La considerazione che ha portato l’Istituto “Patetta” di Cairo Montenotte a realizzare questo progetto è, tutto sommato, banale: l’emigrazione in Valbormida è un fenomeno fortemente caratterizzante se non addirittura fondante la cultura del comprensorio: nell’album di ogni famiglia storica valbormidese c’è sempre qualche foto, qualche lettera, qualche documento che testimonia di una storia di emigrazione.
Ma questo fenomeno, con pochissime eccezioni, è stato ignorato pressoché completamente da tutti gli storici che si sono occupati di Valbormida e dintorni: l’emigrazione, insomma, è sempre stata una sorta di “convitato di pietra” negli studi di storia economica e sociale di questa terra.
Da qui è nata l’idea di studiare finalmente il fenomeno emigrazione in una prospettiva storico-sistematica ed è nato il progetto “Emigrazione in Valbormida”. Un progetto accuratamente pensato, pianificato, programmato, ed attuato dal sottoscritto e dagli allievi del “Laboratorio di storia dell’emigrazione in Valbormida”, una serie di studenti del primo biennio che volontariamente hanno deciso di approfondire questo tema ed hanno dato vita a tutto quanto si è realizzato.
Il progetto ha avuto un’ottica multidimensionale e si è svolto lungo diversi piani: è stato innanzitutto predisposto un “questionario sull’emigrazione”, proposto agli studenti della scuola che potevano avere parenti emigrati in tempi più o meno lontani da qualche paese della Valbormida o dintorni, La risposta è stata inaspettata: sono arrivati oltre 70 questionari che hanno raccontato storie dimenticate, spesso sorprendenti, talvolta struggenti e che in ogni caso hanno consentito agli studenti di cominciare a capire dall’interno il mondo dell’emigrazione. Molte famiglie, oltre alle loro testimonianze, hanno fornito foto, documenti e altri materiali che abbiamo utilizzato nella mostra.
Contemporaneamente, gli studenti del “Laboratorio” hanno dato vita ad una ricerca minuziosa e ragionata nell’archivio storico del Comune di Cairo Montenotte dei dati contenuti nei registri relativi all’emigrazione. Ben presto la ricerca si è allargata ai Comuni di Piana Crixia, di Altare, di Bormida, Mallare, Pallare, Osiglia e, più recentemente, di Calizzano Infine, gli studenti sono andati in cerca di testimonianze e protagonisti a vario titolo delle tante storie di emigrazione che hanno caratterizzato il territorio, per arricchire qualitativamente il lavoro.
La ricerca degli studenti ha prodotto “Pagine di storia dell’emigrazione in Valbormida”, che l’Istituto ha organizzato nel foyer del teatro “Osvaldo Chebello” di Cairo Montenotte dal 28 al 31 gennaio. Grazie ad una serie di computer installati nel piccolo ingresso del teatro comunale gli studenti hanno realizzato una ricca mostra multimediale che ha raccontato sotto vari aspetti la storia e le immagini dell’emigrazione locale, il tutto corredato da una serie di cartelloni per dare un’impressione anche visiva sul mondo dei migranti nel bacino del Bormida. Tra questi vi era anche una serie di pannelli sulla “Avventura delle parole” nell’emigrazione che il CISEI – Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana – ha voluto fornire per questa esposizione.
Ma, soprattutto, sono stati gli stessi studenti del “Laboratorio” a illustrare ai presenti i contenuti dei cartelloni e dei files e a gestire in prima persona la mostra stessa. Il 31 gennaio l’Istituto ha inoltre organizzato un convegno sul fenomeno dell’emigrazione nel comprensorio del Bormida, che ha visto la partecipazione di alcuni storici qualificati e in particolare di Francesco Surdich, già docente e preside della facoltà di Lettere e Storia dell’Università di Genova.
A conclusione di questo progetto si può fare una prima analisi dei principali ottenuti raggiunti. Il primo e più importante è sicuramente quello didattico-metodologico: gli studenti sono stati impegnati a “fare storia” in prima persona, attraverso l’esame diretto delle fonti locali, senza accontentarsi delle – peraltro poche – ricerche letterarie sull’argomento. Hanno quindi imparato a fare ricerca in modo ragionato e consapevole, ottenendo qualcosa di nuovo e di inedito, in un terreno molto più citato che conosciuto. I ragazzi del “Laboratorio” oggi “sanno di più” sull’emigrazione dal loro territorio, e allo stesso tempo si sono approcciati alla ricerca archivistica, alla tecnica dei questionari e delle interviste sul campo: una serie di attività non consuete per una scuola tecnica qual è l’Istituto “Patetta”.
Il lavoro degli studenti ha poi prodotto un database elettronico che comprendeva a gennaio più di 3500 nomi (ma attualmente sono oltre 4000) di emigrati dalla Valbormida, classificati secondo una serie numerosa di indicatori (la paternità la professione, il domicilio, la destinazione etc.) in un periodo che va dall’inizio dell’Ottocento al 1960 circa e che permette per la prima volta di poter fare una stima – sia pure sommaria, sia pure imprecisa quanto si vuole – sulla numerosità e le caratteristiche del fenomeno migratorio. I dati sono stati trasmessi al CISEI che potrà arricchire il proprio già amplissimo archivio elettronico sull’emigrazione italiana: è lecito sperare che i dati del “Patetta” possano fornire – per così dire – una sorta di punto di partenza (quello comunale) per le storie di emigrazione.
Il progetto dell’emigrazione ha quindi innanzitutto una valenza di carattere metodologico e didattico-educativa. Ma la miriade di dati raccolti e analizzati dagli studenti del “Patetta” può produrre risultati di qualche interesse anche per arricchire la storia del territorio bormidese: grazie al “Laboratorio” già oggi è possibile stimare, ad esempio, un “tasso migratorio” ufficiale in molti Comuni, la stagionalità, il tipo “ligure” o “piemontese” dell’emigrazione e così via.
Ancora, questo lavoro ha permesso di scoprire o, ritrovare storie importanti e talvolta dimenticate: dall’atto di nascita della nonna di Papa Francesco alla vicenda dei vetrai altaresi partiti alla volta di San Carlos e di altre località del Sudamerica a esportare l’arte del vetro, al caso di Michele Bonifacino, volontario garibaldino in Uruguay finora del tutto sconosciuto e che con l’aiuto del cultore di storia locale Pietro Baccino è finalmente tornato alla luce della storia. Una ricerca quindi che ha consentito ai ragazzi di arrivare a conclusioni non banali sulla vicenda migratoria e che, peraltro non è ancora conclusa: i dati recentemente raccolti nell’archivio storico di Calizzano o le storie inedite della famiglia Bagnasco di Cengio raccontate attraverso le lettere dei componenti (di cui dobbiamo dire grazie alla vicepresidente dell’ANPI savonese Irma De Matteis) dimostrano che gli studenti vogliono proseguire questa esperienza. E magari, chissà, trovare la foto del cadavere con il cranio fratturato a bastonate, del povero altarese Lorenzo Rolando, un povero “figlio della fame” che figura tra i dieci morti dell’eccidio di operai italiani ad Aigues-Mortes del 17 agosto 1893 e di cui il “Laboratorio” ha iniziato a ricostruire la storia. La riscoperta di questo documento, presente in qualche archivio dimenticato, sarebbe da un lato la plastica evidenza di una storia di emigrazione finita molto male e dall’altro l’attestato “visivo” di un episodio rappresentativo della “rivoluzione industriale dei poveri” nella Liguria rurale di fine Ottocento: una testimonianza, insomma, che arricchirebbe ulteriormente il pregevole lavoro condotto dall’Istituto “Patetta”.
Massimo Macciò
DEJAN, STUDENTE DEL PATETTA 1° AL CONCORSO REGIONALE CAD OLYMPICS 2019
Grande soddisfazione per la Dirigente, prof.ssa Monica Buscaglia, i docenti e gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Federico Patetta” di Cairo Montenotte per il successo ottenuto da Dejan Borkovic, lo studente della classe IV^ E CAT primo classificato nella Fase Regionale della diciottesima edizione del prestigioso concorso “CAD OLYMPICS 2019” organizzato dall’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “F. e G. Fontana” di Rovereto in collaborazione la Provincia Autonoma di Trento – Servizio Istruzione, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e l’Associazione per l’insegnamento del CAD.
Le CAD OLYMPICS sono riservate a tutti gli allievi degli Istituti della Scuola Secondaria di secondo grado: lo scopo dell’iniziativa è quello di mettere a confronto fra loro studenti provenienti da tutta Italia al fine di sviluppare atteggiamenti positivi verso il disegno tecnico assistito dal computer, con il software AutoCAD, e valorizzare le eccellenze scolastiche. Ai concorrenti è stata proposta una prova consistente in un disegno geometrico in due dimensioni: in particolare, è stato consegnato un file-base sul quale era necessario realizzare – con la massima precisione e nel minor tempo possibile – il disegno finale.
Alla fase d’Istituto hanno partecipato gli studenti delle classi 3^ e 4^ degli Indirizzi Costruzioni Ambiente e Territorio (ex geometri), Meccanica Meccatronica e Elettrotecnica (ex ITIS), Manutenzione Assistenza Tecnica (ex IPSIA), per un totale di 12 candidati. La fase nazionale, alla quale accede di diritto per i brillanti risultati ottenuti Dejan Borkovic, si svolgerà il 3 e 4 giugno presso l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “F. e G. Fontana” di Rovereto.
La vittoria di Dejan Borkovic conferma il livello elevato di preparazione degli allievi dell’Istituto che possono usufruire di ben quattro laboratori (due nella sede centrale di Via XXV Aprile e due nella sede di Via Allende) che consentono l’utilizzo del CAD, metodologia di insegnamento che è ormai una modalità consolidata e continuativa volta a facilitare e qualificare l’ingresso degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Federico Patetta” di Cairo Montenotte nel mondo del lavoro.