle 23,59…  Siamo 791 avvocati iscritti in questa provincia in crescita ma con l’evidenza  nella diminuzione  dei praticanti“.

Ad Albenga alcune forze politiche, Lega di Salvini in primis, hanno riproposto la riapertura della sezione distaccata del tribunale. Un ritorno al passato insomma. Il presidente Princiotta che ad Albenga è stato ‘titolare’  risponde che la razionalizzazione per quanto riguarda la provincia di Savona è stata positiva. E’ vero, concorda il presidente Cardone, che i numeri di Albenga erano altissimi quanto a mole di cause, c’era tanta domanda, non c’era però la risposta  dello Stato. Albenga non era tribunale come Sanremo che è stato soppresso  (di recente una delegazione di parlamentari, sindaci ed avvocati si è recata a Roma al ministero per perorare la riapertura ritenuta strategica ed inderogabile), bensì solo sezione ed aprire  un nuovo palazzo di giustizia nel ponente è impensabile. “Si aggiunga – ha citato il presidente Canaparo –  che c’è un disegno ministeriale in cui si ipotizza la soppressione della Corte d’appello di Genova con un accorpamento, a Torino, del Nord Ovest”.  Come dire se sopprimono una Corte d’appello regionale, difficile immaginare che si riapra il tribunale nel ponente.

I cronisti durante l’incontro stampa

IL CARCERE – Il tema carcere come abbiamo già dato conto di recente merita una cronistoria a se. La rivisitazione del passato lontano e recente, visto che di sopprimere il vecchio Sant’Agostino si scriveva sui giornali liguri già nel lontano 1972. Il presidente Lorena Canaparo a domanda risponde: “Noi scriviamo periodicamente, dire che siamo delusi è poco, siamo il secondo tribunale del distretto. E’ molto grave, ci sono disservizi per tutti….la competenza è del Provveditorato alle Opere Pubbliche e del ministero competente”.

E il presidente Cardone: “ E’ vergognoso che l’argomento non si metta all’ordine del giorno della politica”. In realtà certa politica, come siamo ormai abituati, ha discusso in tutte le salse. Ne fa fede l’archivio stampa che pare qualcuno continui ad ignorare come fosse un problema di pochi anni fa. E non si fossero presi impegni, dagli anni della Democrazia Cristiana al potere, al governo socialista, alla presidenza di Berlusconi, poi centro sinistra, fino ai nostri giorni con qualche politico che ha ripreso ad ‘abbaiare’. Si pensi che il tema era caldissimo per i “combattenti” dei 5 Stelle quando cavalcavano l’onda dell’opposizione vincente con gli elettori, ma anche la Lega elargiva impegni e poteva contare su parlamentari e senatori savonesi.

Per fortuna che c’è l’on. Franco Vazio, già vice sindaco di Albenga e pidiessino, al suo secondo mandato, un passato nella maggioranza che governava il paese e da vice presidente della Commissione Giustizia.  E trova spazio per polemizzare con un sindaco quasi eletto ieri, Paolo Labertini, a Cairo, che si è svegliato leggendo i media di questi giorni. Per Vazio il carcere era cosa fatta a fine 2018, da allora “si è bloccato l’iter e non saprei indicare la ragione”.  Ha ripreso il letargo da cui, concretamente, non si era mai liberato. Insomma è andata bene che un vecchio cronista abbia chiesto conto al presidente del tribunale. Vazio e Grillini savonesi e liguri permettendo. La rassegna stampa di anni e anni, dichiarazioni e promesse, è impietosa. Stufi e nauseati dallo scaricabarile, siamo al ridicolo della omessa autocritica.

Luciano Corrado

 

 


L.Corrado

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