Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Mendatica, addio a Germano
Una vita di lavoro con le sue mani.
E Giovanna lascia l’unico negozio alimentari


Mendatica, unita e partecipe, ha accompagnato nell’ultimo suo viaggio terreno il concittadino Germano (Giuseppe) Pelassa, 85 anni, ex assessore e consigliere comunale, papà del tre volte sindaco Piero che, con la sorella Simona e mamma Rosetta, il nipote Mattia, gestiscono il secondo agriturismo (bomboniera montana) del paese all’insegna ‘BaciDu Mattu’. Un mosaico in pietra vista, opera d’arte delle mani esperte di Germano: muratore d’altri tempi che nell’imperiese e savonese ha realizzato centinaia di muri a secco, facciate di pietre a vista. Il sudore, sacrificio, fatica di mani callose, pranzi al sacco in ‘gavetta’, senza orari, viaggi. Ha lavorato per l’Officina del Gas e l’impresa De Michelis, l’Asl dell’Imperiese. Da ultimo per conto proprio e per le vecchie case di proprietà o acquistate.

I valori e la virtù della dedizione alla famiglia, al paese come dovere e  missione, dalla gioventù alla terza età. Negli stessi giorni ha lasciato, dopo oltre 20 anni, la sua opera quotidiana nell’unico negozio di alimentari rimasto a Mendatica e nelle sue frazioni (Monesi, Valcona, Salse), Giovanna Ascheri. Ha resistito rispettando un silenzio ricco di dignità. Ora ha trovato opportunità di lavoro nel cuneese. Salvo ripensamenti  l’attività viene portata avanti dal marito Luigi che già collaborava. Inutile nascondere una certa apprensione tra la comunità mendaighina, nel timore di perdere anche questo punto di riferimento vitale, soprattutto per chi non ha possibilità di spostarsi a Montegrosso, a Cosio d’Arroscia, o raggiungere Pieve di Teco. Si pensi soltanto al pane fresco quotidiano.

Il negozio era stato rilevato da Paolo Vecchio, un foresto che si era trasferito da una parte all’altra della piazza, acquisendo un’attività storica di Eleonora Brunengo che con la mamma, oltre agli alimentari (ultimo rimasto) tenevano la tabaccheria e l’edicola. E papà (Tavin) Brunengo tra il calzolai  rimasti prima e dopo l’ultima Grande Guerra.

Mendatica negli stessi giorni in cui pare scontato che il nuovo gestore della Pizzeria U Tecciu (vedi articolo di trucioli.it….) ha annunciato che se trova a cedere bene, altrimenti chiude. Impossibile far quadrare i conti per chi deve pure viaggiare ogni giorno di apertura da Dolcedo, dove abita, a Mendatica. Difficile resistere anche aprendo solo nei fine settimana e nelle feste. D’estate (il locale era rimasto chiuso quasi tre anni) si sbarca il lunario, l’inverno è lungo e non si fa cassa solo con i clienti del paese che raggiungono il centinaio.

Mendatica che, in valle Arroscia, più di ogni altro per una serie di concause (agonia di Monesi e non solo) sta vivendo il dramma del tempo presente.  Con l’inesorabile ‘fuga’ dei giovani, lo sgretolamento, con la morte degli anziani, delle proprie origini, della propria storia, dei propri affetti. Germano era tra i resistenti, tra chi credeva che non bisogna perdere speranza e fiducia nel superare anni difficili. Il parroco, don Enrico Giovannini, ha citato il ‘grido della speranza’, con il paese che si popola il giorno dei funerali. Tra i presenti tutti i sindaci della vallata. Il commosso grazie per tanta partecipazione del figlio Piero nel ricordo di un “papà che si è costruito tutto il suo avere con le proprie mani”. Germano che non si tirava indietro quando bisognava dare un mano al suo paese, era orgoglioso del figlio sindaco, con il quale condivideva gioie e dolori, ma che sapeva anche rispondere alla chiamata del politico amico (Vittorio Adolfo, ex parlamentare UdC e già assessore regionale ai Trasporti) di Imperia quando bisognava dar manforte. Essere fiero con il buon esempio del fare e resistere, resistere. Germano ha lasciato il suo paese con un patema d’animo. Una lotta virtuosa contro il tempo e forse un messaggio a non disperdere la memoria dei nostri cari. (L.Cor.)

ENTROTERRA E LO SPOPOLAMENTO
L
’entroterra è la sfida più grande per Regione Liguria per il declino e l’abbandono che ha vissuto negli ultimi anni. E’ costituito da realtà dove si può crescere affidandosi alle comunità locali per affrontare il tema dello spopolamento e favorire un ritorno alla terra in modo alternativo e intelligente”. L’ultimo, in ordine di tempo, comunicato stampa della Regione Liguria con assessore Marco Scajola il quale non perde occasione a Imperia TV di fare solenne atto di fede per ‘il rilancio’ della Valle Arroscia e di Monesi in particolare dove, rimarca, “la mia famiglia ha avuto storici legami ed io trascorrevo, in estate, l’infanzia su quelle montagne con la nonna”. Peccato che papà Alessandro Scajola, ex parlamentare Dc, a lungo vice presidente non onorifico della generosa CARIGE (non proprio di manica larga con Monesi e con la seggiovia ultimo e terzo tratto non realizzato) sia tra sia tra quelli che hanno venduto l’immobile a Monesi di Triora. E nessun Scajola – Isnardi abbia ritenuto di investire soldi propri per lo sviluppo di Monesi. Che è sempre dietro l’angolo (la rinascita) come si apprende dai cronisti untori del potere di turno.


L.Corrado

L.Corrado

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