“Cassa di Risparmio di Genova ? No Grazie”. “Volete che Savona sia suddito di Genova anche da un punto di vista bancario e finanziario”? Pensate che il Cda della banca matrigna, una volta che avrà messo le mani sulla Cassa di Risparmio di Savona, finanzierà mai quelle attività che potrebbe porsi in concorrenza….?”. Meglio i toscani. La Carisa è il polmone dell’economia locale. Non facciamoci soffocare dai genovesi”. Un volantino, 10 mila copie si disse, distribuito e inviato a mezzo posta che invase Savona e il comprensorio.
Mentre l’allora presidente della Provincia. avv. Alessandro Garassini, Dc, qualche mese dopo, diffondeva un comunicato: “Oggi filo-carigista, ieri pro-toscani, domani pro marziani, vorrei una volta per tutte chiarire la posizione della Provincia. Sono per la vendita della banca senza preclusioni nei confronti di alcuno e confido, auspico che le ultime deliberazioni adottate siano finalizzate a sgomberare il campo dagli scheletri della passata gestione”.
Due documenti che vennero diffusi sono parzialmente e a sommi capi.
Il volantino a firma “Vinti ma non domi” era del febbraio 1998, la lettera del due volte presidente della Provincia era dato 24 luglio dello stesso anno.
Trucioli.it possiede un archivio stampa di quegli anni e della ‘Carisa story’ dai più dimenticata o sconosciuta alle giovani generazioni. Pagine, almeno quelle più significative, che pare utile rileggere. Savona che si ritrova senza una propria banca, nonostante la sua storia e la sua banca (Carisa),l’importanza strategica, pilota, nel tessuto e nel contesto economico della città capoluogo e della provincia.
Savona di fatto ‘colonizzata’ da una Carige caduta pesantemente in disgrazia con tutte le conseguenze che ne derivano ed hanno già pesato sull’economia e sulle dinamiche creditizie della provincia. Allora il presidente Garassini lamentava “l’assoluta mancanza di trasparenza dei processi decisionali e la mancanza di confronto con le istituzioni, con le categorie economiche e con il sindacato”. Oggi potrebbe lamentare l’assenza di un polmone vitale quale è stata, negli anni migliori della sua indipendenza, la Carisa.
Con scenario – scacchiere bancario e creditizio che vede di fatto tagliato fuori proprio la Banca che, acquisendo la Carisa, avrebbe dovuto essere uno dei motori della crescita virtuosa di questa provincia. Non a caso è seguita soprattutto l’invasione di banche del cuneese. Non è casuale se imprenditori cuneesi, dall’edilizia ai supermercati, sono sempre più presenti nel savonese, lungo la Riviera soprattutto. Non è casuale se il cuneese si sta trasformando in una locomotiva che coinvolge molte realtà savonesi. Abbiamo perso la cassaforte Carisa, si è perso il ‘motore Carige’. Per fortuna sono arrivati in ‘soccorso’ (non da beneficenza) gli istituti di credito della Provincia Granda ? Mentre ha tenuto saldo il suo peso Intesa San Paolo (dopo Carisa era al secondo posto nella graduatoria provinciale), a cui si è aggiunta la controllata Fideuram. Savona potrà riavere una sua banca ? Ci sono le forze e gli uomini (politica e imprenditoria) per rendere possibile il ‘miracolo’ ?
LA LETTERA – COMUNICATO STAMPA DELL’ALLORA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, ALESSANDRO GARASSINI, DC: ASSOLUTA MANCANZA DI TRASPARENZA NEI PROCESSI DECISIONALI, MANCANZA DI CONFRONTO. GLI SCHELETRI DELLA GESTIONE