A cinquecento anni esatti (1519) dalla partenza del primo viaggio di circumnavigazione della Terra, Leon Pancaldo è protagonista della seconda lezione del corso didattico intitolato “Il porto, da Savona al mondo” (mercoledì 30 ottobre, alle ore 15.30, aula Magna Istituto Ferraris-Pancaldo, via Rocca di Légino, 35) tenuta da Furio Ciciliot, a cui dedicò un volume nel 2011 – “Leon Pancaldo: da Magellano a Buenos Aires” – che presentava numerose testimonianze inedite della sua vita. Di seguito riportiamo una sintetica anticipazione di alcuni dei temi che saranno trattati nella conferenza.
Affresco nel palazzo comunale di Savona raffigurante Pancaldo reduce dai suoi viaggi (Eso Peluzzi-Mario Gambetta, 1936-38)
La gloria postuma di Leon Pancaldo arrivò da Martìn del Barco Centenera che, alla fine del XVI secolo, scrisse il poema della fondazione argentina, pubblicato nel 1602 ed intitolato: “Argentina y conquista del Rìo de la Plata”. L’esaltazione del navigatore savonese, persino esagerata per un personaggio quasi sconosciuto nell’Europa di oggi, allarga gli orizzonti delle sue vicende biografiche, alternativamente felici e sfortunate.
Centenera era un religioso, nato in Estremadura nel 1535, arrivato in America meridionale (1572) al seguito di un viaggio nella regione rioplatense, divenuto arcidiacono della chiesa del Paraguay e, successivamente, trasferito a Lima dove fu segretario del terzo Concilio in quella città. Le fonti del suo poema sono in genere accurate e, in questo caso, anche dichiarate. Era giunto nella regione di Buenos Aires poco più di trenta anni dopo che Pancaldo vi era morto e poté, probabilmente, intervistare ancora testimoni oculari della sua presenza.
Martìn del Barco Centenera nomina personaggi che sono stati compagni di Pancaldo di quello che conosciamo come secondo ed ultimo viaggio della sua vita di esploratore. Gli aggettivi che il poeta adopera per descriverlo sanciscono l’immagine che ci rimane di lui: “un genovese scaltro marinaio” (un genovés astuto marinero). Prima domanda: scaltro si riferisce al primo termine, al secondo, oppure a tutti e due? È uno scaltro genovese o un marinaio provetto? Il nostro è solo un gioco di parole e si potrebbe rispondere che chi parla è un poeta e l’ambiguità è la sua arte. Probabilmente non è l’intenzione originaria, ma ci sembra quasi che le tre parole usate si completino a vicenda.
Le tappe del primo viaggio di Leon Pancaldo e, parzialmente, di Magellano
Ci dispiace che Pigafetta, il più famoso cantore del primo viaggio intorno al mondo, non nomini mai Pancaldo nella sua opera, anche se almeno un episodio ha avuto sicuramente Pancaldo per protagonista: se Martin chiama i Patagoni “i giganti di Pancaldo” forse egli ebbe un ruolo primario negli incontri (e negli scontri) con loro.
Le tappe del secondo viaggio, in tratteggio la parte non compiuta per la morte di Pancaldo
Riusciamo a ricostruire molto delle vicende terrene di Leon Pancaldo: il viaggio intorno al mondo con Magellano, in cui ritornarono meno del 10% dei partiti; la sua vita savonese in compagnia di una moglie che si chiamava Selvaggia (lui Leone); le lettere da cui si ricostruisce l’itinerario di ritorno, tra viaggi da clandestino e soggiorni nelle prigioni dell’oceano Indiano.
Selvaggia, moglie e procuratrice di Leon Pancaldo (Archivio di Stato di Savona, Antonio Ricci, I marzo 1540)
Poi il secondo straordinario viaggio, iniziato alle soglie della vecchiaia, con la sua morte a Buenos Aires. Soprattutto la sua perizia nautica, testimoniata da una fonte anonima, ma di cui esistono fondati sospetti sia sua, il cosiddetto roteiro del pilota genovese, che descrive il viaggio intorno al mondo e che farà la fortuna del savonese, pronto a barattarne il testo con le grandi potenze dell’epoca, che avevano necessità di notizie tecniche reali per giungere in luoghi per la prima volta toccati da un europeo.
Furio Ciciliot