Il capogruppo consiliare di maggioranza, Alessio D’Ascenzo, al centro di un’accusa gravissima della minoranza consiliare di Maritano e Villa: “Pur essendo consapevole della sua incompatibilità, si è reso responsabile, moralmente e legalmente, di tale comportamento nei confronti del consiglio comunale e di tutti i cittadini di Borghetto”. In ballo addirittura il PUC, approvato dopo un’attesa di oltre 7 anni e strumento primario di pianificazione. E ora qualcuno comincia a fregarsi le mani. Il parlamentino di Borghetto, tra infuocate polemiche, si è anche occupato del caso commissariamento dell’Associazione Anta (ha una convenzione con il Comune), della sorte dell’inchiesta (archiviata) sulla farmacia comunale per cui era accusato il presidente avv. Bonifacino. Mentre delle nomine alla Servizi Ambientali ci occuperemo sul prossimo numero. Meritano un approfondimento nelle trame sotterrane del potere politico locale.
Dunque ricorso al TAR per annullare la delibera del nuovo PUC. La spesa legale non costa 2 lire, ma per il bene supremo della programmazione edilizia, con gli ingenti interessi in campo, i consiglieri di opposizione sono disposti, manco a dirlo, ad autotassarsi. Con i due capigruppo che, onore al merito, non hanno certo un reddito del pensionato-a che a stento arriva a fine mese. E devono anche fugare il dubbio che qualcuno manovra dietro le quinte per far decadere questo PUC sicuramente inviso ai maggiori costruttori della zona, nonostante consenta un’espansione per 1500 – 2000 nuovi abitanti, diciamo altre seconde case nella capitale ligure del monolocali e bilocali e case al mare.
Puc che metterebbe finalmente fine alla penosa agonia scandalo dell’ex oleificio Roveraro. Se il Tar darà ragione all’opposizione per un vizio di forma (non avrebbe potuto partecipare alla votazione il consigliere capogruppo D’Ascienzo per via di una controversia con il Comune in seguito ad una verbale stradale dei vigili urbani), campa cavallo. Si torna da capo o si deve fare una nuova seduta del consiglio con all’ordine del giorno approvazione del Puc ? Forse l’opposizione ha elementi per dimostrare che il Puc 2019 è un’ulteriore colpo alla rinascita socio economica di Borghetto. Un fallimento ? Nei prossimi numeri faremo un viaggio dove negli ultimi anni si è costruito e si sta costruendo, chi sono le imprese e di chi erano terreni. E ancora, chi sono i più penalizzati dal Piano urbanistico comunale. Quali i potenziali interessi in campo dei ‘vincitori’ e degli ‘avversari’. Con quali alleanze e ‘confraternite’ elitarie si tessono gli equilibri nel Municipio, a Borghetto e dintorni.
D’ASCENZO AL PUBBLICO LUDIBRIO – Intanto c’è da registrare l’accusa durissima a D’Ascenzo che per l’opposizione consiliare (Maritano e Villa capigruppo) “ha partecipato e votato pur essendo consapevole della sua incompatibilità, e si è reso quindi responsabile moralmente e legalmente di tale comportamento nei confronti del consiglio comunale e di tutti i cittadini”. Un’accusa precisa, categorica, si potrebbe dire da contenzioso giudiziario e legale, messa nero su bianco. Forse senza precedenti visto che in ballo c’è un Puc, non una manifestazione o una delibera di acquisto. Vedremo con quali armi, l’accusato, vorrà reagire.
Il sindaco ha reagito duro: “Noi siamo molto sereni. In questo procedimento sono stati coinvolti, a vario titolo, ben 4 segretari comunali, è stato richiesto un parere al Ministero, è stata sentita la Prefettura. È difficile anche solo immaginare un maggior rispetto sia della trasparenza che delle norme. Respingiamo la tesi che non sia cessata la condizione di incompatibilità e sostengono che bisogna attendere che la sentenza passi in giudicato. Ciò avverrà il 3 ottobre… Noi siamo certi che sia sufficiente che la causa non sia più pendente. Essendoci stata una sentenza la causa non è più pendente. Poi non siamo assolutamente d’accordo sul fatto che siano nulli gli atti compiuti da un Consigliere nelle more che il Consiglio ne decreti una eventuale incompatibilità; la minoranza replica che quando abbiamo approvato il PUC, D’Ascenzo fosse già incompatibile e che quindi non potesse esercitare la sua funzione. L’articolo 68 del TUEL descrive con estrema precisione che solo il Consiglio può decretare l’incompatibilità di un suo membro, analogamente a quanto avviene per tutti gli organi istituzionali collegiali. Sarebbe assurdo il contrario. È un ennesimo tentativo di infangare questa amministrazione. Non vi è alcun interesse pubblico da tutelare nelle azioni pesanti e irresponsabili di questa minoranza. Hanno avuto anche un atteggiamento irrispettoso nei confronti del segretario comunale..”
FERRANTE E ANTA – Michael Ferrante ha annunciato a Trucioli.it (dopo il comunicato pubblicato lo scorso numero vedi con 3.743 visualizzazioni…..) che il direttivo di Anta ha dato le dimissioni e quasi tutti i componenti, con altri soci, aderiranno ad una nuova associazione “che abbiamo già contatto ed è una novità in provincia di Savona e nel territorio ligure, con le stesse finalità, ma con una maggiore autonomia”. Pare infatti che tra i motivi del commissariamento di Anta da Roma, ci fosse il fatto che il “Ferrante si è mai presentato“. Lui sostiene che essendo studente universitario al quinto anno di Teologia, insegnante precario a poche ore in settimana, non ha disponibilità economica per affrontare il viaggio. “Non mi sono impossessato di denaro dell’associazione – ripete Ferrante -, mio papà non c’entra, non ci sono irregolarità, l’unica motivazione addotta dal presidente Maccari è non essermi presentato a Roma nonostante gli inviti….”. Ferrante: ” Di 11 soci del direttivo, 7 siamo dimissionari e ricostituiremo un’associazione di volontariato. Restiamo comunque nella Federazione di Fir CB SER. Con gli stessi obiettivi che perseguivamo prima.
CASO ANTA E IL COMUNE CONVENZIONATO – Il sindaco Canepa, nella riunione consiliare, su ANTA, si è limitato a riferire le comunicazioni ufficiali e “ho comunicato che ho incontrato, informalmente, sia il presidente Ferrante esautorato, sia il commissario Fenoglio che ha accettato con riserva nelle more di espletare alcune verifiche amministrative interne all’associazione. Alla base delle incomprensioni tra ANTA Liguria e ANTA nazionale”, ha aggiunto Canepa, pare vi siano visioni differenti sull’applicazione della nuova normativa sul terzo settore al quale tutte le associazioni devono adeguarsi.