Il tunnel Armo-Cantarana non è che un piccolo capitolo del più grande argomento dei Collegamenti stradali tra la Riviera di Ponente e il Sud Piemonte: Autostrada To-SV, Autostrada Ceva-Garessio-Albenga, S.S. n° 28, S.S. n° 20, Autostrada Albenga-Carcare-Predosa (forse da Borghetto S.S) ne sono i principali capitoli. Della statale 28 si è parlato diffusamente nel partecipato e riuscito convegno di sabato 20 luglio, annunciato in anteprima da Trucioli che negli anni ha tenuto vivo l’argomento. L’incontro organizzato all’ingresso piemontese del pre-foro realizzato nei primi anni ’90 del secolo scorso. Non soltanto un collegamento tra Ormea e Imperia, ma dichiarata “Un’opera che avvicina l’Europa al Mediterraneo e il mediterraneo all’Europa – Un sogno che potrebbe diventare realtà entro il 2025”. Leggi anche, a fondo pagina, la lettera a trucioli.il della dr.ssa Gabriella Manfredi, figlia del compianto Manfredo Manfredi.
Ma se i pastori sardi, stanchi di promesse da marinaio, riescono a polarizzare attraverso l’arma delle proteste plateali (non condividiamo nulla delle violenze), per settimane, i media nazionali, con l’accorrere di ministri, sottosegretari, parlamentari, quando finirà davvero la storia del by pass del Col di Nava ? A quando in 6 minuti da Ormea a Pieve di Teco. La Stampa ha annunciato che” la pratica è in agenda al Cda di Anas la prossima settimana” (ovvero questa che si conclude sabato 27 luglio). Il ministro del fare (?) Matteo Salvini, alle prese con i guai del Russiagate dell’amico e compagno di partito Matteo Savoini di Laigueglia, ha opportunamente annunciato che non ha tempo di perdersi in vicende che non esistono e “questa mattina – mercoledì 24 ndr – sono state sbloccate opere pubbliche per 53 miliardi”, a cominciare da infrastrutture stradali. C’è anche il nostro traforo ? Farà il cane da guardia il giovane presidente del consiglio regionale, Alessandro Piana, imperiese, assiduo frequentato della Valle Arroscia ?
Al di là dell’insolita ‘parata di sindaci’ e di politici, al di là delle assenze più o meno casuali (c’è chi come Ivg.it, il social più letto nel savonese, ha dato presente il “grande assente” presidente della Liguria Giovanni Toti e ha fatto parlare il presidente della Provincia di Savona Pierangelo Olivieri dando atto che il convegno si è svolto in notturna, sic!). Che dire dell’assenza dell’unico deputato Pd del ponente ligure, avv. Franco Vazio. Ebbene, a bocce calde, non si sentiva la mancanza dei primi distinguo. Almeno per quel che contano. Il super sindaco di Pieve di Teco, geom. Alessandro Alessandri, ora affascinato dal centro sinistra (Raffaella Paita), ora dal centro destra dell’imperiese Marco Scajola, ha dichiarato a Andrea Fassione (Il Secolo XIX-Imperia): “ Sono favorevole alla variante, ma ora chiedo una compensazione sulla viabilità secondaria provinciale, mentre i benefici del tunnel saranno soprattutto per le realtà costiere”.
L’ idea del collegamento Imperia – Mondovì – Torino con mezzi di comunicazione moderni per l’epoca, era già diffusa negli anni intorno al 1850. Nel 1856 l’Ing. Giordano fu incaricato di progettarlo come linea ferroviaria. Con la nascente introduzione della motorizzazione, nel 1872 i comuni di Montaldo Mondovì, Frabosa, Roburent e Ormea cercarono un accordo per un collegamento stradale diretto tra le Valli Corsaglia e Tanaro. L’iniziativa tramontò nel 1883 per l’impossibilità di reperire i fondi necessari alla realizzazione dell’opera.
Dopo la seconda guerra mondiale l’iniziativa tornò di attualità: è del 1948 la proposta del Comune di Ormea di un collegamento diretto Valle Corsaglia – Val Tanaro attraverso un fattibile traforo stradale al di sotto del Colle dei Termini. Nel 1953, l’ing. Agnesi, presidente dell’Amministrazione Provinciale di Imperia, concepì un progetto di massima delle opere. Nel 1964 il Ministro dei Lavori Pubblici Pieraccini individuò nel collegamento Mondovì – Fontane – Ormea, una variante molto diretta della S.S. n° 28 e ne caldeggiò la costruzione.
Uno studio di pre-fattibilità dell’Ing. Valmaggia, Direttore della Divisione Tecnica della Amministrazione Provinciale di Cuneo, indicò tre possibili tracciati, con lunghezze della galleria di valico rispettivamente di 3,7, 3,9 e 5,00 Km. Successivamente, soprattutto dalla Comunità Montana delle Valli Monregalesi, furono promosse varie iniziative per gettare le basi di realizzazione dell’arteria. Tra queste un convegno caldeggiato da “Provincia Granda – Gazzetta di Mondovì” svoltosi a Bossea nel 1980 per l’ “Esame delle proposte di una nuova “camionale” tra la Valle Corsaglia e Ormea”. Rumors dalla Valle Corsaglia riferiscono di voci relative a movimenti tesi alla costituzione di comitati e sodalizi a sostegno dell’opera.
La stessa Comunità Montana incaricò la FIAT ENGINEERING di predisporre uno studio di fattibilità concreta del progetto, successivamente presentato in Alessandria nel giugno 1982 all’importante Convegno sui collegamenti tra il Piemonte e la Liguria. Dopo quello che oggi sembra lo sblocco del tratto tra Imperia e Ormea, il progetto torna attualissimo e prioritario, in un momento nel quale è particolarmente rilevante il contenimento dei costi del trasporto, ed il valore del tempo nella catena logistica diviene sempre più importante fattore di vantaggio competitivo.
Il tratto della Armo-Cantarana, la notizia intorno alla quale si è sviluppato tutto il Convegno è ovviamente stata quella relativa alla presentazione del progetto definitivo, “benedetto” con il SI dal signor-No, il Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, M5S, subito dopo il pesante NO appioppato alla “gronda” genovese.
CRONOTAPPE – Nel corso degli anni, la strada statale 28 è stata adeguata agli standard di traffico che via via richiedevano modernizzazioni ed adeguamenti del tracciato. Il CdA dell’ANAS del 14 maggio 1970 – oltre al Progetto generale della variante tra Imperia e Ormea – aveva recepito e finanziato per 6 miliardi di £ire anche il Progetto esecutivo della variante del Colle San Bartolomeo approntato dalla Provincia di Imperia. Conseguentemente si era proceduto all’appalto. In particolare, nel 1980 sono stati inaugurati i lavori eseguiti tra cui la galleria principale lunga 1800 m ed il viadotto Uveghi, 1185 m, con un accorciamento del “vecchio” tracciato di circa 8 km. La progressiva chilometrica evidenzia infatti un salto dal valore 120,2 Km al valore 128 Km, là dove il nuovo percorso si ricongiunge con quello vecchio (lato verso Imperia).
Nel 2002 è stata aperta al traffico la variante di Pontedassio, mentre quella di Chiusavecchia nel dicembre 2009. La variante di Pieve di Teco è stata aperta a fine marzo 2011 (VEDI SOTTO ARTICOLO DEL SECOLO XIX).
A Mondovì, la tangenziale, è già stata aperta per quanto riguarda il primo e secondo tronco (rispettivamente 1994 e 2004), ma sarà funzionale al tracciato della statale 28 solo quando sarà completato il terzo ed ultimo tratto oggi in attesa di finanziamento. Secondo le ultime notizie da Roma sarà appaltabile nel 2020 essendo il completamento della variante previsto dal contratto di programma Anas-Mit , finanziato col fondo unico Anas per un importo di circa 102 milioni di euro. Mercoledì 24 luglio 2019 (insieme con la Armo-Cantarana) se n’è parlato nella riunione del CIPE, attendiamo l’esito. L’annuncio ufficiale. Una volta che il progetto otterrà il parere positivo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si aprirà la Conferenza dei Servizi per il prosieguo della pratica burocratica prevista dalla legge sugli appalti pubblici.
LA VARIANTE DEL COLLE DI NAVA – Sul percorso tra Ormea e Pieve di Teco, l’opera maggiore di cui si parla da 30 anni è la variante del colle di Nava, asperità principale dal tragitto, con la galleria di base di 2970 m di lunghezza. Partirà dalla frazione Cantarana nel comune di Ormea e raggiungerà l’inizio della variante all’abitato di Pieve di Teco. Se ci sarà veramente la copertura finanziaria dichiarata dal ministro Toninelli, l’opera potrà essere approvata dal Cda Anas già previsto per il mese di settembre e potranno essere attivate le procedure di gara. Serviranno 304 milioni di € per lavori che dureranno almeno 3 anni.
Con la realizzazione del nuovo sistema viario, ai grandi benefici che ne derivano, potrebbe far riscontro qualche locale sacrificio. E’ indubbio che alcuni comuni dell’entroterra troveranno motivo di preoccupazione per tracciati i quali, nella misura in cui seguono criteri di ammodernamento, devono discostarsi dagli abitati, creando quindi una frattura con le correnti di traffico. Ma il danno sarà solo momentaneo. L’incremento del traffico e lo sviluppo economico e sociale che ne deriverà, colmerà senz’altro questo vuoto. Semmai, al fine di favorire un rapido recupero, bisognerà curare in modo particolare un sistema di raccordi che consenta un facile allaccio al nuovo sistema viario.
D’altra parte c’è chi teme che con la nuova statale 28 del Colle di Nava ci possa essere un’ulteriore impennata del traffico pesante, già notata dopo le limitazioni ai TIR introdotte dai Comuni francesi in Valle Roya, sulla SS. N° 20. E di cui ne ha in parte beneficiato l’Autofiori.
E’ necessaria,a questo punto, una considerazione. Per il traffico pesante, l’alternativa al futuro percorso Oneglia-Ceva sulla SS. N° 28 di km 68 sarà unicamente quello autostradale A10-A6, via Savona, di km 112,4. Considerando un autoarticolato da 44 ton la scelta di percorrere il più breve percorso Ceva-Oneglia su strada statale, in luogo di quello autostradale, consente minori costi per pedaggio autostradale non necessario per 31 €, e di costi di esercizio intorno a 1,130 €/Km cioè di 50 € per la minor percorrenza sulla tratta. Per un “conducente padroncino” minori costi di 81€ (31+50 €) possono rappresentare il guadagno giornaliero! La scelta del percorso più breve di 44,4 Km sarà evidente. Oltretutto con tempi di percorrenza non così diversi! In una analisi ABC (Analisi Benefici–Costi), quella portata ultimamente alla ribalta dalla politica per il caso del traforo del Frejus per il TAV, questi minori costi sarebbero giustamente considerati nella sezione Benefici!
Il Secolo XIX Savona, del 9 luglio, a firma di Sergio Del Santo, da sempre attento alle opinione di Luciano Pasquale che con Ferruccio Dardanello (due presidenti che quanto a longevità di cariche pubbliche hanno pochi rivali) ricorda che l’opera ha caratteristiche di strada extraurbana, a due corsie con carreggiata di 7.50 m. e banchine laterali di 1.5, è alle prese con un tappo. “Peccato che, giunti nell’attraversamento di Garessio, le due corsie si riducano a una pericolosa strettoia dove è istituita una ‘zona 30’ vigilata da autovelox”.
E poi l’accenno ai trascorsi 27 anni dallo scavo del ‘foro pilota’ di Cantarana e più di 40 dall’avvio delle iniziative per ridare dignità al tracciato statale che collega Ceva con Imperia e Albenga. Un lasso di tempo sconvolgente, fa indignare, senza scuse per un Paese Italia che deve competere. I migranti saranno pure un problema, ma la prima grande maledizione, a cui gli italiani pare abbiano fatto il callo, è l’incapacità del ‘fare’. L’immobilismo a suon
di promesse, convegni, passerelle mediatiche con professionisti della politica e non. Peccato che le Tv nazionali, le più seguite, a partire dalla governativa Rai, al gruppo della famiglia Berlusconi, ci privino di sapere quali siano i tempi delle infrastrutture primarie nelle democrazie del centro e Nord Europa. Non c’è giustificazione che tenga. Non è da paese civile. E il segno del degrado, persino l’assopimento dell’opinione pubblica, del cittadino qualunque. La conseguente rassegnazione. E la rassegna stampa è la prova del nove.Con gli alterni risultati elettorali.
La colpa è sempre di chi c’era prima. Ultimo comunicato stampa della Regione Liguria: “Giovanni Toti risponde all’esponente pentastellata Alice Salvatore in merito all’alta velocità Torino – Lione. Secondo il governatore, “con l’arroganza tipica di chi non sa ascoltare, la Salvatore finge di non sapere che tutte le categorie economiche, tutte le principali imprese di Genova, della Liguria e del nord ovest sono favorevoli a tutte le grandi opere. Solo lei non se ne è accorta. Andiamo avanti così: un giorno chiudiamo le riparazioni navali, un giorno impediamo la demolizione del Morandi, un altro blocchiamo la Gronda. La Liguria con la Salvatore è in buone mani. Perché, conoscendola – conclude Toti – gli elettori non le hanno mai affidato neppure la carica di capoclasse”. Toti perde l’occasione per battere il ferro caldo: il tunnel Ormea- Pieve di Teco sarà finalmente una priorità ? A quando il prossimo appuntamento, per rendere conto ai cittadini, dell’iter ‘accelerato o al ‘rallentatore’.
DALLE PAGINE DEL SECOLO XIX – 4 APRILE 2011
Apre a Pieve di Teco la variante alla Statale 28
Il classico taglio del nastro è fissato alle 11,30 in località Sant’Andrea, nei pressi della nuova grande rotatoria all’imbocco del nuovo tunnel «Pieve di Teco».