Anche un’autorità del mondo scientifico in soccorso dell’Adelasia.Il Prof. emerito Franco Pedrotti dell’Università di Camerino (Macerata), è uno dei maggiori se non il maggiore studioso italiano di botanica ma anche un convinto e impegnato protezionista dei beni naturali. A suo tempo fu il curatore dell’Elenco dei Biotopi di importanza vegetazionale d’Italia per conto della Società Botanica Italiana e dell’allora Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (Elenco inizialmente stilato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Come già il C.N.R. anche il Prof. Pedrotti accolse la proposta di Franco Zunino – nel lontano 1971 – di inserire in questi elenchi, oltre a diverse altre località dallo stesso segnalate (le Langhe di Piana Crixia, tanto per fare un esempio locale) anche la Rocca dell’Adelasia e i suoi boschi circostanti, inserimento dalla cui evoluzione si giunse poi alla Riserva Naturalistica e alle aree protette liguri dei primi passi del Governo regionale (che portarono poi agli attuali Parchi e Riserve regionali), nonché al loro inserimento tra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC, secondo la Direttiva Habitat dell’UE). Ieri il Prof. Pedrotti ha ritenuto anche lui di scrivere alle autorità regionali ed al Ministero dell’Ambiente lamentando il rischio che quella che oggi è la Riserva Regionale dell’Adelasia, con finalità, appunto, di preservare quelle foreste per il loro valore ambientale di “biotopo” forestale (l’habitat che i SIC devono mantenere), venga invece gestita per finalità surrettiziamente economiche. Cosa che avverrebbe a seguito del protocollo d’intesa stilato tra il Comune di Cairo Montenotte e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (un Dipartimento che non ha certo interessi scientifici di conservazione ambientale!) dell’Università di Torino. E ciò per boschi che appartengono al patrimonio fondiario e pubblico della Regione e non già del Comune, il quale avrà anche ottenuto l’onore e l’onere della gestione della Riserva, ma non crediamo quello di godere di introiti dall’eventuale taglio e vendita di legname ancorché per scopi “di scienze forestali”! Per non dire della lenta ma progressiva trasformazione della Riserva Naturale in un’Area Ricreativa, in particolare per gli amanti delle mountain bike (non già della Natura, bensì del mezzo e delle spericolatezze che esso consente nonché della propria forma fisica!). Se ne diffonde pertanto il testo proprio per l’autorevolezza e la competenza della sua presa di posizione, sperando che non debba essere ignorata, come purtroppo si teme, dalla politica proprio per i troppi interessi che girano attorno alla gestione di questa importante Riserva Naturale il cui fine primo e primario era e dovrebbe continuare ad essere proprio la CONSERVAZIONE integrale del suddetto “biotopo forestale” affinché si evolva nel suo stato naturale, visitabile solo per scopi scientifici e/o turistici di apprezzamento della sua bellezza e del suo valore naturalistico.
All’Università di Torino
All’Associazione italiana Wilderness
Successivamente istituita in riserva regionale, la Riserva Regionale dell’Adelasia rischia oggi di vedere snaturata le sue caratteristiche prioritarie; infatti sta per essere “riaperta” agli sfruttamenti forestali dopo che la Provincia di Savona ne ha trasferito la gestione al Comune di Cairo Montenotte.
Il Comune di Cairo Montenotte ha ora deciso di realizzare di un Piano di sviluppo per la gestione della riserva a fini forestali.
Con la presente si segnala l’importanza naturalistica della Rocca della Adelasia che deve essere conservata in tal senso, senza la previsione di effettuare tagli forestali ed altri interventi non in linea con quelli delle aree protette.
Prof. emerito Università di Camerino
Coordinatore del CENSIMENTO DEI BIOTOPI DI RILEVANTE INTERESSE VEGETAZIONALE MERITEVOLI DI CONSERVAZIONE IN ITALIA, Società Botanica Italiana, 1971.