Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Liguria di Ponente e Piemonte
La sorte delle ferrovie storiche a confronto
E l’esempio ‘Train des Pignes’ in Francia


La Liguria come il regno di Palmira, l’attuali linee ferroviarie dismesse da Savona a Finale Ligure e da Andora a San Lorenzo, da parte delle FS sono state spogliate di tutto: dalle traversine, dai binari, dai segnali; sono stare riassegnate ai vari comuni nel loro tratto di attraversamento e da questi trasformati in strade sia pedonali sia ciclabili che veicolari, sia trasformate a parcheggi, sia, per alcuni tratti, cedute ai privati e trasformate in cantine, sia definitivamente sbarrate ed abbandonate.

E si perché in Liguria i luoghi più incantevoli, secondo il governo regionale, te li devi gustare alla guida di un pulmann o di una autovettura: tu guidi e i passeggeri si godono il panorama.

IL TRACCIATO DELLA VECCHIA LINEA FERROVIARIA – La sede ferroviaria della vecchia linea, che corre quasi sempre in vicinanza del mare, stretta tra la Via Aurelia e la scogliera a picco, è quasi sempre rintracciabile con facilità grazie alle numerose opere d’arte [Tunnel] e alla presenza, in alcuni tratti, di resti della palificazione. Nei tratti Arenzano-Cogoleto e Cogoleto-Varazze il sedime è stato convertito in un percorso ciclo-pedonale pavimentato e illuminato.

A Celle Ligure e tra Albisola e Savona è stato trasformato in passeggiata sul mare. Nei restanti tratti, la vecchia linea è generalmente abbandonata, salvo il tratto da Savona a Vado Ligure dove è ancora armata e usata come raccordo industriale. In ambito urbano l’ex-sedime è stato utilizzato in vari modi, per la creazione di giardini pubblici, parcheggi o per l’allargamento di strade preesistenti. Nei pressi della stazione di Cogoleto, alcune centinaia di metri della vecchia massicciata hanno dato posto al binario pari della nuova linea raddoppiata. I fabbricati delle ex-stazioni di Varazze, Celle Ligure, Savona, Spotorno e Noli sono stati demoliti; gli altri sono generalmente in discrete condizioni; quasi tutti i caselli sono stati venduti a privati e trasformati in abitazioni.

Dopo tale sfacelo i Liguri odierni guardano con invidia e recriminano quanto il vicino Piemonte, e non solo, stanno impiantando, in collaborazione con le Fs un programma, per valorizzare tratte in disuso e destinata proprio ai treni a vapore, un progetto dal titolo “Binari senza tempo”, oltre a promuovere fiere e iniziative sul territorio grazie all’accordo con i Comuni e le Pro loco.

Un progetto voluto dal direttore della Fondazione Luigi Cantamessa che ha portato a bordo delle vetture storiche oltre 200mila viaggiatori nell’ultimo triennio con un trend di crescita del 45% per circa 600 chilometri di binari recuperati all’esercizio turistico.

In Piemonte sono attive la Ferrovia della Valsesia fra Vignale e Varallo Sesia, la Ferrovia del Tanaro fra Ceva e Ormea e la Ferrovia del Monferrato tra Asti, Castagnole delle Lanze e Nizza Monferrato.

«È il primo anno che la Regione Piemonte formalizza l’accordo per i viaggi con i treni storici su linee turistiche dedicate e questa esperienza sta andando bene» dice Claudio Calvelli, responsabile del servizio materiale e trazione della Fondazione Fs. «Sono tra le più trafficate d’Italia e registrano ottimi numeri come presenze. Noi ci occupiamo del viaggio poi le organizzazioni locali seguono la promozione turistica e gli eventi della giornata».

Per far funzionare i treni a vapore, con la locomotiva a vapore e le carrozze degli anni trenta “Centoporte” e con il personale che indossa le divise storiche si sono riscoperti anche antichi mestieri scomparsi come il fuochista e i macchinisti a vapore che devono seguire corsi e avere abilitazioni speciali. La sensazione a bordo è quella di procedere in una dimensione parallela rispetto ai ritmi quotidiani, visto che la velocità raramente supera i 30 km all’ora, ma «proprio questo permette di godersi un paesaggio spettacolare come le vigne intorno Canelli, e non solo, che stupiscono i turisti per la loro bellezza».

L’iniziativa è partita da il “Treno delle miniere” più famoso, anche se i cronisti mai ne parlano che è quello di Monteneve [Bozen – Bolzano] a Masseria di Ridanna – Ridnaum (Racines).

Monteneve compatto”, è un tour che offre una conoscenza di base della miniera e della sua storia e una prima esperienza sottoterra, infatti dopo la pausa pranzo i partecipanti, attrezzati con stivali, cerata, elmetto e lampada frontale, vengono trasportati con un bus all’imbocco della galleria Poschhaus, a 2.000 metri di quota, da dove si entra a bordo del trenino dei minatori per 3,5 km nella montagna, fino al giacimento del minerale. In totale il tour dura circa 7 ore.

La direzione della Masseria di Ridanna, descrive: “indossata un’imbragatura di sicurezza, si sale attraverso un pozzo di ventilazione per 60 metri di dislivello fino all’antica galleria Carlo, dove in piccoli cunicoli è possibile rendersi conto delle condizioni di lavoro di secoli fa percorrendo strettoie, corsi d’acqua ed armature piene di muffa. Sono previste inoltre incursioni, utilizzando scale di ferro (una ha 300 scalini), nei tunnel più ampi e in grandi caverne scavate di recente. Dopo aver estratto a mano un po’ di minerale con punta e mazzetta si torna nuovamente in superficie col trenino”

La Regione Liguria ha in animo di prendere esempio dal vicino Piemonte dove “Il turismo slow si sposta in carrozza”. Tra le tratte interessate citiamo Novara-Varallo (con collegamenti da Torino e da Milano), Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Neive e Asti-Castagnole-Nizza, Torino-Bra, Cuneo-Ventimiglia, Novara-Domodossola: sono le direttrici sulle quali torneranno a circolare i treni storici, in grado di evocare suggestive atmosfere del passato e soprattutto fornire un punto di vista insolito sui paesaggi di Piemonte e Liguria; il tutto in sicurezza, senza doversi fermare e senza dovere tenere d’occhio la strada.

Ma come oggi giorno capita, le tratte ci sono, ma manca la volontà di attivarle; Roma se la prende comoda, le panche in legno delle carrozze “centoporte” non sono affatto comode per Toninelli; lui, da “buon ministro”, si fa per dire pretende le “panche” dell’Oriente Espress e le tasche piene.  È tutto il contrario dell’efficace ministro Paleocapa, che animò il Governo e i privati alle nuove imprese ad una intensa attività di uno Stato non tanto grande né tanto ricco, contribuì, e trattò e concluse quasi tutte le concessioni ferroviarie minori, in modo tale che il Piemonte  in pochi anni formò una rete ferroviaria che, oltre alle interne comunicazioni, gli assicurava la congiunzione con le linee degli Stati limitrofi. A dire la verità, questi non sempre disponibili a congiungersi.

L’iniziativa, ha due obiettivi. Il primo rimanda alla possibilità di conoscere il territorio senza dovere macinare chilometri al volante. Il secondo, conseguente, è il mantenimento in funzione di linee ferroviarie dal passato glorioso, oggi sospese, in attesa della riapertura. Parliamo di treni, treni storici, pronti a scaldare i motori – pardon, le caldaie – per sferragliare verso località di indiscutibile bellezza paesaggistica.

Dall’Italia al nord d’Europa in treno può essere una delle esperienze più divertenti e comode che abbiate mai fatto, particolarmente se il percorso passa per valli verdi e costellate di fiori, canyon mozzafiato o paesaggi caratterizzati da picchi innevati.  E’ l’idea perfetta per chi non ama volare, oltre che un’ottima scelta se si vuole evitare la guida per rilassarsi completamente, lasciandosi portare e godendosi la vista. Insomma: un’occasione non solo per i turisti ma anche per gli attuali piemontesi e liguri, curiosi di scoprire un territorio che in termini di paesaggi e di sapori è in grado di dare dei punti ad altre regioni italiane.

Una delle tratte più interessante che si avvicina alla Ceva-Ormea o alla Cuneo-Ventimiglia che abbracciano Liguria e Piemonte, e che se ne parla nell’argomento dell’ing. Stefano Sibilla pubblicato il 14 MARZO 2019 • ANNO VII, NUMERO 27 DEL 14 MARZO 2019 • BY TRUCIOLI., è le <<Train des Pignes, Francia.

E’ una piccola linea ferroviaria privata che attraversa una tra le più belle regioni della Francia, da Nizza a Digne les Bains, con un percorso che si snoda lungo 145 chilometri e si percorre in tre ore. I momenti migliori per andarci sono la primavera, l’estate e l’autunno, quando i paesaggi della Provenza sono più pittoreschi. Lungo il percorso il treno passa fiumi, ponti, piccoli e graziosi paesini come Saint-André-les-Alpes e Entrevaux, fino alla capitale della regione Alpes-de-Haute-Provence.

Da Nizza si potrebbe continuare verso Cuneo; la Cuneo – Nizza è del 1853, proposta da Cavour, per collegare Torino a Nizza, parallela alla Via Reale del 1600, via Savigliano – Cuneo, completata il 05/08/1855. Con la morte di Cavour e la cessione quasi totale della Contea di Nizza alla Francia, il progetto fu modificato per l’ovvio collegamento con Ventimiglia e non più con Nizza, ed iniziarono le problematiche. Gli studi sulla direttrice durarono fino al 1895 e fu preferito il tracciato voluto da Cavour a quello proposto via Ceva – Ormea – Oneglia, dove si immetteva nella cosiddetta “Ferrovia Ligure” verso Ventimiglia e quindi Nizza.

Intanto la linea fu attivata fino Robilante (16/07/1887), Vernante (01/09/1889), Limone (01/06/1891) e, terminata la Galleria ferroviaria del Tenda, di mt 8.099, il 01/10/1900 la ferrovia raggiunse Vievola. Solo nel 1904, firmata la convenzione tra Italia e Francia, iniziarono i lavori in Valle Roya, che avanzarono a rilento e con molte interruzioni, fino all’inaugurazione il 31/10/1928, con l’esercizio assunto dalle Ferrovie dello Stato e dalla PLM (Paris-Lyon-Méditerranée), a trazione elettrica 4500Vca, tra Cuneo e Ventimiglia, permettendo il transito dei treni merci.

La linea fu assegnata al Compartimento di Torino, una scelta politica che fa comprendere meglio le problematiche odierne. Quando fu inaugurata nel 1928, risultò una delle più grandi opere di ingegneria realizzata e divenne il viaggio preferito, per i suoi panorami, dell’elite internazionale.

La ferrovia portò immediati vantaggi al traffico tra Piemonte e mare, ma soprattutto a quello internazionale tra il Nord Europa e Nizza. Il percorso tra Berna e Sanremo, via Loetschberg, Sempione, Arona, Torino, Cuneo, ridusse la percorrenza del 40% rispetto al precedente, via Arona, Novara, Savona, e nel 1936, il viaggio tra Berna e San Remo durava solo 12 ore. La partenza da Berna, in coincidenza con treni da Londra, Bruxelles, Amsterdam, Oslo e Berlino, collegava di fatto la Costa Azzurra e la Riviera di Ponente al Nord Europa.

Il convoglio era formato da due sezioni, in testa quella per Sanremo, in coda quella per Nizza. A Breil la sezione per Sanremo proseguiva con la stessa locomotiva, via Ventimiglia, quella per Nizza proseguiva, via Sospel–Escarene, con una locomotiva a vapore della PLM. Le vicende belliche danneggiarono completamente la linea, la sua riattivazione fu lunga e laboriosa, come la nascita, i primi treni iniziarono a circolare nel 1979 a trazione termica. In base ad un laborioso trattato internazionale tra SNCF e FS.

Dunque dal 1979, prima per torinesi e piemontesi, poi per gli altri, non occorre andare molto lontano perché una di queste bellissime tratte ferroviarie ce l’abbiamo proprio in casa.  Si tratta della tratta internazionale che collega il capoluogo del Piemonte a Nizza tramite Cuneo, il colle di Tenda e la valle Roya che la rivista tedesca “Hörzu” ha inserito nella sua speciale classifica delle 10 più belle ferrovie del mondo. La rivista la descrive come un percorso unico da godersi con calma attraverso paesaggi spettacolari.

Questa linea che collega Torino con Nizza, tagliando le Alpi Marittime, in un bel percorso di due ore al prezzo di circa 15 euro rientra al nono posto di questa classifica insieme a tratte ferroviarie famosissime e bellissime come la Transcanadese (4.500 km dall’Atlantico al Pacifico) che si posiziona al primo posto; l’Indocinese da Bangkog a Singapore, la Royal Scotsman con le sue carrozze d’epoca in partenza da Edimburgo; il trenino rosso del Bernina [vedi fondo articolo]; il famoso e lussuosissimo Orient Express che collega Londra con Venezia e Instanbul e la Hiram Bingham peruviana che va da Cuzco al Machu Picchu.

Viene chiamato il Treno delle Meraviglie o Train des Merveilles è la linea che sale poi verso Breil sur Roya e si biforca per Ventimiglia o per Nizza attraverso spettacoli indimenticabili della Valle della Meraviglie.

Si parte da Torino facendo attenzione a non prendere il treno che va a Ventimiglia e passa per Savona, ma quello via Cuneo. Il viaggio scende verso sud passando a fianco del il castello di Moncalieri per poi arrivare a Carmagnola, Racconigi, Cavallermaggiore, Savigliano tenendo sott’occhio la piramide del Monviso. Il Castello di Fossano domina la stazione del comune della Granda , il treno abbandona la linea per Savona e punta verso sud fino allo spettacolare viadotto a due piani che scavalca la Stura e conduce a Cuneo. Qui parte la ferrovia che collega Cuneo a Nizza e Ventimiglia biforcandosi a Breil-sur-Roya costruita con imponenti opere di ingegneria, 81 tunnel e 407 ponti, tra il 1883 e il 1928.

Il treno sale per Borgo San Dalmazzo, Roccavione e Robilante, Vernante, fino a Limone Piemonte da cui si entra nel tunnel del Tenda lungo 8 chilometri. Siamo arrivati in Francia nella Valle della Roya, un pezzo di Provenza tra le Alpi Marittime.

Le Train des Merveilles transita nella valle della Roya detta Vallée des Merveilles, fa parte del massiccio del Mercantour; vi sono state scoperte più di trentacinquemila incisioni rupestri preistoriche tra le quali numerose figure di armi (pugnali e alabarde) risalenti soprattutto all’età del Rame (III millennio a.C.) e in misura minore all’antica età del Bronzo (2200-1800 a.C.). Sono presenti anche figure più antiche, in particolare reticolati e composizioni topografiche (nell’area di Fontanalba), databili al Neolitico (V e IV millennio a.C.).

La Valle delle Meraviglie si trova nel comune di Tenda. Fino al 1861 faceva parte della Contea di Nizza sabauda, poi dal 1861 al 1947 ha fatto parte dell’Italia ed era compresa nella provincia di Cuneo, col Trattato di Parigi del 1947 passò alla Francia. Incisioni rupestri. Da sempre conosciute nella cultura popolare coll’appellativo di Marvègie (meraviglie) e scoperte scientificamente alla fine del XIX secolo (1869), le incisioni sono state eseguite su affioramenti rocciosi o massi sparsi di pelite, un’arenaria a matrice silicea a grana fine risalente al Permiano. Si distinguono in due tipi:

  • graffiti o filiformi, sia preistorici che soprattutto iscrizioni o disegni schematici di epoca storica;
  • incisioni picchiettate, attribuibili alla preistoria (dal Neolitico all’antica età del Bronzo), realizzate con strumenti litici. I soggetti appartenenti a questo gruppo comprendono figure con corna (bovidi e scene di aratura), che sono la maggioranza, antropomorfi, rappresentazioni di armi (pugnali, alabarde, asce) e figure geometriche come composizioni topografiche, reticolati e pochissime spirali. L’interpretazione non è sempre agevole; molti studiosi propongono un riferimento alla sfera religiosa, anche se non vanno esclusi riferimenti alle attività produttive montane, in particolare al mondo pastorale.

Il sito accoglie oggi studenti del settore da ogni parte del mondo sotto la supervisione di archeologi specializzati. Recenti ricerche hanno iniziato a produrre risultati per quel che concerne la comprensione dei culti e delle società delle antiche popolazioni mediterranee.

Breil sur Roya occorre scegliere se tirare dritto verso Ventimiglia ritornando in Italia o cambiare scendendo invece a Nizza. In ogni caso lo spettacolo è strordiario in un mix di mare e montagna di macchia mediterranea e flora appenninica.

Arrivati a Ventimiglia non ci si può perdere un giro della cittadina di confine per poi prendere il treno che corre lungo il mare verso la Costa Azzurra passando per Mentone, Montecarlo ed arrivare a Nizza. La capitale della Costa Azzurra è sempre uno spettacolo. Da Nizza si parte per Breil per la valle del Peillon verso Sospel nella valle della Bevera, e raggiungere Breil Sur Roya dove si chiude l’anello ferroviario per poi scendere verso Cuneo e Torino.

Nell’attesa di vedere concratizzarsi dalle parole ai fatti, assistiamo a tutto quanto ci ripropone la casistica giornaliera: suicidi, investimenti, frane, passaggi a livello fautori di interminabili code veicolari, costrutti urbani divisi a metà, a Loano a causa di guasti alla barriera protettiva del passaggio a livello che da lungomare Madonna del Loreto collega la via Aurelia in direzione Pietra Ligure, sovente la polizia municipale presidia e dirige il traffico, con marcia “a vista” di tutti i treni.

Bernina Express, tra Svizzera e Italia – Conosciuto in tutto il mondo, il Trenino del Bernina collega il capolinea italiano, Tirano, alla rinomata località svizzera dell’Engadina, St.Moritz. Viaggia sulla spettacolare linea dell’Albuia/Bernina, dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il treno è panoramico e con le vetrate a cupola, il che vi permetterà di ammirare valli e cime alpine, ghiacciai e fioriture estive, oltre allo straordinario viadotto elicoidale di Brusio. Nei mesi di luglio e agosto, le carrozze panoramiche scoperte permettono di immergersi completamente nella bellezza del paesaggio. In inverno, invece, i convogli sono ben riscaldati e potrete stare al calduccio mentre guardate attraverso il vetro le punte innevate. Lungo il percorso si possono fare alcune soste e starà a voi scegliere se e dove scendere per visitare.

Alesben B.



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