Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto incredula, chiude Arte Bianca
da 60 anni culla della gastronomia casalinga
E ‘Premio alla Lungimiranza’ di Assoutenti


Era il 17 gennaio 2017. I media locali scrivevano: “Borghetto S. Spirito, appartengono al settore agricolo, artigianale, commerciale, dei servizi sanitari e turistici le 22 aziende in attività da più di 50 anni che giovedì mattina riceveranno da Assoutenti il “Premio Lungimiranza”. Tra i premiati ‘Arte Bianca’ diventato un autentico e raro gioiello di gastronomia casalinga. Nel 1962 iniziò l’attività come forno – panificio e negli anni ha ampliato la sua gamma, sempre fedele alla genuinità, alla trasparenza della produzione e degli ingredienti, l’impegno a non seguire le mode fru-fru. A sorpresa, il 6 ottobre ultimo giorno di apertura, serrande abbassate, licenza  restituita al Comune. Con una motivazione in controtendenza nel panorama del commercio famigliare.

Nessuna ragione di crisi, di affitto, malattia, ma l’impossibilità di far fronte alla costante impennata di lavoro. Proprio così: un’attività diventata troppo impegnativa. Tra l’incredulità dell’affezionata clientela locale e della Val Varatella, dei turisti delle seconde case. L’ addio ad un esemplare fiore all’occhiello della gastronomia povera e semplice. Si suole dire dei nonni, delle autentiche tradizioni di un tempo più o meno lontano, della civiltà contadina che si tramanda e si disperde.

Quasi 60 anni di storia per Arte Bianca e di onorato servizio, ma soprattutto l’encomiabile esempio della serietà commerciale che l’ha sempre caratterizzato.  Una autentica ‘Accademia fai da te’ nella magistrale preparazione di prodotti per la tavola, ingredienti di prima scelta. Bando a ‘insaporitori’  e miglioratori chimici per pane, pasta, dolci, le frittatine, i ripieni dei ravioli o delle cipolle, dei peperoni e così via. Un cartello bene in vista informava che: “Tutti i prodotti del nostro forno  sono preparati con ingredienti naturali senza l’aggiunta di strutto e additivi, che sono nocivi per la nostra salute”.

Giovanna Scola contitolare di Arte Bianca

E nel ‘Premio alla Lungimiranza’ si citava la “meritevole attività tesa ad allargare l’orizzonte  dello sviluppo socio economico della comunità borghettina e dei migliori rapporti  con i nostri clienti consumatori ed utenti”.

Arte Bianca mai salito alla ribalta per quel detto “lavorar tacendo“. Nessuna pubblicità o promozione, nessun cenno nella cronaca della gastronomia rivierasca. Resta il ricordo dei fondatori: Mario Scola, origini a Castelbianco  e Giulio Raimondo di Osiglia, il cognato. Immigrati in gioventù, sposati, nella cittadina che diventerà capitale delle seconde case  nel ponente Ligure (nel Levante c’è Rapallo), di uno sviluppo immobiliare non sempre armonico e che sotto certi aspetti socio economici si è rivelato controproducente.

Mentre Borghetto si sviluppava in lungo ed in largo, moltiplicava la sua offerta immobiliare e commerciale, Mario e Giulio  rimanevano fedeli alla tradizione della semplicità e della serietà, tramandando quel ‘vangelo di vita’ agli eredi. Quando il loro cuore, ricco di lavoro e di bontà, si è fermato, le redini sono passate a Giovanna, Mariuccia, alla nipote Tiziana. A loro volta coadiuvate, nel bisogno, da bravi collaboratori e collaboratrici.

Il successo della pasta fresca  ‘fatta in casa’, alla vecchia maniera: il pane e la focaccia senza ‘miglioratori’, taglierini e tagliatelle (mai troppe uova per ‘mantenere la cottura’), squisiti ravioli (carne e bietole, o con la ricotta), gnocchi di patate. L’offerta di alimentari da banco di ‘qualità migliore’ e l’eccellenza dei produttori. Una gamma di dolci della casa all’insegna della semplicità come i cannoli farciti, crostatine di marmellate,  e seguendo la tradizioni le specialità come il ‘pan dei morti‘, le bugie, i pandolci di Natale, di Pasqua. Se richieste, per particolari circostanze, torte dolci di frutti di bosco. E un ottimo rapporto qualità prezzo.

Non è un caso se spesso fare la spesa all’Arte Bianca, situato nella prima periferia della cittadina, non lontano dalla caserma dei carabinieri ed in prossimità della provinciale per Toirano – Bardineto, bisognava fare la fila, munirsi di pazienza. Ma i clienti sapevano che per non correre il rischio di ‘restare senza’ prenotavano.  C’era pure chi, pendolari e non, faceva la provvista magari surgelava il prodotto fresco che manteneva tutto il suo sapore e qualità organolettiche. Una concorrenza per la buona tavola, tanto decantata, di fatto sempre più rara.

E’ vero che oggi il consumatore si è abituato alle mode industriali, o anche artigianali che spesso hanno poco da spartire con quella cucina e sapori casalinghi, ricchi di profumi naturali. Le giovani generazioni non possono sapere, ma erano caratteristiche di trattorie e  ristoranti, con clienti che partivano anche da lontano per assaporare piatti che non si dimenticano. I giovani ormai abituati ad altri palati, altro modo di preparare le decantate ‘specialità’. E possiamo aggiungere quella salute a tavola che di fatto è un’eccezione e non la regola, a cominciare dagli ingredienti che passa il mercato, alle sane combinazioni alimentari.

E la perdita di Arte Bianca, con la modestia e la serietà che l’ha sempre accompagnata, peraltro premiata dai consumatori, può essere iscritta ad un giorno triste ed infelice della storia commerciale della Val Varatella.Per chi sa apprezzare resterà il ricordo di ‘c’era una volta un negozio che preparava squisite specialità nostrane’. Con un lungimiranza sempre meno pratica dal ‘logorio della vita e della cultura moderna’. E che ha avuto successo senza leggere panegirici  personali  o promozionali. (l.c.)

Una delle specialità di stagione: il pan dei morti nel periodo della ricorrenza dei defunti

 

 

 

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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